Prima lettura del 20 novembre 2020

Devi profetizzare ancora
Ap 10, 8-11

"Io, Giovanni, udii una voce dal cielo che diceva: «Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra».
Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele».
Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re»".


Altra visione che Giovanni ci regala oggi, altra rivelazione sul senso nascosto della nostra storia umana.
Tanto di ciò che viviamo non è immediatamente visibile e sono le incertezze, i periodi di smarrimento e le cose inspiegabili, quelle che fanno nascere la grandi domande. La fede, combattuta nella tempesta, cerca le risposte nella presenza del Dio liberatore della storia.

"Io, Giovanni, udii una voce dal cielo che diceva".
Giovanni vede perché ascolta. È la logica della fede biblica, tutto nasce dall'ascolto. Le visioni sono di chi entra nell'Amore amando, di chi incarna la Parola e ce la riconsegna per immagini.

"Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra".
Un libro aperto, cioè pronto per essere letto, donato dall'alto, in cui cielo e terra sono coinvolti.
Il cap. 10 si era aperto con queste parole:
"Vidi poi un altro angelo, possente, discendere dal cielo, avvolto in una nube, la fronte cinta di un arcobaleno; aveva la faccia come il sole e le gambe come colonne di fuoco. Nella mano teneva un piccolo libro aperto. Avendo posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra" (Ap 10, 1-2).
E' un angelo "speciale", che domina mare e terra, che ha nelle mani il libro che adesso Giovanni riceve.
Il manto, la fronte, la faccia e le gambe ci dicono che ha una potenza mai vista, e Giovanni riesce a descriverla solo paragonandola a eventi grandiosi del cielo.

"Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele»".
Non è la semplice lettura intellettuale che questo libro richiede, ma quella preceduta dalla preghiera, mangiata, cioè assimilata profondamente, come una medicina, amara ma cura indispensabile alla guarigione.
Il libro è faticoso da fare proprio, perché parola di un altro, rivelazione inedita e distruttiva di ogni idolatria.
E' mangiato perché vero cibo, non fatto del pane che conosciamo sulle nostre tavole, ma di Parola che nutre per la Vita (cfr. Mt 4, 4).
Divorato con desiderio rivelerà la fatica della croce da cui si deve passare per arrivare alla dolcezza della resurrezione.

"Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza".
Proprio come annunciato dall'angelo, Giovanni fa, in visione, l'esperienza della Parola che coinvolge tutti i sensi (vede, sente, gusta, tocca, parla).
L'apostolo qui cita le stesse immagini dell'investitura di Ezechiele, spinto a ingoiare e digerire il rotolo, scritto da entrambi le parti, dispiegato davanti a lui, che contiene "lamenti, pianti e guai" (Ez 2, 10) ma che alla sua bocca risulta "dolce come il miele" (Ez 3, 3).
Sono bellissime sfumature che mostrano la Parola di Dio in tutta la sua potenza di vita e ricchezza di contenuto che riempiono il profeta e lo rendono capace di annunciare all'umanità il mistero di cui è fatto partecipe.

"Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re»".
Ora è Giovanni, nuovo profeta, ad essere investito della vocazione dopo che la Parola ha nutrito la sua vita. È una Parola che non si può tenere per sé, ma destinata a nutrire, saziare e risanare tutti coloro che l'ascoltano.
La profezia del dopo Cristo è strettamente legata a quella del prima di Cristo e la familiarità di Giovanni con la Scrittura ci fa approfondire aspetti che nell'antica profezia erano misteri legati e oscuri.
Questo è il libro unico, l'unica voce che getta un ponte tra la terra e il mare, tra mondi che sembrano totalmente diversi e invece si nutrono e si rimandano l'uno all'altro.
La Parola è assunta tutta, niente viene perso perché il Cristo riunifica in lui i due mondi; la parola di prima si capisce e trova completezza solo nelle sue nuove parole (cfr. Mt 5, 17).
E la profezia è donata a tutti! Ogni luogo e tempo ne riceve nutrimento, ed è "da annunciare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo.” (Ap 14, 6).
Giovanni continua a "profetizzare ancora" e porta questo nutrimento fino alla fine dei tempi.

Commenti

  1. «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele». Giovanni in visione mangia un libro, si nutre della Parola. Dolce in bocca, amaro nelle viscere. Miele ed amarezza, consolazione e medicina. Oggi ho bisogno di consolazione e cura. È così che accolgo la Parola. Oggi ancora Signore ti prendi cura di me. Mi sei intimo nella tua Parola. Non ti fermi all'apparenza. Conosci la mie viscere più profonde e quanto è grande il bisogno di te. Miele e medicina per la mia infermità. Oggi ascolto, oggi mi nutri, oggi guarisci il mio male.

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  2. "Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro.

    Un libro è fonte di sapere
    IMPARI
    Questo libro è oltretutto esemplare UNICO
    Ti dà quello che altri non danno
    Sentimenti di pace,rettitudine,serenità...........e tanto altro
    Ma il tutto da vivere dopo un trapasso doloroso,quello di abbattere la propria(MIA) logica.
    Fidarsi(ti)di questo buono ,dolce di miele che viene DOPO l'amaro in bocca.
    Dopo la tempesta la quiete;ne vale la pena GIULIO.

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