Prima lettura del 25 novembre 2020

In piedi sul mare
Ap 15, 1-4

"Io, Giovanni, vidi nel cielo un altro segno, grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi è compiuta l’ira di Dio.
Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco; coloro che avevano vinto la bestia, la sua immagine e il numero del suo nome, stavano in piedi sul mare di cristallo. Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello:
«Grandi e mirabili sono le tue opere,
Signore Dio onnipotente;
giuste e vere le tue vie,
Re delle genti!
O Signore, chi non temerà
e non darà gloria al tuo nome?
Poiché tu solo sei santo,
e tutte le genti verranno
e si prostreranno davanti a te,
perché i tuoi giudizi furono manifestati»".


Viene da ridere quando si parla dell'Apocalisse come di un libro terrificante e misterioso! Non si sa quale libro abbiano letto alcuni commentatori e viene il dubbio se lo abbiano letto!
Al contrario è il libro che porta pace in ogni catastrofica rovina dell'umanità, che guarda oltre la cortina della devastazione e scopre la mano di Dio che distrugge il vecchio per ricreare un nuovo mondo nella sua pace.
Una serie di segni grandi e meravigliosi preparano la fase decisiva delle nozze: l'Agnello si rivela alla sua sposa, l'umanità, mostrando la liberazione da ogni male e la sposa risponde col canto al suo amato.

"Io, Giovanni, vidi nel cielo un altro segno, grande e meraviglioso".
Un segno dopo l'altro si dispiega davanti al veggente Giovanni e la rivelazione diviene sempre più trasparente della gloria di Dio e dell'Agnello.
"Grande e meraviglioso" sottolinea l'opera incessante del Signore che è sempre nuova e stupefacente agli occhi delle creature.
Sono segni universali, manifestazioni definitive e inequivocabili che tolgono il velo, svelano il volto del Signore. Nessuno può più temere che Dio non stia dalla sua parte!

"Sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi è compiuta l’ira di Dio".
I flagelli ricordano le piaghe, i segni che hanno preceduto l'uscita del popolo dall'Egitto; segni che la potenza del faraone e dei suoi dignitari non riuscirono a contrastare.
Sono gli ultimi prima che si manifesti la forza salvifica del Signore, l'ultimo atto che decreta la liberazione definitiva dai nemici degli uomini.

"Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco; coloro che avevano vinto la bestia, la sua immagine e il numero del suo nome, stavano in piedi sul mare di cristallo".
Mare e fuoco insieme: nel primo esodo Mosè ha sperimentato la presenza del Signore in segni che potevano essere di morte, ma che si rivelavano di protezione per il popolo.
Ora nell'esodo finale sono ancora segno dell'azione e della fedeltà di Dio alle sue promesse.
I vincitori delle potenze idolatriche di questo mondo sono in piedi, risollevati da morte e dominanti il mare.
Il popolo cammina sul mare senza affondare negli abissi, con la stessa potenza del Cristo che domina le tempeste (Mc 4, 39-41).

"Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello".
Ecco cosa mostra la visione: Mosè e l'Agnello, i due liberatori, nel primo esodo e nell'esodo finale. Tutto il libro dell'Apocalisse gioca intrecciando i due esodi. Dio che ha liberato dall'Egitto, con braccio potente, dei poveri fuggiaschi, è lo stesso che, fedele al suo nome, porterà la liberazione definitiva della creazione.
Il popolo dei salvati alza al cielo una lode che richiama il cantico del mare di Esodo 15.

"Grandi e mirabili sono le tue opere,
Signore Dio onnipotente;
giuste e vere le tue vie,
Re delle genti!"
Questo il dono della rivelazione finale: le opere di Dio, che dall'inizio della creazione sono grandi e meravigliose, diventano mirabili da tutti, espliciti ed inequivocabili gesti d'amore.
Finalmente quella paura su Dio che "prima o poi chiede il conto" si dissolve davanti alla sua giustizia, opera ultima e necessaria. Il Signore fa giustizia inondando tutte le cose di misericordia, impregnandole di sé!

"Poiché tu solo sei santo,
e tutte le genti verranno
e si prostreranno davanti a te,
perché i tuoi giudizi furono manifestati".
Noi abbiamo una speranza fondata: la vittoria sul male è definitiva, totale e manifestata.
Dio è il pienamente Santo, l'unico vincitore su ogni altro nome che non sia il suo, su tutte le immagini idolatriche e sui numeri dei poteri che esprimono solo precarietà e un'azione limitata e passeggera.

L'Apocalisse ci fa alzare la testa, senza più paura su malattie, piaghe, pestilenze, abissi e fuochi, senza più dubbi su chi sia il trionfatore della storia.
Il canto si leva sul mare, che diventa trasparente e solido, luogo sicuro su cui camminare, e va' al "Re delle genti" che opera prodigi, non per mostrare la sua bravura, ma per salvare i suoi figli.
E' l'atto d'amore finale e completo e tutti i popoli sono coinvolti in questa epifania che toglie ogni velo e mostra il vero volto del Padre Liberatore.

Commenti

  1. "Poiché tu solo sei santo,
    e tutte le genti verranno
    e si prostreranno davanti a te,
    perché i tuoi giudizi furono manifestati". Parole profetiche che accendono nel mio cuore l'adorazione. Santità di Dio, Giudizio che si manifesta: due doni che nel silenzio e nel profondo mi indicano l'Amore. Santità contagiosa e Giudizio liberante: così il mio Dio mi raggiunge. Così mi accomuna alla sua vita. Santità e libertà, il mio segreto presente, la mia speranza futura. Nel mio santuario interiore arde la presenza del Santo Giudice. La mia vita è terreno in cui ha nascosto questi suoi semi fecondi. Nel silenzio, gratitudine, stupore e adorazione, come incenso per il mio Signore.

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  2. "...Tutti verranno.."
    Signore,Tu mi consoli
    con la Tua promessa:
    il mio cuore
    si riempie di Te
    e Ti dà gloria

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  3. "Grandi e mirabili sono le tue opere,
    Signore Dio onnipotente" ed io ne sono testimone

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