Prima lettura del 10 ottobre 2020

Siete uno in Cristo
Gal 3, 22-29

"Fratelli, la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché la promessa venisse data ai credenti mediante la fede in Gesù Cristo.
Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo.
Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo.
Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa".


Vangelo significa bella notizia e questa pagina di Paolo è proprio Vangelo! È bello quello che scrive e fa esultare il cuore di chi a quell'amore folle e gratuito di Dio si è arreso. Dopo tanti rimproveri ai Galati confusi, arriva la parola decisiva di Paolo che azzera la Legge e svela la vera portata della giustificazione.

"Fratelli, la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché la promessa venisse data ai credenti mediante la fede in Gesù Cristo".
La Scrittura, a leggerla con fede, è una lunga catechesi che non si spaventa di vedere onestamente il peccato dell'umanità, annunciando contemporaneamente come il Signore si chini su queste storie per mostrare la potenza salvifica della sua promessa. La mancata osservanza della Legge è inevitabile ma, anziché aprire la strada alla condanna, per grazia di Dio apre la strada della vita.
Tutti siamo peccatori, per questo tutti bisognosi di salvezza, che ci viene riversata in grembo per la fede in Gesù Cristo.
Nella lettera ai Romani sempre Paolo afferma: "Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!"(Rm 11, 32), esplicitando l'annuncio fatto ai Galati.
Ha trattato il Figlio da peccato (cfr. 2Cor 5, 21) e salvando lui, ha dovuto salvare tutti!

"Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede".
L'umanità custodita e rinchiusa nella Legge: da una parte Paolo parla di lenta preparazione per non "bruciare" i tempi e quindi custodia di una fede piccola da far crescere; dall'altra del rischio che si è concretizzato in una chiusura e la Legge assolutizzata ha fatto perdere l'apertura alla grazia.
Qui allora la legittima domanda: perché è stata necessaria la Legge, a cosa è servita? Paolo ricorre all'immagine del pedagogo, lo schiavo che aveva il compito di accompagnare a scuola i ragazzi. La Legge ha custodito i comandamenti del Signore per farli sbocciare nella gratuità inaugurata dal Cristo, compimento e coronamento di ogni Legge.
Ora ha perciò esaurito la sua funzione. Questo è il momento della fede; per questo conclude: "sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo".

"Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo".
Non la circoncisione o la legge, ma il battesimo è la nuova porta d'ingresso nella via della fede.
La Legge ci lascia nudi con la vergogna del peccato (cfr. Gen 3, 10), l'immersione nel sangue di Cristo ci riveste dello splendore del Figlio.
Come Abramo riconosce in Giacobbe il primogenito perché rivestito con gli indumenti di Esaù (cfr. Gen 25, 16-17), così il Padre ci riconosce come suoi figli perché portiamo la veste candida lavata nel sangue dell'Agnello (cfr. Ap 7, 14).

"Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa".

L'appartenenza al Signore non viene sancita da una perfetta aderenza alle norme, da un legalismo che, per erigere la giustizia ad unico criterio salvifico, diventa un giogo opprimente che condanna.
Il legame con Cristo ci salda ad Abramo, alla promessa che precede ogni legge, arrivata da Mosè in poi.
Siamo eredi di Abramo perché il Cristo è la promessa di una discendenza immensa, amata, redenta, salvata.

"Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù".
Finisco con questo annuncio che amo tanto: quante divisioni in meno, quanto odio si spegnerebbe, quanta fratellanza potrebbe realizzarsi se facessimo nostre le parole così attuali di Paolo!
Qualunque presunzione religiosa franerebbe, ogni distinzione tra potenti e succubi verrebbe superata, ogni supremazia tra uomo e donna si tramuterebbe in amore se si riconoscesse che siamo uno nell'Uno.
Il Signore stesso ha fatto franare il muro di ogni divisione.
La fede ci spinge a credere che non è utopia, ma promessa che arriva al suo compimento e si fa carne; accogliere l'altro da me, qualsiasi sia il diverso, è entrare nella fratellanza dei figli di Dio.

Commenti

  1. "Vi siete rivestiti di Cristo".
    È la mia ultima pelle.
    E mi viene donata.
    Tanti vestiti per la mia nudità di cui provo vergogna. Niente foglie di fico, ne altri vestiti posticci. Il Cristo mi riveste.
    Mi presento così ormai ai fratelli e al Padre. E non è un travestimento.
    Sono nato per questo.
    Tutto andava in questa direzione.
    Era questa la meta:
    finalmente figlio, per sempre, per un Padre per sempre.

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  2. La legge pedagogo fino a CRISTO....
    Vero
    Non c'è scampo
    La legge è pesante
    Cristo ti fa fare un cammino di speranza, di libertà, pari al desiderio di voler fare ciò
    Grazie

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  3. Mi colpisce tanto la frase : sopraggiunta la fede....
    Menomale sia arrivata questa fede, perché proprio grazie ad essa siamo tutt'uno con Gesù, siamo di lui, con lui e in lui.
    Grazie Padre, in te c'è tutto ciò di cui ho bisogno.

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  4. Tutti voi siete figli di Dio... Liberati dalla legge rinvigoriti nella fede ora siamo per sempre figli ...grazie Padre

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