Prima lettura di domenica 22 novembre 2020

Le pascerò con giustizia
Ez 34, 11-12.15-17

"Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri".


Un Dio pastore, attento, amorevole, protettivo: così i profeti presentano il Signore, sottolineando la sua vicinanza e la sua cura per l'umanità. Questa immagine rivelativa di come agisce Dio, è così calzante che verrà assunta da Gesù. Lui si presenterà come il Pastore bello, secondo il progetto del Padre, che conosce ognuna delle sue pecore e da esse è riconosciuto e amato (cfr. Gv 10, 14).

"Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna".
Un tempo nuovo in cui il Signore direttamente si prende cura del suo popolo. Cerca e guarda una ad una le sue pecore, conoscendole per nome (cfr. Gv 10, 11).

"Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse".

Come le passa in rassegna? Come il capo di un esercito, come uno che "conta" ciò che possiede?
No di certo! Egli le guarda, per lui contano!
Come un pastore che le aveva perse, adesso che le ha radunate, spera che ci siano tutte, che nessuna manchi!
Radunare i dispersi non è un'attività superflua: è l'azione continua di questo pastore. Non si dà pace finché tutte sono di nuovo intorno a lui. Esperienza già vissuta nell'esodo e nel ritorno da Babilonia, in cui il Signore lotta per strappare il popolo dai nemici che lo tengono prigioniero: "Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo" (Ez 36, 24).

"Così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine".
Altra azione necessaria, di liberazione, è cercare nelle tenebre i dispersi che sono andati fuori strada, perdendo la via del ritorno alla loro casa.
Le nebbie, la confusione del mondo, le false illusioni che fanno seguire mercenari pronti a ghermirle per rubargli la vita, mettono in moto il pastore che le raggiunge nel deserto della loro solitudine, se le rivà a prendere e se le carica sulle spalle per fargli fare i passi che loro non sanno e non riescono a fare (cfr. Lc 15, 4- 6).

"Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare".
Se si conoscono dei pastori, si sa bene che il loro è veramente un lavoro 24 ore su 24! Non c'è riposo, perché anche nelle feste e nelle domeniche le pecore devono nutrirsi ed essere accudite. Non per niente Gesù assume questa immagine: la sua è una dedizione assoluta per coloro che ama. Non può fermarsi dal nutrire; la sua è una provvidente e continua opera da mamma, da nutrice.
Il benessere delle pecore è la prima preoccupazione di un pastore, così vengono sospinte verso il pascolo, ma anche lasciate stazionare su pascoli erbosi per riposare (cfr. Sal 22, 2).
Sazietà e riposo sono segni dell'essere finalmente protetti nella propria casa.

"Oracolo del Signore Dio".
Formula ufficiale con il cui i profeti annunciano che Dio si impegna a realizzare fedelmente la sua Parola. Chi parla non annuncia sue convinzioni arbitrarie, non inventa favole, ma ciò che ha sperimentato del Dio fedele e vicino, ciò che ha udito e ora annuncia!

"Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia".
Un pastore fa camminare le forti e abbandona al proprio destino le azzoppate? Assolutamente no! Ogni pecora è al centro delle attenzioni, mirate per rimuovere quello che impedisce il cammino e colmare le lacune d'amore che rendono zoppe e affaticate.
Ma anche le grasse e le forti ricevono giustizia, cioè il loro posto, la loro considerazione.
La similitudine ci fa entrare nella consapevolezza che per Dio non siamo numeri o cose, ma figli carissimi, ognuno con le proprie esigenze e le proprie doti.

"A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri".
Attenzione e discernimento: il Signore distingue e valorizza ognuno secondo le sue caratteristiche e capacità. Un pastore attento sa che una pecora esige un trattamento diverso da un'altra, così come un trattamento diverso va dedicato per la capre e montoni.
Quando sento quella frase: "ogni padre e madre deve amare i figli allo stesso modo" rabbrividisco! Non c'è considerazione più superficiale e falsa!
L'amore colma le voragini di mancanze, l'amore esalta le doti, l'amore valorizza le differenze come doni preziosi!
Il Signore distingue, fa la differenza per dare ad ognuno la giusta cura: così fa veramente giustizia, cioè giustifica ciò che non lo era.
Se alle volte ci coglie il dubbio che il Signore agisca come il padrone della nostra vita, pagine come queste o quelle del Vangelo dovrebbero venirci alla memoria per consolarci.
Come pecore spaventate possiamo ricordare la sua voce, ricercare di nuovo la sua vicinanza e le sue braccia accoglienti.
Il Signore ci guarda e ci ama diversamente perché ognuno è diverso; ed è attento ad ogni volto: solo così realizzerà la pienezza per tutti.

Commenti

  1. "Così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine". Questa parola profetica rallegra il mio giorno. Dio si prende cura, si prende pensiero di me. Il suo sguardo non mi perde mai di vista. Nessuna nuvola o nebbia può impedirlo. La dispersione ha una cura: il suo amore attraente. Gioia profonda per il Dio della mia vita. Sicurezza che cresce in me per la sua attenzione di sempre. Come pastore, come padre, come madre si prende cura di me. Per questo è il mio Dio, il Dio della mia vita.

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  2. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò --------------------

    Solo TU fai!
    Solo TU agisci!
    Solo TU non hai paraocchi!
    Solo Tu ami indistintamente!
    Io?
    Sono ancora un discente...
    e monello pure-

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  3. Tu Signore, il pastore bello che cura con amore senza distinzione tutte le pecore a te affidate. In te mi rifugio.

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