Prima lettura di domenica 18 ottobre 2020

Tu non mi conosci
Is 45, 1.4-6

"Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
«Io l’ho preso per la destra,
per abbattere davanti a lui le nazioni,
per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui i battenti delle porte
e nessun portone rimarrà chiuso.
Per amore di Giacobbe, mio servo,
e d’Israele, mio eletto,
io ti ho chiamato per nome,
ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca.
Io sono il Signore e non c’è alcun altro,
fuori di me non c’è dio;
ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci,
perché sappiano dall’oriente e dall’occidente
che non c’è nulla fuori di me.
Io sono il Signore, non ce n’è altri»".


L'Eletto, l'Unto, il Messia, ha una lunga biografia nella scrittura. I profeti ne hanno parlato in vari modi, delineando la figura di questo liberatore di un popolo e di ogni uomo. Isaia intravede in una figura storica, il pagano re Ciro, le caratteristiche di questo misterioso liberatore che agisce in quel periodo storico cruciale del ritorno dall'esilio.

"Dice il Signore del suo eletto, di Ciro".
È paradossale che Isaia indichi in un potente della terra, Ciro II il Grande, imperatore della Persia, l'eletto del Signore!
Vissuto nel 6° secolo a.C., Ciro fu un personaggio straordinario, amante dell'arte e della cultura, celebrato per le sue grandi imprese in scritti antichi, compresa la Bibbia.
Nelle sue conquiste si spinse fino l'Impero babilonese annettendolo nel 539 a.C. e si distinse per la sua lungimiranza ed equità nel governare i popoli vinti.
Con il suo editto del 538 a.C. permise agli Ebrei, deportati a Babilonia dal re Nabucodonosor, non solo di fare ritorno in Palestina, ma di ricostruire il tempio di Gerusalemme, distrutto dai Babilonesi.
La fine dell'esilio e della schiavitù, annunciata dai profeti, incredibilmente si realizza per mano di un pagano, segno della Signoria di Dio su tutti i popoli; nessun uomo è fuori dal suo amore e dalla sua provvidenza.

"Io l’ho preso per la destra,
per abbattere davanti a lui le nazioni,
per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui i battenti delle porte
e nessun portone rimarrà chiuso".

Questa la descrizione delle gesta di Ciro, la cui fama si era diffusa rapidamente in tutto il medio Oriente.
Isaia però dà una lettura da credente a queste imprese: è la premura di un padre verso un figlio quella del Signore che accompagna con mano sulle vie che ha predisposto per lui.
Abbattere, sciogliere, aprire: tutte azioni che le Scritture riservano a Dio e qui sono accreditate all'Eletto che scioglie le catene della schiavitù, abbatte gli oppressori e apre le porte di Babilonia che non sarebbe stata "più chiamata signora di regni (Is 47, 5).

"Per amore di Giacobbe, mio servo,
e d’Israele, mio eletto,
io ti ho chiamato per nome,
ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca".

Per la fedeltà alla sua promessa il Signore agisce e sceglie questo re, gli dà lui un nome che tutti possono osannare, un titolo sugli altri uomini. Ma, sorprendendoci, il profeta ci rivela che Ciro non conosce il Signore!
Anche chi non conosce il Signore è da lui conosciuto e guidato per le vie del bene.

"Io sono il Signore e non c’è alcun altro,
fuori di me non c’è dio".

È la professione di fede di Israele, lo Shemà: "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo" (Dt 6, 4).
Il Signore si proclama unico e tutto è nelle sue mani, tutto dipende da lui, non c'è un'altra autorità, un idolo che ha potere oltre lui.
Al versetto finale del brano riafferma: "Io sono il Signore, non ce n’è altri".
Isaia si guarda intorno e non ne scopre un altro come il suo Dio; è il dono prezioso di Israele, la predilezione in una relazione unica in cui l'inconoscibile si fa incontrare e riconoscere negli eventi della storia.

"Ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci,
perché sappiano dall’oriente e dall’occidente
che non c’è nulla fuori di me".

Ritorna l'affermazione che Ciro agisce per il bene del popolo pur non avendo nessuna relazione consapevole col Dio d'Israele.
Il Signore continua a preparare il suo Eletto, e questo sarà un segno per tutti i popoli della sua unicità.
Bella l'ultima affermazione: "non c’è nulla fuori di me"; ci ricorda l'affermazione di Gesù: "Senza di me non potete fare nulla” (Gv 15, 5): tutto è nel Signore, tutto è mosso da lui, tutto ha senso in lui.

Questo brano mette fiducia, rinsalda la speranza. Ci sentiamo così piccoli e insignificanti di fronte a scelte di potenti che sembrano passare sopra le vite di poveri disgraziati di cui non si occupa nessuno.
Non è così: tutto è inserito in un potere più grande che porta al bene, che con la sua mano realizza i progetti sapienti, con i potenti e nonostante i loro progetti vani.
I profeti ci parlano ancora, annunciando il protagonista nascosto ma attivo nella storia, l'unico che opera fino a che sarà "tutto in tutti" (1Cor 15, 28).

Commenti

  1. "Ti ho chiamato per nome, ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca". È vero e mi ferisce. Non ti conosco e sento il mio nome sulle tue labbra. Mi hai dato il titolo più bello: figlio. Ora so il tuo titolo: Padre. Perché hai detto il mio nome, ora ti conosco un po'. La mia ricerca ha finalmente un punto vero da cui ripartire. Non conoscerti non mi impedisce di credere che sei rivolto verso di me, conosciuto e amato da te che invoco come mio Dio. La conoscenza ha in te origine, il mio nome prende in te senso, il titolo più vero per me, mi permette di sentire il tuo sguardo. Sei nascosto e mi hai dato una traccia per raggiungerti.

    RispondiElimina
  2. "Io sono il Signore e non c’è alcun altro,
    fuori di me non c’è dio"
    Meno male!
    Grazie per la tua elargizione e bontà
    rendimi più perspicace e furbo nel creare solo cose ben viste da TE;ne' godrò prima io!
    Amen

    RispondiElimina
  3. .. ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci. Signore ti fidi di me e mi spingi ad agire. La fede non è  restare ferma, ma camminare, adoperare, essere disposti a nuovi incontri e a fare cose nuove, mentre la paura immobilizza, la fede da vitalità, dinamismo e speranza.
    Ti ringrazio Signore.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019