Prima lettura del 28 novembre 2021
"Ecco, verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia".
Al cuore della nostra esistenza c'è lo stupore per eccellenza, la somma meraviglia che ci lascia ogni volta a bocca aperta: la vita che germoglia, inaspettatamente, senza il nostro aiuto, che ci precede e ci supera.
La Scrittura usa questo segno fondamentale per "spiegare" l'esperienza della fede, difficilissima da contenere, come una forza vitale che spacca la terra e si eleva al cielo.
"In quei giorni e in quel tempo".
La fede e la capacità visionaria del profeta si spingono oltre il momento presente e ci mostrano che giorni e tempi sono riposti bene nelle mani di Dio.
Se la storia ci mette davanti un divenire incessante e inclemente su ogni opera umana destinata a finire, la fede apre ad una storia diversa, in cui la vita è il filo conduttore nella mano del Creatore che, nell'impulso a far germogliare, fa diventare eterna l'esistenza di ogni cosa!
"Farò germogliare per Davide un germoglio giusto".
Il Messia promesso era il virgulto già previsto in Iesse (cfr. Is 11, 1), padre del re Davide, e prima ancora previsto come coronamento della discendenza di Abramo (cfr. Gn 22, 17).
Come vite feconda, questo albero piantato in Israele darà il suo frutto dolcissimo, un germoglio che realizzerà in pienezza quello che nessun re umano aveva potuto fare.
"La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo" (Sal 85, 12).
Finalmente il Figlio di Davide è l'unione tra cielo e terra, la giustizia di Dio manifestata e risplendente perché non condanna ma salva.
"Che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra".
Geremia insiste sul giudizio, sulla giustizia di Dio, per farcene innamorare, per estirparci la visione distorta che da Adamo in poi ogni uomo ha, e innestarci la fecondità del giudizio salvifico che non dobbiamo temere.
È il tempo del Messia che giudica secondo il cuore di Dio, che non delude chi a lui si affida, che fa esultare, già nell'attesa, chi crede nella sua liberazione.
I profeti continuamente rilanciano questa promessa nelle parole accorate, nella gioia che trasmettono a noi che ascoltiamo.
Viviamo l'avvento del Cristo ogni volta con lo stupore e la meraviglia della vita che germoglia e sboccia, profumando la nostra terra resa fertile dal suo amore.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Commento del 24/01/2021
Seconda lettura di 1Ts 3, 7-13
Commento del 26/08/2021
Vangelo di Lc 21, 20-28
Commento del 26/11/2020
"Io realizzerò le promesse di bene che ho fatto".
RispondiEliminaQuesto è il mio Dio.
Questo è il Dio a cui do fiducia.
Questo è il Dio in cui spero.
Il Signore si coinvolge
nella mia vita.
Il Signore mi coinvolge
nella sua vita.
Il Signore fa promesse
di bene.
Il Signore realizza
il bene promesso.
Il Signore è il bene promesso.
"Io realizzerò le promesse di bene che ho fatto".
In quei giorni ed in quel tempo.
RispondiEliminaIl mio tempo non è quello di DIO.
Ecco
La mia angoscia,paura,attesa sono sedate dalla fede
Fede che mi porta OLTRE la mia logica di terra...
La meraviglia di esserci con il SUO aiuto,esserci per donare fiducia in qualcosa di perenne,duraturo,che non ha possibilità di essere racchiuso in un tempo UMANO:
Così sia