Prima lettura del 17 febbraio 2021

Siamo ambasciatori
2Cor 5, 20-6,2

"Fratelli, noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti:
«Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso».
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!"


Pagina intensa e commuovente: Dio che supplica noi! Solo un mistico del calibro di Paolo può azzardate una simile affermazione.
Ambasciatore di Vangelo, appassionato evangelizzatore d'amore, Paolo ci lascia questa pagina che parla della sua vita ormai perdutamente innamorata di Cristo.

"Fratelli, noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta".
Meravigliosa consapevolezza dell'apostolo che sa di prestare la sua voce alla voce di Dio che incessantemente risuona per i suoi figli.
L'ambasciatore è colui che rappresenta la sua patria in una terra lontana, un uomo che rende presente il suo stato in mezzo a coloro che non lo conoscono. Se ne fa portavoce, primizia, segno della bellezza che rappresenta, autorevole cittadino che apre le porte del suo paese agli stranieri. Un discepolo porta il Cristo, la sua potenza che solleva dalla sofferenza, dalla solitudine e da tutte le morti che sembrerebbero soffocare la vita.
"La nostra cittadinanza infatti è nei cieli" (Fil 3, 20) dirà Paolo ai Filippesi, certo che la salvezza, immeritatamente, è già dono per tutti.

"Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio".
Rileggo questa frase ed ogni ritrosia davanti a Dio, a causa del mio peccato, scompare. È lui che mi vuole, mi cerca, desidera perdonarmi, mi supplica addirittura perché accetti il suo amore!
Paolo non era un uomo facile di carattere, duro con coloro che denigravano il Vangelo. Eppure leggere queste parole ce lo mostra nell'ardore che lo anima! Supplica di accettare la riconciliazione del Padre, esorta ad aprire il cuore al dono gratuito che ha conquistato per primo lui.

"Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio".
Ecco il segno grande: Cristo, trattato da malfattore, da omicida (la croce era il supplizio con cui morivano i peggiori criminali), si lascia catturare e uccidere senza ribellarsi affinché il favore ricada su di noi.
"Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti" (Is 53, 5).

Lui, innocente, subisce l'ingiustizia e noi siamo resi giusti: è la follia di chi ama sino alla fine, di chi salva a tutti i costi!

"Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio".
Saper riconoscere la preziosità del dono non rendendolo vano con le nostre resistenze umane: questo è il desiderio che muove Paolo ad un annuncio così pressante.
Un amore così smisurato in fondo ci spaventa e Paolo lo sa. Per questo supplica a crederci, a non essere diffidenti, a non rivolgere lo sguardo su idoli ben più comprensibili perché inventati dall'uomo.

"Egli dice infatti:
«Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso».
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!"

Citando Isaia 49, 8 (nella versione greca dei Settanta) l'apostolo afferma che il tempo ha una qualità diversa, inimmaginata.
Ogni giorno è un tempo favorevole e, con l'annuncio della riconciliazione, diventa finalmente tempo per noi, occasione d'oro per lasciarsi avvolgere dalla misericordiosa tenerezza di Dio.

"Ambasciatori di Cristo": questo il desiderio che Paolo suscita in noi, essere la bocca che si apre a narrare le meraviglie del Signore, del suo amore che ha raggiunto noi e tracima dal cuore per raggiungere i fratelli!
Noi che abbiamo creduto all'Amore, prendiamo coraggio e portiamo la parola di riconciliazione, quella di cui ha bisogno il mondo.
Questo essere ambasciatori non è un obbligo, un precetto, una targhetta da esporre come onorificenza. Coloro che sono ambasciatori della gloria di Dio, hanno i piedi per terra ma vivono della cittadinanza del cielo, hanno scoperto nella misericordia la fonte di ogni bene e chiamano gli altri fratelli a pregustare la vita che non muore nella patria comune a tutti gli uomini.

Commenti

  1. "Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio". Dio freme per riconciliarmi. Mi supplica. Desidera che lo lasci fare. Lasciare fare a Dio. Lasciare che Dio sia Dio. Così la sua voce sussurra al mio cuore. Ho bisogno di riconciliazione e il Signore insiste perché mi lasci travolgere dal suo dono.
    Riconciliato con Dio, rinasco. Lascio che il suo Spirito mi porti a questo abbandono nelle mani del Padre. Riconciliazione, perdono, misericordia, è così che mi raggiunge il Signore oggi.

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  2. «Al momento favorevole ti ho esaudito
    e nel giorno della salvezza ti ho soccorso».

    Faccio memoria per tirare avanti
    Mi compiaccio di quello che ho ricevuto per agire,in SILENZIO,per far guardare TE attraverso me.
    Ci sto provando;da solo ovviamente non mi riesce,accompagnami.

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