Prima lettura del 15 febbraio 2021

Impose a Caino un segno
Gen 4, 1-15.25

"Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo grazie al Signore».
Poi partorì ancora Abele, suo fratello. Ora Abele era pastore di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo.
Trascorso del tempo, Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai».
Caino parlò al fratello Abele. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.
Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?». Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra».
Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono. Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e dovrò nascondermi lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi ucciderà». Ma il Signore gli disse: «Ebbene, chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse.
Adamo di nuovo conobbe sua moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. «Perché – disse – Dio mi ha concesso un’altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l’ha ucciso»".


Dopo la battuta d'arresto per l'esperienza del peccato, nasce diffidenza tra l'uomo e Dio e tra l'uomo e la donna. Qualcosa si è rotto nella nuda fiducia iniziale e ciò si ripercuote sui figli che nascono dalla coppia archetipo di tutte le altre.
I nuovi nati sono i fratelli più famosi della storia e la loro vicenda mette in luce i limiti e le lotte che complicano questo tipo di rapporti.

"Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo grazie al Signore»".
La tragedia del peccato non ha fermato la benedizione originaria che porta fecondità e vita. Per questo Eva alza la voce in un canto di stupore e ringraziamento per il figlio ricevuto. Il Signore gli ha donato questo figlio, dimostrando la sua fedeltà alla benedizione sui terrestri, mai interrotta anche davanti alla trasgressione.

"Poi partorì ancora Abele, suo fratello".
Si aggiunge un secondo figlio, a quanto sembra, non festeggiato come il primo. In più ha un nome che significa inconsistenza, vapore che scompare, nebbia che si dissolve.
Il nome dice tanto del rapporto dei genitori con questo figlio che non è più sorpresa di fecondità e dice anche tanto nei rapporti con Dio che, si scoprirà più avanti, ha una predilezione per gli esclusi e i deboli.

"Ora Abele era pastore di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo".
I due fratelli rappresentano due mondi, due culture, quella degli agricoltori sedentari e quella dei pastori quasi del tutto nomadi. Sembra stilizzato, in questi lavori diversi, lo scontro tra Israele entrato nella terra promessa, dopo il lungo peregrinare nel deserto, che dovrà vedersela con i popoli stanziati in Palestina e che mal vedevano l'invasione di persone e greggi che distruggevano i campi coltivati. Il mondo continua a differenziarsi nella tensione di interessi e usi contrapposti.

"Trascorso del tempo, Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso".
Ognuno offre i propri prodotti in una liturgia sacrificale. E' la prima traccia di culto, il primo segno che l'umanità riconosce in Dio una dignità superiore e trascendente.

"Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta".
Perché questa differenza? Perché uno è gradito e l'altro no? Il brano non lo dice né il Signore giustificherà tale scelta. Il brano sottolinea la Signoria divina che predilige in piena libertà e si intravede la diversità dei doni presentati al tempio, in cui si reputava più importante l'offerta di agnelli sacrificali.

"Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai»". Comprensibile l'umanissima reazione di Caino; il problema non sta in quello che gradisce Dio, ma nella pretesa di essere posto come il primo in ordine di gradimento! Infatti Dio cerca di consolarlo, invitandolo a rimanere sereno e a vigilare su questo sentimento che monta senza motivo è che potrebbe avere brutte conseguenze.

"Caino parlò al fratello Abele. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise".
Ma Caino non vigila sull'odio che sale fino ad allargare il malessere e la rivalità con Abele. Caino alza la mano contro il fratello: l'altro non è più aiuto complementare, come era pensato nel progetto del Creatore (cfr. Gen 2, 18), ma diviene colui che soppianta e sopprime per invidia e odio.

"Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?»"
La domanda fatta ad Adamo che si era nascosto alla presenza del Signore dopo la disubbidienza, era stata "Dove sei?" (cfr. Gen 3, 9), cercando di far uscire l'uomo dalla solitudine e far capire che fine aveva fatto il rapporto con lui.
Adesso la richiesta a Caino vuole aprire gli occhi su cosa ne ha fatto della fraternità.
Due relazioni entrambe vitali, di cui non ci si può disfare senza deturpare il proprio volto di figlio e fratello.
Quello che risponde Caino è agghiacciante: Abele non solo è stato ucciso ma è anche stato cancellato dal suo orizzonte!
Alla domanda che rivolge a Dio, Caino avrà una risposta dura: sì, ognuno è custode del proprio fratello anche se questa responsabilità è rifiutata come estranea alla propria vita.

"Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra»".
Il Signore ha ascoltato il grido dell'ucciso e ne diventa il difensore, il vendicatore. Caino è condannato ad essere senza terra e fuggiasco; il suolo che coltivava gli sarà ostile, perché impregnato del sangue di Abele.

"Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono. Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e dovrò nascondermi lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi ucciderà». Ma il Signore gli disse: «Ebbene, chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse".
Caino apre gli occhi, si sente ormai troppo nel peccato per essere salvato e vede il suo futuro segnato inevitabilmente dallo stesso odio che ha mosso la sua mano.
Crede che la sua vita sia ormai finita, ma sorprendentemente il giudice si mostra come un difensore: il Signore lo protegge con un sigillo, segnandolo come suo!
Caino, omicida, da adesso in poi non avrà una famiglia di origine, ma rimane figlio del Signore che sarà suo prossimo, custode e fratello.

"Adamo di nuovo conobbe sua moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. «Perché – disse – Dio mi ha concesso un’altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l’ha ucciso»".
Ancora una volta la vita e la fecondità continuano. La morte non ha l'ultima parola sulla benedizione originaria.

Caino ha pensato che cancellando il fratello abbia cancellato anche se stesso dalle cure di Dio. La Genesi ci sorprende con l'affermazione che Dio protegge la vita di chi subisce violenza, ma anche quella di assassini e fratricidi. E' questo l'unico modo per mettere un argine ala violenza e alla vendetta. Non toccando Caino, altri uomini non dovranno macchiarsi di questa lacerazione terribile.
Ma da Caino in poi sembrerebbe che la violenza non abbia limiti. In effetti però la cura dei peccatori, la difesa dai loro stessi sensi di colpa, l'aiuto concreto a non propagare odio, sarà il compito impegnativo del Padre che lo coinvolgerà nella storia di tutti i tempi, fino al giudizio finale, quello che redimerà l'umanità col sangue, versato
sulla croce, del Fratello di tutti.

Commenti

  1. «Ho acquistato un uomo grazie al Signore».
    La gioia di Eva diventa la mia gioia davanti ad ogni fratello. L'ho acquistato dal Signore, lo ha messo sulla mia strada. Con lui percorrerò il mio cammino.
    È un dono del Signore.
    Il Signore non vuole nessuno solo e ci dona compagnia per il cammino.
    È un dono del Signore.
    Anche diverso da me, faticoso da capire, difficile da coinvolgere, è per compagno che mi è dato.
    È un dono del Signore.
    Lo sostengo, mi sostiene.
    È un dono del Signore.
    Mi perdona, lo perdono.
    È un dono del Signore.
    Insieme siamo segno di compassione.

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  2. Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?

    QUANTA strada devo ancora percorrere.
    Quanta poca lungimiranza nel progetto COMUNE,dell'Unione voluta dal Signore!
    Io non sono solo.
    Vivo per un progetto di fraternità e condivisione.
    A questo sono chiamato!
    A piccoli passi,fammici arrivare.
    Amen

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