Prima lettura del 24 marzo 2022

Ascoltate la mia voce
Ger 7,23-28

"Così dice il Signore:
«Questo ordinai loro: “Ascoltate la mia voce, e io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici”.
Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio alla mia parola; anzi, procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio e, invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle.
Da quando i vostri padri sono usciti dall’Egitto fino ad oggi, io vi ho inviato con assidua premura tutti i miei servi, i profeti; ma non mi hanno ascoltato né prestato orecchio, anzi hanno reso dura la loro cervìce, divenendo peggiori dei loro padri.
Dirai loro tutte queste cose, ma non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno. Allora dirai loro: Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, suo Dio, né accetta la correzione. La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca»".

C'è un insistenza continua in tutta la Scrittura su un tema centrale: l'ascolto della voce del Dio vivente, l'ascolto della sua Parola.
Ascolta e vivrai! Questa la certezza che risuona attraverso i profeti, fino al Vangelo. Giunge a noi e smonta ogni pretesa del voler fare per Dio, dell'operare per farlo contento.
La risposta al suo amore che ci parla continuamente è mettersi in ascolto, sintonizzare il nostro cuore confuso e frastornato con parole di vita che ci guidano su una strada che scioglie i nostri nodi interiori.
Il profeta Geremia fa riecheggiare in mezzo al suo popolo la Parola di Dio, che lo ha sedotto, con la potenza di una sferzata, con la sofferenza di chi vede figli sordi e ciechi incamminati verso vie di fallimenti e sofferenze .

"Così dice il Signore".
Gli oracoli profetici sono spesso preceduti da questa solenne affermazione per attirare l'attenzione e predisporre il cuore ad un sincero ascolto. Anche Gesù aveva un'espressione che catturava l'attenzione e apriva l'orecchio ad una voce diversa dalle solite e quindi più difficile da cogliere. Egli iniziava solennemente con le parole: "In verità, verità vi dico" (Gv 5,19).
E' la verità di una Parola che nutre le nostre orecchie bisognose di certezze, di una voce che viene dal Signore, svelamento di una realtà che cerchiamo ma che ha bisogno di un annuncio per svelarsi.

«Questo ordinai loro: “Ascoltate la mia voce"».
È un ordine, un comando trasmesso con forza che dice con chiarezza cosa sta a cuore al Signore.
"Ascolta Israele" (Dt 6,4) è il comando che sta all'inizio della più celebre professione di fede del popolo biblico, lo "Shemà".
L'ascolto è la fonte da cui scaturisce la confidenza con il Signore, la via che apre strade inedite nel nostro cuore diffidente. Dall'ascolto della Parola nasce la sapienza che viene da Dio, lo sguardo che non si ferma al passato o all'oggi, ma getta un significato su tutta la nostra vita.

"E io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo".
Il Signore parla e il suo popolo ascolta; in questo modo si diventa figli e si può parlare al Padre, scoprendolo continuamente sintonizzato sulle nostre necessità.
Penso al parlare continuo di una madre o di un padre ai propri figli dalla nascita: parlando non si trasmettono nozioni o ordini, si trasmette se stessi e i figli assorbono l'amore che in ogni parola traspare.
Solo dalla parola continua ed incessante nasce un legame profondo, di reciproca appartenenza, che è il fondamento di ogni vera relazione. Camminare nella fede ascoltando la Parola del Signore ci costituisce credenti nel Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe e di Gesù il Cristo. In questo pellegrinaggio ci scopriamo popolo di un unico Dio, che con fiducia chiamiamo Padre.

"Camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici”.
Quando noi pensiamo alle "prescrizioni" ci viene da storcere il naso! Ma questa è la meta dei comandamenti: la nostra felicità! Il Signore parla per guidarci sulla strada che porta gioia vera.
È Parola bene-dicente, a nostro favore, per il nostro benessere.
Ascoltando non facciamo un favore al Signore, non ci trasformiamo in "perfetti" cristiani; semplicemente ci lasciamo portare da lui sulla strada che ci rende felici.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Ger 7,23-28
Commento del 28/03/2019

Salmo 95 (94)
Commento del 06/09/2020 e Commento del 05/08/2021

Vangelo di Lc 11,14-23
Commento del 11/03/2021

Commenti

  1. Camminate su stradeche vi rendono felici

    Non la felicità che intendo io
    Di più
    Quella che gusto stando a braccetto con TE
    Al tuo fianco
    Con la libertà di amare, donare, servire,
    Grazie

    RispondiElimina
  2. "Io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo".
    È linguaggio di nozze.
    L'amato parla così all'amata.
    È linguaggio divino.
    Inconfondibile.
    "Io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo".
    Ci apparteniamo.
    È tutto per noi.
    Siamo tutti suoi.
    "Io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo".
    Vostro e mio: ora sì
    che posso pregare.
    Vostro e mio: ora sì
    che posso cantare.
    Vostro e mio: non posso
    più smettere di sperare.
    "Io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo".

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