Prima lettura del 24 novembre 2020

E' giunta l’ora di mietere
Ap 14, 14-19

"Io, Giovanni, vidi: ecco una nube bianca, e sulla nube stava seduto uno simile a un Figlio d’uomo: aveva sul capo una corona d’oro e in mano una falce affilata.
Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che era seduto sulla nube: «Getta la tua falce e mieti; è giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura».
Allora colui che era seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta.
Allora un altro angelo uscì dal tempio che è nel cielo, tenendo anch’egli una falce affilata. Un altro angelo, che ha potere sul fuoco, venne dall’altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: «Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature».
L’angelo lanciò la sua falce sulla terra, vendemmiò la vigna della terra e rovesciò l’uva nel grande tino dell’ira di Dio".


È il tempo finale della mietitura per riempire i granai del Regno. Una visione che riassume altre profezie antiche, tanti annunci di Gesù, ma solo ora Giovanni vede il futuro compimento grazie al ritorno del Figlio dell'Uomo, Gesù Messia.

"Io, Giovanni, vidi: ecco una nube bianca, e sulla nube stava seduto uno simile a un Figlio d’uomo: aveva sul capo una corona d’oro e in mano una falce affilata".
Il Figlio dell'uomo, incoronato re dell'universo è tornato per il tempo atteso della mietitura. Dopo tanta semina nel pianto, nell'incertezza, nella paura del domani (cfr. Sal 126, 6) quello che sembrava solo un sogno diventa realtà.
Gesù lo aveva detto; al suo arrivo sembravano non esserci raccoglitori attenti a questo segno del tempo: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!” (Lc 10, 2).
Neanche l'arrivo del Figlio aveva risvegliato l'urgenza di un unico raccolto per il Regno.
Ma Giovanni vede il momento propizio. Finalmente! L'ordine di mietere è accolto, il raccolto maturo non va perso, arriva la festa tanto attesa e si riempiono i granai del Signore.

"Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che era seduto sulla nube: «Getta la tua falce e mieti; è giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura» ".
Altro elemento importante: la raccolta è completa perché tutta la messe è matura!
È l'annuncio del tempo giusto per la mietitura e nessun chicco è lasciato solo, nessuna spiga è acerba.
L'ora di mietere non appartiene agli uomini, è il tempo stabilito dal Padre.
Gesù nel Vangelo ha dovuto più di una volta raffreddare la fretta dei suoi discepoli che volevano anticipare il tempo del raccolto. La parabola del grano e della zizzania ne sono un esempio (cfr Mt 13, 24-30).
E Pietro riconosce in questa attesa la misericordia di Dio: "usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca"! (2Pt 3, 9)
Ecco: la pazienza ha portato la pienezza del frutto e la mietitura è completa.

"Allora colui che era seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta".
Solo il Figlio dell'Uomo, potente perché innalzato sul trono di Dio (la nube), è il contadino giusto che esegue la mietitura.
Gesù parla dell'annuncio del Vangelo a tutti, anche agli eretici samaritani, come mietitura dei campi di grano (cfr. Gv 4, 35-38).

"Allora un altro angelo uscì dal tempio che è nel cielo, tenendo anch’egli una falce affilata. Un altro angelo, che ha potere sul fuoco, venne dall’altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: «Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature»".
Dopo il grano è il momento di raccogliere l'uva, due frutti che erano segno dell'abbondanza donata nella terra promessa ai padri.
Pane e vino diventano così simbolo dell'intera creazione e dei popoli che vengono raccolti nel Regno.
Grano maturo per il pane della festa, uve mature per il vino inebriante: le nozze dell'Agnello possono iniziare!
Il gesto profetico di Melchisedek, re di Salem, che riconosce in Abramo l'uomo inviato da Dio offrendo pane e vino (cfr. Gn 14, 17-20), si compie in questo rendimento di grazie con l'offerta che diventa cosmica davanti al Figlio dell'uomo.

"L’angelo lanciò la sua falce sulla terra, vendemmiò la vigna della terra e rovesciò l’uva nel grande tino dell’ira di Dio".
Se l'ira dell'uomo fa danni e produce morte, l'ira di Dio produce buon vino; la sua azione potente nella storia ricava da tanto dolore e sofferenza il vino nuovo del mondo futuro.
L'ira di Dio tanto temuta, si rivela per quella che è: distruzione di tutti i nemici che impedivano la festa!
L'umanità che cerca continuamente cibo e riposo, vedrà imbandito il banchetto con grasse vivande, vini eccellenti e cibi succulenti (cfr. Is 25, 6-8).
Giovanni ci lascia questa immagine di grande consolazione: tutte le lacrime saranno trasformate nel vino buono, la maturazione sarà completa e il cibo della festa apparecchiato e preparato direttamente dal Padre.

Commenti

  1. "Getta la tua falce e mieti; è giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura". Giovanni vede il Messia risorto con la falce pronto per mietere il raccolto dei figli di Dio per il Regno. Non la morte ma il Figlio ha in mano la falce. Mietere è lavoro del Figlio tra i fratelli. È la buona notizia del compimento del Regno. Il tempo è finalmente maturo, l'umanità è finalmente matura. Il Signore coglie finalmente i frutti del suo Amore. Anche io grido: getta la falce, mieti, raccogli, riempi di noi i tuoi granai. Noi dispersi destinati ad essere raccolti per formare un unico pane, così come accade a tanti chicchi di grano. Solo tu Signore puoi questo. Solo in te questa speranza. Getta la falce Signore, accoglici nei tuoi granai, fai di noi un pane fragrante, che dia gioia e senso a tutta la nostra storia.

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  2. ...................rovesciò l’uva nel grande tino dell’ira di Dio".
    Non è semplice per me una interpretazione benevola.
    L'ira è sempre ira,avrei detto oppure lo penso,dico ancora?
    Adesso mi sto ascoltando ,su questo.
    Addolcire è facile.
    La verità è che LUI è morto in croce per me.
    Ti afido questi miei neuroni mattutini,ma provati da quello che vivo giornalmente in questo momento di "carestia".
    Una delle tante carestie della mia storia.
    Grazie Signore!

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  3. Quando si miete è sempre festa...
    Anche nella Tua casa sarà così:
    Tu Signore ci libererai , non saremo più soffocati dalla zizzania e allora sarà gioia piena e ti vedremo così come sei: Padre di tutti e misericordia infinita.Questa è la speranza che mi dà vita

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