Salmo del 13 novembre 2021

Con canti di gioia
Salmo 105 (104), 42- 45

"42 Così si è ricordato della sua parola santa,
data ad Abramo suo servo.

43 Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.

44 Ha dato loro le terre delle nazioni
e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli,

45 perché osservassero i suoi decreti
e custodissero le sue leggi.

Alleluia".



Commentiamo i versetti finali del Salmo 105, la lunga carrellata della storia della salvezza che ricorda "le meraviglie che ha compiuto" il Signore per il suo popolo, stirpe di Abramo (cfr. vv. 5-6).
L'atto fondante della storia di Dio e dell'umanità immensa come le stelle del cielo è la promessa fatta ad Abramo e alla sua discendenza. È questo il punto di partenza di ogni narrazione e di ogni lode. Le vicende travagliate del popolo, scelto per fare memoria di quell'inizio, sono tutte legate ad un filo che non si è mai spezzato, annodato strettamente al capo iniziale, Abramo. Il nostro oggi nella fede è frutto della resistenza di quel filo, dovuta solo all'immutabile fedeltà di Dio.

"Così si è ricordato della sua parola santa,
data ad Abramo suo servo".

Due le memorie di questa storia santa: la memoria del Padre che non dimentica mai le sue promesse e rimane fedele per sempre, e la memoria del popolo che si aggancia a quella Parola santa, diversa cioè da ogni altra parola, e ci crede.

Per fedeltà alla parola data, il Signore
"ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia".

Quando Israele ripensa ai quarant'anni nel deserto, così difficili da aver sfiorato la morte di tutti più e più volte, non ricorda il dolore, la ribellione, la difficoltà di mettersi totalmente nelle mani del Liberatore, ma risente la gioia che scorre nelle vene, la certezza di non essere mai stato solo nel cammino.
Il deserto rimane impresso nella memoria del popolo così come il sigillo dell'amore, come il tempo del fidanzamento in cui il Signore lo ha attirato nella sua intimità (cfr. Os 2, 16) e lo ha portato al tempo del canto che non si è più fermato (cfr. Ct 2, 12).

"Ha dato loro le terre delle nazioni
e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli".

Sempre per la sua fedeltà il Signore si è mosso per liberare da chi teneva in pugno i suoi figli, mostrando e donando in eredità la terra dove poter vivere liberi.
Israele non è un usurpatore di felicità degli altri, non è un popolo che preda la sicurezza alle nazioni: la terra promessa e donata diventa segno dell'essere figli perché l'eredità di chi ha creato tutto è sua.

"Perché osservassero i suoi decreti
e custodissero le sue leggi".

Il terzo e fondamentale punto che fa di Israele un segno per tutti gli uomini della terra è l'affidamento della Sapienza che il Padre ha voluto riversare nelle sue braccia.
Figli veri perché condotti e guidati fedelmente, eredi di una terra dove vivere da liberi e infine custodi della sua Sapienza: non si può dubitare della figliolanza, non si può pensare ad un Dio che non sia Padre davanti a tanti segni del suo amore!
Israele per noi è il fratello maggiore che ci ha fatti entrare in questa eredità, che ci aperto la strada e ci ha consegnato la sua memoria di grande esultanza affinché diventasse il fondamento gioioso a cui poterci aggrappare sicuri anche noi. Alleluia!


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Sap 18, 14-16;19,6-9
Commento del 16/12/2019

Salmo 105 (104), 1-15
Commento del 19/10/2019

Vangelo di Lc 18, 1-8
Commento del 14/11/2020

Commenti

  1. "Si è ricordato della sua parola santa,
    data ad Abramo suo servo".
    La memoria di Dio
    è la nostra felicità.
    Si ricorda della parola data, della promessa fatta,
    del suo amore per noi,
    della sua misericordia per la nostra fragilità,
    della sua alleanza a nostro favore.
    Ha promesso ad Abramo
    e alla sua discendenza.
    La sua Parola è per sempre.
    Il suo amore è per sempre.
    Il suo dono è per sempre.
    La sua paternità è per sempre.
    "Si è ricordato della sua parola santa,
    data ad Abramo suo servo".

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  2. alleluia
    a ciò che mi dici
    a ciò che mi inviti a fare
    sono contento,gioioso,della Tua fedeltà
    Grazie

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