Vangelo del 1 novembre 2021 - Festa di Tutti i Santi

Di essi è il regno dei cieli
Mt 5, 1-12

"In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli»".



Commentare le beatitudini è farsi largo verso il cuore della Parola che è data affinché la nostra vita arrivi alla beatitudine.
Il Vangelo e tutti i libri della Scrittura, nel loro insieme, sono ricchi di beatitudini, ma queste riunite in un unico grande annuncio da Gesù sono certamente le più celebri e le più citate proprio per il loro intenso profumo evangelico.

"Gesù salì sul monte".
Gesù ripete il cammino di Mosè che sale sul monte per accogliere la Parola che Dio dona per tutto il popolo. E' il cammino del fedele che per guardare la realtà da una prospettiva che non sia "terra terra", ancorata ai problemi e alle paure che offuscano la vista, se ne allontana per entrare nello sguardo del Padre.
Gesù sale sul monte come nuovo e definitivo liberatore, nuovo Mosè non ancorato più ad una legge esteriore, ma esso stesso nuova e definitiva rivelazione del Padre.
Il monte è una tappa fondamentale del cammino nel deserto. È il luogo della presenza, dell'incontro, del dialogo, della parola-roccia che guida il cammino dei pellegrini.

Ma mentre l'antico liberatore di Israele, il condottiero Mosè, sale da solo sul monte, separandosi dal popolo, Gesù "si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli".
I discepoli chiamati da Gesù a sé (cfr. Mc 3, 13) restano con lui sempre, in mezzo alla gente e al rifiuto, come pecore in mezzo ai lupi (cfr. Mt 10, 16) ma anche nel riposo e nell'ascolto fiducioso, come in questo momento, sul monte.
Il discepolo cammina non verso una meta sconosciuta o in continua ricerca di chissà quale illuminazione, ma verso una prossimità crescente, un'intimità amante col suo Maestro.

"Si mise a parlare e insegnava loro dicendo".
Gesù parla e in questo è trasparenza del Padre che crea parlando (cfr. Gn 1, 3); e Gesù insegna piantando semi che porteranno molto frutto nei cuori degli ascoltatori.

"Beati i poveri in spirito".
Subito viene proclamato qualcuno beato, fortunato, felice. Nella visione tradizionale ai tempi di Gesù erano beati quelli che il Signore benediceva con ricchezza e salute. Gesù invita a rallegrarsi, a ritenere fortunati, coloro che sono "poveri in spirito", categoria che in italiano ci suona difficile da identificare.
La "Tradizione interconnessionale in lingua corrente" (Tilc) del Nuovo Testamento traduce:
"Beati quelli che sono poveri di fronte a Dio". Qui ci suona più chiaro!
SI sta parlando di coloro che sono poveri davanti agli occhi di Dio, quelli che i profeti chiamano "anawim", coloro che hanno solo il Signore come difensore e sostegno.
Di questi poveri, Dio è l'eredità, è la forza dell'oggi, è il rifugio sicuro.
Sono poveri di ogni appiglio e sicurezza terrena che ripongono il loro spirito solo nel Signore, che riconoscono solo in lui la ricchezza della loro vita.

"Perché di essi è il regno dei cieli".
A questi poveri Dio dona il suo Regno, che non è possesso o conquista, ma rivelazione della Signoria che si mostra nel dono e nella rinuncia a qualsiasi prevaricazione sull'uomo.
A chi si scopre povero di ricchezze proprie, Dio dà in dono la sua ricchezza, quella del Figlio che si è spogliato di tutto per dare dignità a noi, che si è fatto povero e ultimo con gli ultimi, per arricchire della sua divinità tutti gli uomini che lo precedono nel Regno.
I poveri in spirito sono immagine e somiglianza del Figlio, sono i cittadini del Regno preparato per loro dal Padre.
Il Regno non è destinato ai professionisti delle cose di Dio; i poveri si accorgono di esserci già dentro ed esultano, perché erano sicuri di essere stati spogliati di tutto e invece si ritrovano ad essere rivestiti di santità, dell'abito del Primogenito (cfr. Lc 15, 22- Gal 3, 27).


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Ap 7, 2-4.9-14
Commento dell'01/11/2019

Salmo 24 (23)
Commento del 22/12/2019 e Commento del 18/01/2021

Seconda lettura 1Gv 3, 1-3
Commento del 01/11/2020

Commenti

  1. "Beati i poveri in spirito".
    Beatitudine sorgente di ogni altra.
    Beatitudine di protesta contro una mentalità egocentrica.
    Beatitudine di apertura al mondo dello Spirito.
    Poveri in spirito: un dono.
    Poveri in spirito: una nuova opportunità.
    Poveri in spirito: una liberazione.
    Poveri in spirito cioè poveri davanti a Dio.
    "Beati i poveri in spirito".

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  2. si pose a sedere e tutti vicino...........
    Sedere è gesto di chi occupa una postura desiderata dopo un lavoro che stanca,un cammino a piedi,un dolore ad una parte degli arti inferiori......
    RISTORO
    Io mi siedo ben volentieri davanti alla SUA Parola per ristorarmi nello Spirito ,che mi è stato dato in dono e che non sempre faccio rivivere!
    Ecco il bisogno di ristoro con TE!
    Fammi sempre ricorrere a TE
    Chi ,oltre te?
    Amen

    RispondiElimina
  3. Beati..
    Beati...
    Beati..
    La beatitudine mi avvolge quando mi
    sento da Te accolta come figlia:
    il Tuo progetto ,
    la Tua eredità sono io
    e vivo fin d'ora con la certezza che farò parte di "Quella moltitudine immensa che nessuno
    poteva contare"

    RispondiElimina

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