Prima lettura del 4 febbraio 2021

Voi invece vi siete accostati
Eb 12, 18-24

"Voi infatti non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola. Non potevano infatti sopportare quest'ordine: Se anche una bestia toccherà il monte, sarà lapidata. Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: Ho paura e tremo.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all'adunanza festosa e all'assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell'alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele".


La santità di Dio è vicina! Questo è un altro grande annuncio della lettera agli Ebrei. È la novità realizzata dal Messia Cristo Gesù che ribalta l'antica concezione del sacro separato e inaccessibile agli uomini se non con purificazioni continue e privilegi di pochi.

"Voi infatti non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola".
Il paragone dell'autore è con episodi ben conosciuti da chi legge.
Durante il cammino del deserto, segni terribili, che non incoraggiavano certo la vicinanza, vengono dal monte Sinai su cui sale Mosè per incontrare il Signore (cfr. Es 19, 16-18).
Il terrore era così grande che l'unica cosa che gli Israeliti volevano era tenere più lontano possibile questo Dio identificato con gli sconvolgimenti naturali. Ma l'autore dice: per voi non è più così!

"Non potevano infatti sopportare quest'ordine: Se anche una bestia toccherà il monte, sarà lapidata. Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: Ho paura e tremo".
Anche Mosè, che ancora conosce poco questo Dio così diverso dagli intoccabili dei egizi, è spaventato.
Leggendo l'Esodo ci è chiaro che nella relazione col divino entrano in scena i nostri preconcetti, l'idea di divinità che ci portiamo dentro e che ogni pagina della Scrittura deve demolire per poter annunciare un Dio vero.
Quale è la nostra idea di Dio? È importante rendersene conto per capire certe reazioni che viviamo davanti al Signore.
La paura di Dio non è originata dal Signore ma dalle ferite lasciate in noi dal peccato. L'immagine che abbiamo va buttata giù come un idolo di pietra per accogliere quella di Padre che ci ha mostrato Gesù.

"Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all'adunanza festosa e all'assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti".
Grazie a Gesù la visione è cambiata.
Il monte per eccellenza, quello in cui risiede il Signore, la nuova Gerusalemme, la scala di Giacobbe sulla quale gli angeli scendono e salgono con i cieli aperti (cfr. Gen 28, 12), il tempio in cui risiede la pienezza del Padre, il luogo santificato, la carne assunta alla destra di Dio, è il Cristo stesso!
Dal Golgota, lui è il monte che attira tutti gli sguardi a sé (cfr. Gv 12, 32), colui che mani d'uomo hanno toccato e occhi hanno visto (cfr. 1Gv 1, 1) il volto di Dio amore che si è chinato sull'umanità, facendosi come noi per guarirci!
Col suo sacrificio ci ha aperto la via nuova dei figli, distruggendo la schiavitù della religione basata sul merito e sull'osservanza della Legge.

La lettera richiama ad una realtà inimmaginabile, all'essere accostati "a Gesù, mediatore dell'alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele".
Il giusto, il figlio amato, colui che dona tutto di sé, è Gesù, il mediatore perfetto, perché, senza più paura, ci prende per mano e ci conduce nella stessa l'intimità che ha lui col Padre.

L'amore scaccia la paura, ripete l'apostolo Giovanni nelle sue lettere. Più teniamo fissi gli occhi su Gesù più il nostro cuore guarisce.
Dio nessuno lo ha mai visto ma si è fatto presenza amica e compagna di cammino nel Figlio.
Tutte le idee e le immagini di Dio che si formano nel nostro cuore vanno purificate ed evangelizzate.
Questo l'annuncio che possiamo condividere con gioia: i cieli si sono aperti come nel quadro di Chagall e noi ci siamo accostati in un rapporto d'amore sponsale, scoprendoci amati e fatti a immagine e somiglianza del Padre nostro.

Commenti

  1. "Voi vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, a Gesù, mediatore dell'alleanza nuova". La Scrittura rivela che il cielo è aperto e noi ne siamo cittadini. Gesù ha fatto questo dono agli uomini. Il suo amore apre, ospita, accoglie, include, attira, si fa strada all'intimità con il Dio vivente. Il monte Sion è segno dell'incontro continuo con il Dio vicino. La Gerusalemme celeste è la nostra patria vera. Gesù unisce in sé l'umanità e Dio. Un monte, una città, un amico mediatore: ecco di quali doni ci ha colmati il Signore. Incontro, ospitalità, riconciliazione, sono parole che parlano di Dio e del suo amore per noi. Il cielo è aperto, la via è tracciata, il Padre attende, il banchetto è pronto!

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  2. "Voi infatti non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità........
    Si Signore ,mi sono accostato a Te,ti ho frequentato,condiviso,interpretato,toccato
    Grazie per la Tua magnanimità e capacità di donare anche a me QUESTA VICINANZA!

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