Seconda lettura di domenica 7 febbraio 2021

Annunciare gratuitamente 
1Cor 9,16-19.22-23

"Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo.
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io".

Nella seconda parte della vita dell'apostolo Paolo, dopo Damasco, il Vangelo e lui sono un tutt'uno.
La storia dell'evangelizzazione si intreccia con la sua, anzi lui è il primo a portarla avanti, fuori dai confini d'Israele, con una convinzione e con sentimenti pari a quelli di Gesù Cristo (cfr. Fil 2, 5) che ci vengono raccontati dettagliatamente dagli Atti degli apostoli e da lui stesso nelle lettere alle comunità.
Le parole che leggiamo, rivolte alla comunità di Corinto sono il suo programma missionario.

"Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!"
Annunciare il Vangelo è il senso della vita di Paolo, che ha rinunciato a qualsiasi vanto religioso, alla sua vita precedente e all'ideologia mortale che ne aveva fatto un intransigente giustiziere.
Possiamo affermare che Paolo è uno degli uomini più colti e intelligenti che la storia ci ha fatto conoscere. Eppure nessuna delle mire degli uomini grandi e potenti lo ha spronato, se non il Vangelo!
Questa necessità si impone, lo spinge a girare mezzo mondo; è una spinta a cui non può opporsi e sente che, non seguendola, la sua vita non avrebbe senso.

"Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato".
L'apostolo delle genti è cosciente che la missione ricevuta non è frutto di un auto progetto di vita: il Signore se l'è scelto come strumento suo (cfr. At 9,15).

"Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo".
Grande insegnamento per ogni credente! Annunciare gratuitamente il Vangelo è già ricompensa e grazia, centuplo che fa gustare oggi i doni completi e futuri.

"Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero".
Cambiare prospettiva, non sentirsi il più integerrimo dei farisei, comprendere che stava seguendo un idolo e non il Dio vero, lo ha fatto scendere dal suo piedistallo di osservante alla Legge per farsi ultimo e servo degli ultimi.
Il Vangelo è questo ribaltamento che mette i primi a servizio degli ultimi, perché gli ultimi sono i primi nell'attenzione e nel pensiero del Signore.
E questa è la strada per far guadagnare tanti fratelli a Cristo!

"Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno".
Il suo lungo percorso di evangelizzatore ce lo mostra attento a cogliere le occasioni propizie, affinché l'annuncio della buona notizia dell'amore di Dio raggiunga tutti quelli che incontra nella loro diversità.
La Parola lo ha plasmato, lo ha spogliato dei suoi vanti, lo ha fatto entrare nelle difficoltà di fede di tanti fratelli, lo ha ridotto in catene affinché comprendesse che non è la propria forza a determinare la diffusione e l'incisività del Vangelo.

"Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io".
Il Vangelo accolto lo ha mosso verso gli altri per condividere questo immenso amore che non si può conservare solo per se stessi. Ma la Parola annunciata diventa fonte continua di salvezza per se stesso.
L'annunciatore, infatti, parlando agli altri, ascolta la Parola che penetra con ancora più incisività nelle sue orecchie.
Veramente nessuna delle parole che escono dalla bocca di Dio vanno perdute! (cfr. Is 55,10-11).
Tornano a lui realizzando, per prima cosa, un'intima compenetrazione con chi è spinto dallo Spirito ad essere testimone di salvezza e poi, come un'onda, raggiungono coloro ai quali sono annunciate per farli diventare fratelli!

Questo brano non è solo la confidenza profonda di quello che Paolo ha maturato nel suo complesso e ricchissimo percorso di fede. Ascoltandolo, anche noi oggi impariamo la strada della gratuità ricevuta e data (cfr Mt 20,8), per passare da passivi ascoltatori ad annunciatori appassionati, da forti delle nostre convinzioni che giudicano e condannano, a innamorati della Parola di salvezza che ha conquistato noi e conquisterà, con il nostro servizio, tanti altri fratelli.

Commenti


  1. "Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, ma una necessità". Parole che fanno pensare, che fanno ringraziare, che fanno gioire. La necessità del Vangelo: meravigliosa necessità! Un dono che è cresciuto nel giardino della mia vita. Una luce che si è accesa nell'ombra della mia esistenza. Una Voce che mi guida nell'incertezza della vita. Che sarei senza tutto questo? Il Vangelo per me una necessità! La Buona Notizia su tutte le altre notizie. La Bella Notizia che tutto abbellisce. La Prima Notizia: l'Amore è Dio.

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  2. ..........per diventarne partecipe anch’io".
    Si ,donami l'ultima particella infinitesimale di Paolo
    Aspirare al bene dell'altro DONANDO la mia esperienza di vita alla Luce della Tua frequenza,PAROLA!
    Amen

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  3. Ti ringrazio Signore per la tua Parola che è vita, ti ringrazio per l'annuncio di San Paolo per me un grande esempio di evangelizzatore fiero di essere al tuo servizio.
    Rendimi ricca della tua Sapienza, riempimi del tuo amore perché diventi luce per il mio prossimo. Fa che io viva sempre nella tua verità.

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