Vangelo del 27 novembre 2020

Già germogliano
Lc 21, 29-33

"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»".


Interpretare i tanti segni che la vita ci mette continuamente davanti, è una capacità fondamentale e arricchente.
La visione che va oltre l'apparenza e discerne i segni della natura, della psiche, della globalità degli eventi, è lo sguardo sapienziale che spinge a migliorarsi e a trovare nuove fonti di arricchimento in tutti i campi.
Per chi si sofferma a leggerlo, il mondo è tutto un insieme di segni che allargano l'orizzonte oltre la fisica e lo sperimentabile. Leggere i segni è da metafisici e credenti.

"Gesù disse ai suoi discepoli una parabola".
La fede è il campo privilegiato che vive di segni: ogni evento coglie l'Amore di Dio che ci raggiuge trasfigurando le vicende del mondo.
Un maestro spirituale è colui che legge i segni e insegna ai suoi discepoli a fare altrettanto. È lo stile di Gesù: insegna tramite parabole, similitudini, racconti, per aprire gli occhi sui sacramenti della vita e sulla presenza del Regno di Dio.
Egli usa i simboli per superare la difficoltà di trasmetterci ciò che nessuno ha mai visto.
Parafrasando una frase celebre di Antoine de Saint Exupéry, con Gesù l'invisibile agli occhi diventa l'essenziale!

"Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina".
Dai frutti si capisce la stagione.
I primi germogli del fico, che spuntano direttamente dai rami contorti che sembravano morti un giorno prima, dicono che la primavera, inarrestabile, sta arrivando, l'inverno è finito e il tempo del canto è tornato! (cfr. Ct 2, 11-12)
Non per niente l'esempio di Gesù è preso dal Cantico dei Cantici, il libro per eccellenza dell'Antico Testamento che, con i segni dell'Amore, rivela profondamente il Signore:
"Il fico sta maturando i primi frutti
e le viti in fiore spandono profumo" (Ct 2, 13).

"Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino".
Un profeta mostra il segno con la parola: gli eventi futuri che si realizzeranno riveleranno il peso specifico del mistero che contengono, la "kavod", la gloria di Dio che si rivela meditando le parole che lo hanno annunciato.
Il Regno viene, ci viene incontro, ed ogni cambiamento della storia trova i discepoli in attesa. Il panico per il nuovo e l'imprevisto lascia il posto allo stupore e alla gioia.
Leonardo Boff, teologo e scrittore brasiliano, nel suo libro "I sacramenti della vita" ci trasmette proprio questo: un fatto, un oggetto, qualcosa che si vede e si tocca, diventa sacramento quando rende presente qualcosa che non lo è, che ci trascende.
L'agire di Dio qui e oggi è ascoltabile attraverso la lettura dei segni che diventano trasparenti del suo amore; essi tolgono il velo su chi egli sia e su quanto egli sia vicino.
L'immanente diventa trascendente perché il trascendente ci ha raggiunto e lo scopriamo nostro prossimo.

"In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga".
I segni si realizzano a breve, inutile guardare lontanissimo.
La generazione dei discepoli che ascolta Gesù vedrà il centro della storia dispiegarsi in tutto il suo significato. La croce sarà il segno massimo, il sacramento che rivelerà il volto del Padre nel Figlio, l'Amore fatto carne che si dona tutto per la salvezza di tutti.
I discepoli sono dei risvegliati che finalmente vedono il Cristo come sacramento di Dio.
E l'incarnazione ha fatto in modo che fosse distrutta la nostra passione per il miracolistico e per il sensazionale.
I segni di Gesù non sono segni dell'altro mondo, ma del nostro. Sono un bambino che piange in una mangiatoia, un uomo che si commuove per un popolo disperso e confuso, dei pescatori che diventano testimoni intrepidi, un innocente che muore come un malfattore. Sono segni per noi, alla nostra portata e ci fanno toccare con mano che il Regno è già qui, in mezzo a noi.

"Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno".
Bellissima affermazione che dice la solidità delle parole di Gesù, fondate sulla promessa fedele del Dio vivente.
Il mondo passa, non è eterno, inutile aggrapparvisi come l'unica realtà possibile per noi.
Ciò che è stabile nel tempo e nella storia è la Parola che esce dalla bocca di Dio per entrare nella nostra bocca e diventare nutrimento.
"Noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi" (1Gv 4, 16): questo si scopre leggendo i segni nella nostra storia, i sacramenti della vita che ci fanno entrare nella salvezza qui e ora.

Commenti

  1. "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno". Due buone notizie: questo cielo e questa terra non sono la nostra eredità definitiva; la Parola di Dio resta per sempre. Tutto passa, Dio resta. Tutto finisce , la Parola di Dio si compie. In questa Parola trovo riposo nella mia fatica quotidiana. È questa Parola il fuoco segreto che scalda la mia vita. Non voglio passare col mondo ma restare con la Parola. Verità coraggiosa difficile da dire oggi: cielo e terra passeranno. La Parola del Signore è Spirito e Vita! Nutrimi ancora oggi Signore, di queste tue preziose parole.

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  2. Voglio o mio Dio leggere la storia con discernimento, nella luce della tua Parola,nella prospettiva già dischiusa nella Pasqua... La storia continua a essere segnata dal male, ma credo che la storia, il mondo passa ma la tua parola non passa. Si, agisce come il germoglio di un fico: un piccolo inizio, apparentemente molto debole, ma che anticipa e annuncia l estate che sta arrivando. Dammi uno sguardo che sappia scorgere e leggere...e un cuore che colga ogni Tua presenza

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  3. "Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina".
    A volte mi capita di essere diverso ogni giorno,su problematiche simili;in altri termini,provo sensazioni diverse di fronte a cose viste in un determinato modo,il giorno prima.
    Da solo quindi capisco che i cambiamenti sono possibili;non sempre dettati da soli stato d'animo diversi,ma dalla consapevolezza che il giorno prima sono stato un pò frettoloso a comportarmi così.
    Ideale quindi la fermezza nelle interpretazioni,quando maturi in giudizio scaltro su base evangelica;in altri termini sarò sempre UNIVOCO nello sguardo ,se questo è illuminato dall'insegnamento di Gesù;LIMPIDEZZA DELLA VISIONE,senza la trave che mi ostacola.
    Quando sarà possibile?
    Non conosco i tempi della mia maturazione.

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