Prima lettura del 23 novembre 2020

Essi cantano
 Ap 14, 1-3.4-5

"Io, Giovanni, vidi: ecco l’Agnello in piedi sul monte Sion, e insieme a lui centoquarantaquattromila persone, che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo.
E udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e agli anziani. E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra.
Essi sono coloro che seguono l’Agnello dovunque vada. Questi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia".


Ancora una visione di Giovanni, con al centro l'Agnello immolato e i centoquarantaquattromila redenti.
Ancora una visione pasquale che attualizza i passi dell'esodo dell'antico Israele.

"Io, Giovanni, vidi".
Apostolo ed evangelista, Giovanni, rapito dallo Spirito durante una liturgia nel giorno del Signore, ascolta e vede. Scrive la sua esperienza perché diventi sostegno a chi è impegnato ogni giorno nel testimoniare il Risorto.

"Ecco l’Agnello in piedi sul monte Sion, e insieme a lui centoquarantaquattromila persone, che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo".
Mosè e il popolo uscito dall'Egitto sono sostituiti dall'Agnello e dalla comunità trasfigurata che appartiene al Padre.
Centoquarantaquattromila è un numero simbolico che riunisce le 12 tribù e i dodici apostoli, la nuova chiesa, quindi 12 al quadrato, moltiplicato per mille: tutto dice la completezza, la pienezza raggiunta. È l'esodo definitivo che ha come guida l'Agnello che ha fatto Pasqua traghettando il popolo non nel Mar Rosso, ma dalla morte alla vita risorta.
Adesso il popolo è guidato verso la terra della promessa definitiva, il Regno del Padre. Ognuno è segnato sulla fronte con un sigillo, il nome dato dal Padre e dal Messia vittorioso: sono proprietà del Signore, sotto la sua protezione.

"E udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono".
Giovanni sente cose difficili da trasmettere; descrive una voce possente che lo avvolge senza distruggerlo. E' circondato dal fragore che pian piano prende forma.

"La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e agli anziani".
Una grande orchestra di cetre che accompagna un grande coro: tutti lodano il Dio vivente.
Ecco cosa sente il veggente quando si sintonizza con quel fragore.
E come nella visione del capitolo 5, la scena si svolge davanti al Trono (simbolo della signoria di Dio) alla presenza dell'intero universo (i quattro esseri viventi) e agli anziani (i capi tribù dell'antico Israele uniti al nuovo Israele, gli apostoli).
La creazione e tutta la storia umana sono ricapitolate in questa liturgia; il fine del creato è la lode al Dio Vivente!

"E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra".
È un canto nuovo destinato al popolo nuovo e trasfigurato, reso capace di entrare in comunione con il mistero profondo di Dio grazie al sacrificio dell'Agnello.

"Essi sono coloro che seguono l’Agnello dovunque vada".
Sono i compagni dell'Agnello, le pecore che conoscono la sua voce, coloro che si è conquistato a prezzo del suo sangue, che vivono con lui e lo seguono ovunque perché ormai fanno parte di lui.

"Questi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello".
Sono le primizie dei salvati, in attesa di tutto il raccolto che avverrà alla fine. E come primizie sono offerte al Signore. Sono i primogeniti, coloro che aprono la strada ai tanti fratelli.

"Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia".
I primogeniti hanno la purezza del Figlio: non si sono macchiati con l'idolatria, sono liberi dalla menzogna degli idoli muti e inanimati e hanno lavato le loro vesti nel sangue dell'Agnello (cfr. Ap 7, 14).
Il cuore puro è quello sintonizzato solo sul Signore; segue la voce del pastore e non segue nessun'altra divinità.

La vittoria dell'Agnello non è solo sua: Giovanni vede unita a lui la primizia dei salvati, l'inizio della moltitudine immensa che nessuno riesce a contare (cfr. Ap 7, 9) ma che sta tutta, tutta prevista e accolta, nel disegno del Padre.
Come in una galassia che gira attorno al suo sole, l'universo esprime la lode corale davanti al trono del Signore; l'eucarestia creaturale, il rendere grazie si alza da tutto il creato e raggiunge il suo inizio, che è suo fine.
La salvezza è universale e abbraccia l'antico come il nuovo popolo. Tutti i tempi e gli uomini sono redenti e portati alla vita in questo disegno d'amore:
"Il tempo della fine
sarà innanzitutto
storia del Padre:
in Colui dal quale
tutto è venuto,
tutto verrà a riposare" (Bruno Forte).

Commenti

  1. "Essi sono coloro che seguono l’Agnello dovunque vada". Visione seducente di una compagnia e una amicizia che profuma di intimità. Intimità divina. L'Agnello, volto simbolico del Cristo risorto, attira dietro a se dei compagni. Attirami dietro a te, corriamo. Portami sempre con te. Dove vai a pascolare? Accoglimi alla tua mensa. Stare con te vale più di ogni bene. Seguo, dietro a te, il sentirò della vita. E con te passando per la valle del pianto diventa una sorgente di acque che dissetano. Stare con te è meglio che abitare nel luogo più bello di questo mondo. Giovanni mi ha contagiato? Sono un visionario? L'Agnello mi ha chiamato ad essere suo compagno. Lo seguo con gioia.

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  2. "E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra".

    Credo a ciò che vedo?
    Tocco tutto quello che voglio conoscere.....
    Ma UNA cosa,LA cosa più grande la devo scoprire frequentandola,non toccandola fisicamente;la devo ingoiare e poi sarò redento!

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  3. Abbiamo il Tuo Sigillo
    di figli
    che nessuno potrà
    cancellare :
    grazie Padre buono,
    a te il.mio canto di lode

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  4. "Essi sono coloro che seguono l’Agnello dovunque vada". Seguirti sempre, in ogni momento, in ogni circostanza buona o cattiva della mia realtà, mi porta alla salvezza...

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