Prima lettura del 10 novembre 2020
Tt 2, 1-8.11-14
"Carissimo, insegna quello che è conforme alla sana dottrina.
Gli uomini anziani siano sobri, dignitosi, saggi, saldi nella fede, nella carità e nella pazienza. Anche le donne anziane abbiano un comportamento santo: non siano maldicenti né schiave del vino; sappiano piuttosto insegnare il bene, per formare le giovani all’amore del marito e dei figli, a essere prudenti, caste, dedite alla famiglia, buone, sottomesse ai propri mariti, perché la parola di Dio non venga screditata.
Esorta ancora i più giovani a essere prudenti, offrendo te stesso come esempio di opere buone: integrità nella dottrina, dignità, linguaggio sano e irreprensibile, perché il nostro avversario resti svergognato, non avendo nulla di male da dire contro di noi.
È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone".
Tito, stretto collaboratore di Paolo e compagno nei suoi viaggi, era di origine greca; giovane e fervente, divenne vescovo nella chiesa di Creta dove Paolo si era recato per evangelizzare.
Tito, stretto collaboratore di Paolo e compagno nei suoi viaggi, era di origine greca; giovane e fervente, divenne vescovo nella chiesa di Creta dove Paolo si era recato per evangelizzare.
La lettera, indirizzata a lui, è ricca di sapienza evangelica e di consigli per il suo servizio di pastore in una nuova comunità di credenti in cui tutto è inedito, tutto da scoprire e da mettere in piedi, partendo dai maestri e dalle maestre, dai formatori e dalle educatrici, coloro che nella maturità donano se stessi per la pienezza di vita dei figli e dei giovani.
"Carissimo, insegna quello che è conforme alla sana dottrina".
Tante voci arrivano nelle nuove chiese, ancora immature, non familiarizzate al Vangelo e quindi facili da fuorviare con dottrine non ortodosse, distanti dall'insegnamento del Cristo!
Sana dottrina è per Paolo quella condivisa tra gli apostoli e che, ancorata al Vangelo, si tiene lontana da interessi mondani e dalla tentazione di recuperare elementi dei culti antichi da cui i cristiani convertiti provenivano.
"Gli uomini anziani siano sobri, dignitosi, saggi, saldi nella fede, nella carità e nella pazienza".
È il desiderio che gli anziani non si abbandonino a sé stessi, né vengano abbandonati dalla comunità. Sono la ricchezza delle nuove generazioni, loro che sono passati dall'esperienza e non sono illusi che la salvezza venga dalle loro capacità.
Sobrietà, saggezza, fede, carità, pazienza, sono le virtù di cui i giovani hanno fame e che gli anziani possono far fruttificare con grande generosità nella comunità dei credenti (cfr. Sal 92, 15).
"Anche le donne anziane abbiano un comportamento santo: non siano maldicenti né schiave del vino; sappiano piuttosto insegnare il bene, per formare le giovani all’amore del marito e dei figli, a essere prudenti, caste, dedite alla famiglia, buone, sottomesse ai propri mariti, perché la parola di Dio non venga screditata".
Le donne anziane sono tenute in gran conto da Paolo, anch'esse indicate come formatrici capaci nella famiglia e nella chiesa.
La Parola non è solo tesoro geloso degli uomini: anche le donne, sull'insegnamento di Gesù che non faceva discriminazione fra i sessi, sono preziose evangelizzatrici, madri amorevoli, esempio per le giovani che si affacciano alla vita matura.
"Esorta ancora i più giovani a essere prudenti, offrendo te stesso come esempio di opere buone: integrità nella dottrina, dignità, linguaggio sano e irreprensibile, perché il nostro avversario resti svergognato, non avendo nulla di male da dire contro di noi".
I più giovani in comunità vanno incoraggiati e sostenuti nel loro cammino cristiano. E Paolo si auspica che Tito mostri, con la sua fede, il carisma di capo della comunità, colui che è volto al bene comune, formatore capace di valorizzare la sapienza degli anziani e il fervore dei giovani.
E' necessario che gli educatori non vacillino, altrimenti coloro che vogliono insinuare false dottrine avrebbero campo facile.
"È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini".
In mezzo ad esortazioni esistenziali, ecco apparire l'annuncio dell'amore gratuito ed immeritato di Dio per gli uomini (la grazia appunto).
È apparsa, è un'epifania del Signore, la salvezza si è mostrata in Gesù e da lui "abbiamo ricevuto grazia su grazia" (Gv 1, 16)
Paolo si aggancia alla professione di fede, alla rivelazione che apre il Vangelo di Giovanni.
Questo è il Prologo della Chiesa, la Genesi di una nuova creazione: è apparsa, si è fatta visibile e finalmente conoscibile la salvezza del Verbo di Dio.
"Ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo".
La grazia ci fa sperare contro ogni evidenza distruttiva, la luce del Cristo irrompe nelle logiche tenebrose del mondo distruggendole.
Certi nelle parole del Salvatore Gesù Cristo che ha detto "Sì, vengo presto", i discepoli possono sperare nella nuova e conclusiva manifestazione che porterà sazietà e compimento alle attese, invocando "Amen! Vieni, Signore Gesu’!” (Ap 22, 20).
"Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone".
Il dono di Dio in Gesù diventa sorgente di una nuova vita che nasce dall'essere stati riscattati da ogni schiavitù, da ogni potere e da ogni peccato.
Zelo e opere buone, cioè un vero spirito missionario, devono animare noi credenti "nell'attesa della sua venuta".
E' lui che ci salverà definitivamente da ogni male, da ogni dolore, da ogni morte, da ogni pandemia e da ogni mortificante privazione.
Paolo ci dice, rincuorandoci, che per volontà sua gli apparteniamo, siamo suoi, purificati e generati al bene dalla Grazia, apparsa per sempre, alba senza tramonto che porterà ognuno di noi alla Luce.
"Carissimo, insegna quello che è conforme alla sana dottrina".
Tante voci arrivano nelle nuove chiese, ancora immature, non familiarizzate al Vangelo e quindi facili da fuorviare con dottrine non ortodosse, distanti dall'insegnamento del Cristo!
Sana dottrina è per Paolo quella condivisa tra gli apostoli e che, ancorata al Vangelo, si tiene lontana da interessi mondani e dalla tentazione di recuperare elementi dei culti antichi da cui i cristiani convertiti provenivano.
"Gli uomini anziani siano sobri, dignitosi, saggi, saldi nella fede, nella carità e nella pazienza".
È il desiderio che gli anziani non si abbandonino a sé stessi, né vengano abbandonati dalla comunità. Sono la ricchezza delle nuove generazioni, loro che sono passati dall'esperienza e non sono illusi che la salvezza venga dalle loro capacità.
Sobrietà, saggezza, fede, carità, pazienza, sono le virtù di cui i giovani hanno fame e che gli anziani possono far fruttificare con grande generosità nella comunità dei credenti (cfr. Sal 92, 15).
"Anche le donne anziane abbiano un comportamento santo: non siano maldicenti né schiave del vino; sappiano piuttosto insegnare il bene, per formare le giovani all’amore del marito e dei figli, a essere prudenti, caste, dedite alla famiglia, buone, sottomesse ai propri mariti, perché la parola di Dio non venga screditata".
Le donne anziane sono tenute in gran conto da Paolo, anch'esse indicate come formatrici capaci nella famiglia e nella chiesa.
La Parola non è solo tesoro geloso degli uomini: anche le donne, sull'insegnamento di Gesù che non faceva discriminazione fra i sessi, sono preziose evangelizzatrici, madri amorevoli, esempio per le giovani che si affacciano alla vita matura.
"Esorta ancora i più giovani a essere prudenti, offrendo te stesso come esempio di opere buone: integrità nella dottrina, dignità, linguaggio sano e irreprensibile, perché il nostro avversario resti svergognato, non avendo nulla di male da dire contro di noi".
I più giovani in comunità vanno incoraggiati e sostenuti nel loro cammino cristiano. E Paolo si auspica che Tito mostri, con la sua fede, il carisma di capo della comunità, colui che è volto al bene comune, formatore capace di valorizzare la sapienza degli anziani e il fervore dei giovani.
E' necessario che gli educatori non vacillino, altrimenti coloro che vogliono insinuare false dottrine avrebbero campo facile.
"È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini".
In mezzo ad esortazioni esistenziali, ecco apparire l'annuncio dell'amore gratuito ed immeritato di Dio per gli uomini (la grazia appunto).
È apparsa, è un'epifania del Signore, la salvezza si è mostrata in Gesù e da lui "abbiamo ricevuto grazia su grazia" (Gv 1, 16)
Paolo si aggancia alla professione di fede, alla rivelazione che apre il Vangelo di Giovanni.
Questo è il Prologo della Chiesa, la Genesi di una nuova creazione: è apparsa, si è fatta visibile e finalmente conoscibile la salvezza del Verbo di Dio.
"Ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo".
La grazia ci fa sperare contro ogni evidenza distruttiva, la luce del Cristo irrompe nelle logiche tenebrose del mondo distruggendole.
Certi nelle parole del Salvatore Gesù Cristo che ha detto "Sì, vengo presto", i discepoli possono sperare nella nuova e conclusiva manifestazione che porterà sazietà e compimento alle attese, invocando "Amen! Vieni, Signore Gesu’!” (Ap 22, 20).
"Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone".
Il dono di Dio in Gesù diventa sorgente di una nuova vita che nasce dall'essere stati riscattati da ogni schiavitù, da ogni potere e da ogni peccato.
Zelo e opere buone, cioè un vero spirito missionario, devono animare noi credenti "nell'attesa della sua venuta".
E' lui che ci salverà definitivamente da ogni male, da ogni dolore, da ogni morte, da ogni pandemia e da ogni mortificante privazione.
Paolo ci dice, rincuorandoci, che per volontà sua gli apparteniamo, siamo suoi, purificati e generati al bene dalla Grazia, apparsa per sempre, alba senza tramonto che porterà ognuno di noi alla Luce.
"È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini". Quanta gioia portano al mio cuore queste parole benedette. Non sono quelle che ogni orecchio in questo mondo vuole sentire? Appare ciò che c'era, ma nascosto. Grazia, cioè un dono gratuito, ma veramente gratuito. Che porta, non che prende. Salvezza, cioè vita liberata. A tutti gli uomini, come il sole, come l'aria, per tutti, senza se e senza ma. Ogni parola la ripeto stupito e contento che sia stata detta e scritta. I miei occhi godono di ognuna di queste parole. Il mio cuore le accoglie avidamente, come l'acqua un assetato. La mia mente le protegge e le difende da demoni ed idoli, che vogliono sminuirle e condizionarle per renderle non per tutti. È l'annuncio che voglio gridare ad ogni uomo e donna che incontro. È la bella notizia con cui voglio portare gioia a chi è nella sofferenza e senza speranza. È una parola che porta salvezza già mentre è annunciata. È apparsa nel mio cuore la grazia e desidera apparire finalmente a tutti!
RispondiEliminaRinnegare il vecchio,l'empietà,i desideri mondani.....
RispondiEliminaAppartenere
Questo è il nuovo ...il tutto gestito con l'orizzonte rivolto a TE
esempio da imitare,modello a cui appigliarsi,
DESIDERANDOLO.
Accresci la mia sapienza in Te
Grazie Gesù!
La Tua Grazia Signore mi avvolga e mi sostenga,
RispondiEliminami dia forza e coraggio di testimoniarti