Prima lettura del 5 ottobre 2020


Rivelazione di Gesù Cristo
Gal 1, 6-12

"Fratelli, mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.
Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!
Infatti, è forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo!
Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo".


La lettera ai Galati è un testo sofferto che Paolo scrive ad una comunità che è tentata dalla logica più lineare e sbrigativa del mondo, rispetto alla logica difficile da penetrare, come un cammello in una cruna di un ago, del Vangelo e della Croce. Il richiamo dell'apostolo spinge i credenti della Galazia, oggi regione che fa parte della Turchia, a guardare alla croce di Gesù come fonte della vera sapienza.

"Fratelli, mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo".
Paolo esprime tutto il suo sconcerto per il disorientamento di certi credenti sedotti dalla logica pratica di una religiosità umanamente più comprensibile, che lui definisce "un altro vangelo".
La denuncia è netta e la distingue dal suo annuncio che ha al centro la vicenda di Gesù. In poco tempo c'è stato un passaggio che per Paolo è inaccettabile.
Più avanti nella lettera, egli chiarirà quale sia questo "altro vangelo" che contesta: "abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno" (Gal 2, 16).

"Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo".
Paolo non crede che esista un altro Vangelo, se non quello della salvezza donata gratuitamente dal Cristo, morto per i nostri peccati e resuscitato dal Padre. Probabilmente le influenze ebraiche cercavano di conciliare l'antica Legge con il messaggio nuovo del cristianesimo, insinuando che comunque sono necessarie le opere per acquistarsi la salvezza.
Il cambiamento, causato sicuramente da altri predicatori che in sua assenza avevano deviato l'attenzione sulla prassi e sull'impegno personale, non era cosa da poco perché rendevano vana la croce di Cristo (cfr. Gal 2, 2).

"Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema!"
L'apostolo si spinge fino alle estreme conseguenze per scongiurare il pericolo di confondere il Vangelo con altre dottrine. Chiunque annunci un vangelo diverso sia scomunicato, paradossalmente fosse pure lui stesso o un angelo venuto dal cielo.
Per dimostrare che il problema è grave e ciò che dice è estremamente serio ripete una seconda volta la formula di scomunica.
"Anàtema" aveva vari significati, tutti legati all'idolatria, al contatto con cose e teorie pagane. In questo contesto ha il senso di repulsione assoluta, di rigetto di una dottrina che non si può conciliare con il cristianesimo e quindi va contestata anche se dovesse venire da una eminente autorità.

"Infatti, è forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo!"
Ecco il punto: Paolo non ha mai cercato di fare proselitismo facile, come la sua stessa travagliata vicenda lo dimostra.
Lontana dalla sua evangelizzazione la ricerca di un maggiore consenso o rendere l'annuncio più accettabile agli ascoltatori.
Paolo si sente a pieno titolo "apostolo", cioè inviato, rappresentante di un'annuncio che non viene da lui o dalla bravura oratoria. E' un servitore di ciò che ha ricevuto e che trasmette fedelmente (cfr. 1Cor 11, 23).

"Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo".

Paolo qui svela una delle cose più intime del suo cammino di fede.
Sappiamo bene lo sconvolgimento dell'incontro sulla via di Damasco; con la sua voce il Cristo aveva fermato lo zelo ebraico di Paolo che avrebbe portato all'uccisione di tanti fedeli cristiani.
Il punto di partenza del suo nuovo e temerario ministero è una rivelazione, personale, unica, che ha ricevuto in dono.
Il Vangelo che annuncia gli è stato messo sulla bocca da Cristo stesso!
Non ha niente a che vedere con una filosofia accattivante per fare proseliti o con l'insieme di norme e precetti che Paolo conosceva bene sin dalla giovinezza e che adesso considera uno scarto di cui liberarsi (cfr. Fil 3, 8).
Quello di Paolo è un rapporto personale e trasformante col Cristo, modello del rapporto intimo e necessario a cui ogni discepolo deve arrivare.

L'evangelizzazione si trova spesso ad un bivio: rimanere annuncio inaudito dell'amore folle di Dio, o rendersi più attraente ed interessante secondo la mentalità del tempo in cui si vive.
La tentazione nella Chiesa di rendere il Vangelo più razionale, più comprensibile e accettabile, è tanto più forte quando, come in questo difficile anno di pandemia, i luoghi di culto sono stati chiusi e la gente ha perso "l'abitudine" ad andare a messa.
La Chiesa, sull'esempio dell'apostolo Paolo,
riacquisti il suo coraggio e denunci ciò che allontana dal cuore del Vangelo, annunciando con franchezza la "rivelazione di Gesù Cristo" che ha ricevuto in dono.
Il Vangelo è uno scandalo per ogni tipo di credente e rimarrà, se è veramente il Vangelo di Cristo, scandalo per chiunque ascolti. Abbandoniamo qualsiasi altro annuncio che non sia Parola del Cristo e lasciamoci trascinare in un rapporto intimo, personale e avvolgente che ci porti a lui.

Commenti

  1. "Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano". Benedetto coraggio di Paolo che non vuole annacquare lo scandalo e la novità del Vangelo. Se fosse più ragionevole, più alla portata, più alla moda col nostro tempo, più distante dall'idea della croce, più ottimista verso il nostro povero cuore umano, più consolatorio per noi così sfiduciati, allora avrei la certezza che non è quello di Gesù. Vangelo e mondo si scontrano. Vangelo ed egocentrismo si scontrano. Vangelo e opportunismo si scontrano. Vangelo e affari si scontrano. Vangelo e dono sino alla fine si offrono alla nostra umanità ferita come balsamo. Vangelo e amore senza condizioni si offrono come rugiada alla nostra sete di vita.

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  2. Cerco il consenso degli uomini...............
    E' facile questo;io l'ho già vissuto e lo vivo quotidianamente
    Qui mi si ribalta tutto
    Cerca un altro consenso,quello veramente UNICO,giusto,valido,duraturo..
    Ci sto lavorando,spogliandomi dell'applauso a tutti i costi

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