Salmo del 25 novembre 2021

Benedica la terra il Signore
Salmo tratto da Dn 3

"Benedite, rugiada e brina, il Signore.
Benedite, gelo e freddo, il Signore.

Benedite, ghiacci e nevi, il Signore.
Benedite, notti e giorni, il Signore.

Benedite, luce e tenebre, il Signore.
Benedite, folgori e nubi, il Signore.

Benedica la terra il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli".


Quando Francesco d'Assisi scrive il suo "Cantico delle creature" unisce la sua voce ad una lunga serie di cantori innamorati delle meraviglie del creato.
Nel capitolo 3 del libro di Daniele troviamo questo inno in tre giovani, Sadrac, Mesac e Abdénego destinati ad ardere vivi che, dando voce ad ogni realtà, innalzano la benedizione al Creatore di tutto.
La fornace ardente diventa una cassa di risonanza e, anziché i lamenti di morenti, riecheggia la voce dell'umanità e di tutta la creazione intera che si uniscono nella lode fragorosa. Gli strumenti del tempo, corni, flauti, cetre, arpe (cfr. Dn 3, 15), che dovevano suonare nel momento dell'abiura e invece amplificano la lode dei fedeli davanti al re straniero.
Un lungo inno si dispiega (cfr. Dn 3, 52-90) come la litania di un'innamorata che, più contempla, e più vede solo nell'amato la fonte di ogni suo bene.

"Benedite, rugiada e brina, il Signore.
Benedite, gelo e freddo, il Signore.
Benedite, ghiacci e nevi, il Signore".

Dal fuoco che deve annientare i fedeli d'Israele, sale la lode a ciò che rinfresca e disseta, rianima e rincuora. La tomba di fuoco, per opera di Dio, diventa un tempio in cui trovare ristoro e innalzare il ringraziamento.
Gli eventi dai quali ci difendiamo e che cerchiamo di evitare, sono invitati dai giovani sapienti a dire bene di colui che, con semplici gocce d'acqua, ha fatto sgorgare la vita e ha creato meraviglie di cristallo.

"Benedite, notti e giorni, il Signore.
Benedite, luce e tenebre, il Signore.
Benedite, folgori e nubi, il Signore".

Dopo le opere di acqua ora sono le opere di luce ad essere invitate alla lode.
Luce e buio, notte e giorno, tutto è lode, tutto è suo; perfino le luci inquietanti di un temporale sono invitate a benedire.
Il fuoco e la luce diventano alleati dell'uomo, segni dell'amore di Dio che protegge e porta a sé.

"Benedica la terra il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli".

Nel salterio si canta:
"i cieli sono i cieli del Signore,
ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo" (Sal 115, 16).

La terra benedice perché è l'umanità ad essere erede della benedizione e della salvezza dai nemici.
I figli che hanno aperto gli occhi alla luce, si specchiano, rinati a vita nuova, negli occhi del loro Signore, per sempre.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Dn 6, 12-28
Commento del 28/11/2019

Salmo da Dn 3, 52-90
Commento del 29/11/2019

Vangelo di Lc 21, 20-28
Commento del 26/11/2020

Commenti


  1. "Benedite, notti e giorni, il Signore.
    Benedite, luce e tenebre, il Signore.
    Benedite, folgori e nubi, il Signore".
    Luce, presente o assente,
    è desiderio di sempre.
    Notte e giorno sono il ritmo del tempo presente.
    Folgori e nubi risvegliano
    il desiderio di primavera.
    In ogni tempo il mio cuore
    ti cerca.
    In ogni tempo il mio cuore
    ti aspetta.
    In ogni tempo in te
    mi rallegro.
    "Benedite, notti e giorni, il Signore.
    Benedite, luce e tenebre, il Signore.
    Benedite, folgori e nubi, il Signore".

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  2. "Benedica la terra il Signore,
    lo lodi e lo esalti nei secoli".
    signore sempre fammi benedire il TUO operato per tutti!
    Amen

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