Vangelo del 2 febbraio 2021 - Presentazione al Tempio
Non avrebbe visto la morte
Lc 2, 25-32
"25 A Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui.
26 Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
27 Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28 anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
29 «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
31 preparata da te davanti a tutti i popoli:
32 luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele".
Oggi, festa della presentazione di Gesù al tempio, la Chiesa propone il Vangelo di Luca, l'unico che ci riporta questo episodio cruciale nella comprensione del bambino, il Messia Gesù.
Avendo già commentato il brano sia il 2019, sia il 2020, mi soffermo su una parte, il cantico del vecchio Simeone, perché dà il senso di una vita dedita al Signore e perché profeticamente annuncia quello che sarà il cammino di Gesù adulto tra i suoi fratelli.
È una scena ricca di profezia e di simboli.
"A Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui".
A Gerusalemme, città del Dio vivente, un uomo di fede, Simeone, aspetta il compimento delle promesse di Dio, ancora aperto alla voce dello Spirito, che non è mai venuta meno nella storia d'Israele.
La consolazione del popolo, la sua eredità, il compimento dell'Alleanza e delle promesse, si riassume in una persona: il Messia tanto atteso.
"Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore".
Simeone aspettava perché lo Spirito, che lo aveva guidato tutta la vita, animava ancora i suoi passi. E' vecchio, alle soglie della morte ma continua a sperare! Grande la testimonianza di fede di quest'uomo! Vive come dovrebbe vivere ogni uomo, di attesa e di speranza.
"Mosso dallo Spirito, si recò al tempio".
Lo stesso Spirito che condurrà Gesù nella sua vita pubblica, sospinge Israele, antico e vecchio, ad una rinascita, a vedere il figlio che è nato dalle sue viscere per la liberazione di tutti.
E' l'incontro che corona le attese individuali e le attese di tutto il popolo, forse sopite, ma che si risvegliano per la gioia di essere colmate.
"E, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio".
Legge e profezia si danno appuntamento per testimoniare che il primogenito di tutti i figli di Abramo era finalmente nato.
Giuseppe e Maria portano Gesù al Tempio per il riscatto del primogenito, come prevede la Legge. Lo mettono, come il tesoro prezioso della loro casa, nelle braccia del Signore.
E anche Simeone apre le sue braccia per accoglierlo.
Con il Messia tra le braccia, lo Spirito apre la bocca di Simeone al canto.
"Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola".
Simeone chiede al Signore di congedarlo dalla vita: l'attesa che la parola gli aveva rivelato, è finita, la sua vita è colma di grazia e di rivelazione.
E' arrivato il culmine dell'opera di Dio e Simeone chiede di riposarsi nella pace del Padre, nel suo shalom che è completezza, compimento e pienezza di comunione.
"Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli".
La luce della salvezza è brillata davanti agli occhi opachi di un vecchio. E' dono per ogni generazione e tutti la possono vedere, tutti sono chiamati a contemplarne la presenza, a qualsiasi nazione appartengano.
"Luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele".
Il Messia è un beneficio sia per Israele, primogenito di Dio, che per le genti che, da pagane, volte verso le tenebre, si "convertono", cioè volgono lo sguardo verso "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv 1, 9).
E' una luce che si spande: è sorta e non può essere più nascosta o custodita in una cassaforte come un tesoro geloso.
Regista di questa epifania è lo Spirito che rivela, in una scena vista ogni giorno a Gerusalemme, di genitori e i figli che andavano al Tempio con i doni da sacrificare, la novità di un'alba nuova che riempie significato la vita di fede di tante generazioni d'Israele e di tutte le genti che, senza saperlo, attendevano la stessa pienezza e la pace vera.
"Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte": Simeone non si arrende alla morte e vede la Vita! In questo vecchio tutta l'umanità apre le braccia e accoglie nel suo grembo il Messia bambino, ritrova la sua giovinezza e finalmente può credere ad una vita che non muore.
E anche Simeone apre le sue braccia per accoglierlo.
Con il Messia tra le braccia, lo Spirito apre la bocca di Simeone al canto.
"Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola".
Simeone chiede al Signore di congedarlo dalla vita: l'attesa che la parola gli aveva rivelato, è finita, la sua vita è colma di grazia e di rivelazione.
E' arrivato il culmine dell'opera di Dio e Simeone chiede di riposarsi nella pace del Padre, nel suo shalom che è completezza, compimento e pienezza di comunione.
"Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli".
La luce della salvezza è brillata davanti agli occhi opachi di un vecchio. E' dono per ogni generazione e tutti la possono vedere, tutti sono chiamati a contemplarne la presenza, a qualsiasi nazione appartengano.
"Luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele".
Il Messia è un beneficio sia per Israele, primogenito di Dio, che per le genti che, da pagane, volte verso le tenebre, si "convertono", cioè volgono lo sguardo verso "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv 1, 9).
E' una luce che si spande: è sorta e non può essere più nascosta o custodita in una cassaforte come un tesoro geloso.
Regista di questa epifania è lo Spirito che rivela, in una scena vista ogni giorno a Gerusalemme, di genitori e i figli che andavano al Tempio con i doni da sacrificare, la novità di un'alba nuova che riempie significato la vita di fede di tante generazioni d'Israele e di tutte le genti che, senza saperlo, attendevano la stessa pienezza e la pace vera.
"Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte": Simeone non si arrende alla morte e vede la Vita! In questo vecchio tutta l'umanità apre le braccia e accoglie nel suo grembo il Messia bambino, ritrova la sua giovinezza e finalmente può credere ad una vita che non muore.
Ai confini del tempio, lascio le mani di chi fin qui mi ha portata, di chi mi ha condotta a te, mi ha parlato di te. Un respiro profondo, un passo in avanti. Ecco, Signore, la tua figlia amata, silenziosa, sale i gradini del tuo tempio. Uno alla volta, con calma, pazienza, faticando a tratti. Sotto il sole cocente, nell’ora più calda mi avvicino alla tua porta, con le mani aperte davanti a me: mani che offrono, mani che chiedono.
RispondiEliminaTu sei lì, sorridente, al centro del tempio. La tua veste porta ancora i segni della croce, ma il tuo sorriso è ciò che colma i miei passi, i miei occhi. Come una lama trafigge il mio cuore buio e arido che si libera di ogni pensiero, di ogni dubbio, di ogni fatica. E il cuore si spezza, perde buio a fiumi. Là dove c’era oscurità, ora c’è luce libera, vita pronta ad offrirsi. La tua croce è la chiave di volta della mia vita. Ecco, Signore, la tua figlia amata è qui davanti a te.
RispondiElimina"Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli". Orecchie per ascoltare che aprono gli occhi per vedere: è così che lo Spirito accompagna. E gli occhi finalmente vedono la salvezza. Altrimenti è cecità. Vedo finalmente il motivo per sperare: il Dio presente, i suoi gesti d'amore, la sua attenzione per me e per tutti i popoli. Fammi udire la tua voce, fa che io veda il tuo amore: è la mia preghiera di ogni ora. Dai miei orecchi entra la Voce, dai miei occhi entra la Luce, dal mio cuore esce la lode.
vada in pace, secondo la tua parola.
RispondiEliminaSi Signore donami la capacità di capire,metabolizzare che senza la TUA Parola,non sarò mai,uomo di pace.
Fammi questo
Amen
Signore rendi attenti i miei occhi e il mio cuore
RispondiEliminaperché possa vedere la Tua presenza nella mia vita:che sei Tu a guidare i miei passi verso la pace