Salmo del 19 febbraio 2021

Fammi sentire gioia e letizia
Sal 51 (50),1-10

"1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2 Quando il profeta Natan andò da lui,
che era andato con Betsabea.

3 Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.

4 Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

5 Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

6 Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto:
così sei giusto nella tua sentenza,
sei retto nel tuo giudizio.

7 Ecco, nella colpa io sono nato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.

8 Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto del cuore mi insegni la sapienza.

9 Aspergimi con rami d'issòpo e sarò puro;
lavami e sarò più bianco della neve.

10 Fammi sentire gioia e letizia:
esulteranno le ossa che hai spezzato".


È il canto di chi si scopre peccatore, senza possibilità di arrivare al bene da solo, incapace di amare senza fare anche grosse lacerazioni negli altri. Ma la forza di Davide è aprire il suo cuore al Signore perché sa di essere accolto e perdonato.
La fede nella misericordia rende possibile confessare e non nascondere Il proprio peccato, apre al risanamento e alla verità della propria vita.

"Quando il profeta Natan andò da lui,
che era andato con Betsabea".

Davide, re e profeta, viene smascherato nelle sue trame delittuose, da un altro profeta, Natan, che lo costringe a togliersi la maschera e a riconoscersi peccatore.
Difficile redarguire un re, si rischia la vita ad accusarlo di adulterio e omicidio! Ma chi svela i peccati di Davide, non è un uomo come lui: Natan è spinto dal Signore a parlargli, a mostrare come il suo cuore lo inganni di furbizia e bravura. E' necessario che la Parola profetica porti luce.

"Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità".

Davide ha ascoltato il profeta: finalmente un muro lo ha fermato dalla corsa folle che lo ha tirato sempre più nel peccato, come un turbine che lo trascinava. Si è reso conto di tutto il male che ha fatto e, nel vicolo cieco del dolore, chiede al Signore la distruzione del suo peccato, appellandosi all'amore! Solo il Signore può ormai liberarlo.

"Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro".

Davide non pensa ad un rito riparatore, fatto solo di formule o di ostentazione di pentimento.
"Lavami" è il desiderio di chi vuole uscire dal pantano del male perché si sente sporco, invischiato. La mano che riaccoglie e giustifica cura un cuore lacerato e ferito. Solo l'amore del Signore e la fiducia nella sua misericordia può compiere questa immersione in acque rigeneranti.

"Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto"

Nessuna autogiustificazione né il tentativo di sminuire la colpa: il peccato è peccato e va riconosciuto come una lacerazione profonda nel rapporto con Dio e col prossimo.
Ma, pensavo, come possono essere atroci queste parole se non trovano una via di salvezza, se non credono nella possibilità di essere perdonati!
Guardare la propria morte, avere sempre presente il male che siamo capaci di fare, è distruttivo se non si crede in un Salvatore!

"Così sei giusto nella tua sentenza,
sei retto nel tuo giudizio".

Davide, giudice e re d'Israele ha ingannato e ucciso un suo soldato per rubargli la moglie!
Ma ecco la via d'uscita: c'è un giudice vero che non agisce per interesse, che mette in luce per salvare, che discerne per colmare.
Il re si affida al giudizio "retto", cioè un giudizio che riporta vita e non aggiunge altra morte.

"Ecco, nella colpa io sono nato,
nel peccato mi ha concepito mia madre".

Di peccato è impastata ogni vita e ogni vita è bisognosa di liberazione.
Gesù mostra una via per uscire da ciò che sembrerebbe una condizione immutabile: "In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio" (Gv 3, 3).
Nascere di nuovo è la via indicata a Nicodemo; nascere dal perdono, nella consapevolezza di non essere perfetti, ma amati lo stesso, è la chiave che apre un orizzonte di vita possibile.

"Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto del cuore mi insegni la sapienza.
Aspergimi con rami d'issòpo e sarò puro;
lavami e sarò più bianco della neve".

Il Signore conosce l'intimo di ogni cuore e nel segreto si fa guida e ispiratore di sapienza. Molto bella questa immagine che vede il Signore come una rugiada che ripulisce, come una benedizione che gronda su tutta la propria vita e riporta bianco ciò che sembrava nero per sempre!

"Fammi sentire gioia e letizia:
esulteranno le ossa che hai spezzato".

Solo dal Signore può ridare gioia ad un cuore ferito dal peccato. Finalmente le ossa spezzate dalle conseguenze dal peccato riceveranno cura e guarigione dal medico giusto per i nostri mali.

Davide ci insegna una via maestra che porta vita: accettare di morire a se stessi, riconoscersi peccatori e bisognosi, ricredersi sulla propria giustizia, che è malata, opportunista, interessata.
Il perdono è annuncio di salvezza perché il Signore "fa la piaga e la fascia, ferisce e la sua mano risana" (Gb 5,18).
Egli mette in luce il peccato e risana con la misericordia che abbraccia e accoglie, ridà il volto di figlio a chi si sentiva ormai perduto.
Accogliamo come Davide la Parola di verità: che si apra una breccia nei nostri cuori induriti e li faccia pulsare di nuovo nella gioia e nella letizia più profonda.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 51 (50),1-10
Commento del 01/02/2020

Commenti

  1. "Nel segreto del cuore mi insegni la sapienza". Padre tu sei nel segreto, vivi nel segreto. Lo ripete Gesù nel Vangelo. Padre tu vedi nel segreto. Ti sentiamo lontano, ma non ti dobbiamo cercare vicino, ma nel segreto, nel profondo. E tu nel segreto nutri il mio cuore con la sapienza, sei io mio maestro interiore. Plasmi continuamente il mio cuore distratto e ferito con la tua sapienza e compassione. Così mi rendi capace di portare sapienza e compassione ai miei fratelli, tuoi figli. Nel cuore mi insegni la sapienza. Gioia e gratitudine sono la mia risposta oggi alla tua tenerezza.

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  2. "esulteranno le ossa che hai spezzato".
    Che ho spezzato io,direi!
    Con le mie azioni di uomo alla riceca di QUALCOSA di grande...
    Ma ho già TE e non me ne accorgo,sempre!
    Dammi Sapienza e fammi Luce affinchè ti percepisca sempre accanto,vicino,prossimo.
    AMEN

    RispondiElimina

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