Salmo del 6 aprile 2022

Benedetto sei tu
Dn 3,52-56

"Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
Benedetto il tuo nome glorioso e santo.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso,
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini,
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo".

Il lungo canto di lode e benedizione al Signore del capitolo 3 di Daniele, che va dal versetto 52 al 90, è sorprendente perché non sgorga da un momento pacifico di contemplazione sulla vita.
Basta leggere la prima lettura di oggi, dalla quale l'inno è estrapolato, per rendersi conto del dramma in cui Daniele e alcuni suoi compagni, in esilio a Babilonia, innalzano la lode.
Davanti al potente della terra, Nabucodonosor, si rifiutano di adorarne la statua come divinità e per questo vendono gettati vivi in una fornace.
Grazie all'intervento divino "Il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia" (Dn 3,50), ci dice il racconto, un fatto prodigioso per gli ebrei e per i babilonesi.
I giovani felici e incolumi intonano nella fornace, che poteva essere la loro tomba, un inno di lode al Dio liberatore, introducendoci all'evento glorioso della morte del Cristo che non è una sconfitta, ma anzi diventa il fatto rivelativo della potenza del Padre su tutte le nostre morti.

"Benedetto sei tu, Signore".
Benedire è vitale! La nostra vita, che si nutre e cresce grazie alla benedizione che gli altri dicono e fanno sentire su di noi, esprime tutta la sua forza quando riconosce tutti i doni che continuamente riceviamo e si apre alla benedizione verso i fratelli e verso il Signore.
Bene-dire è esprimere profonda gratitudine dicendo tutto il bene possibile di qualcuno; è chiaramente il contrario di male-dire, parola e atteggiamento che distrugge la relazione e rende sterili i nostri gesti, incapaci di trasmettere vita.
Se c'è qualcuno che si può benedire continuamente è proprio il Signore.
Daniele e i suoi amici hanno imparato dai salmi e dalla preghiera liturgica il linguaggio della benedizione; ora diventa il loro modo di esprimere gratitudine perché passano dalla morte certa e straziante, all'evidenza della potenza dell'unico Signore, su tutti.

"Dio dei padri nostri,
Benedetto il tuo nome glorioso e santo.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso,
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno".

Gerusalemme e la terra dei padri sono lontane ma con il cuore riconoscono che il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe li ha seguiti in esilio ed è intervenuto in loro favore.
Il tempio e il trono, in Gerusalemme, sono suoi per sempre perché solo lui è Signore; dalla città santa la sua potenza si fa sentire in ogni luogo della terra attraverso i suoi figli, accuditi e protetti da ogni altra potenza nemica.

"Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini,
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo".

Lontani dalla loro terra, negli abissi della schiavitù e nell'onta di aver perso tutto per il loro peccato e per l'illusione di trovarsi alleati forti, non hanno perso la fede nel Signore e la certezza della sua misericordia.
I giovani sono ancora nella fornace ma liberi da ogni pericolo.
La fede biblica ci conforta: dall'alto dei cieli o nel più profondo degli abissi tutto dipende dal suo amore che salva e tutta la nostra vita è nelle sue mani. Niente può ostacolare il suo amore e i suoi doni.
Non c'è crisi, pandemia, malattia o guerra che possa offuscare la sua potenza, che ci possa togliere la certezza che la nostra vita è al sicuro tra le sue braccia.
Benedetto sei tu, Signore, per sempre!

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Dn 3,14-20.46-50.91-92.95
Commento del 24/03/2021

Salmo da Dn 3,52-90
Commento del 29/11/2019

Vangelo di Gv 8,31-42
Commento del 10/04/2019 e Commento del 01/04/2020

Commenti

  1. "Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
    e siedi sui cherubini,
    Benedetto sei tu nel firmamento del cielo".
    Gli abissi e il cielo sono pieni di te.
    Nell'alto e nel profondo brilla
    la tua luce.
    Tutto canta la tua presenza.
    "Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
    e siedi sui cherubini,
    Benedetto sei tu nel firmamento del cielo".
    Il tuo sguardo penetra ogni cosa.
    Tutta la creazione è il tuo vestito.
    Ogni luogo è la tua casa.
    "Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
    e siedi sui cherubini,
    Benedetto sei tu nel firmamento del cielo".
    Benedetto sei tu Signore.
    Benedetto il tuo amore.
    Benedetta la tua presenza.
    "Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
    e siedi sui cherubini,
    Benedetto sei tu nel firmamento del cielo".

    RispondiElimina
  2. Benedetto
    Più volte benedetto
    Sempre benedetto
    Grazie
    Guida sempre i miei gesti
    sulla via dell'appartenenza a TE!
    RIFIUTATO, messo in discussione, ma con UNICO programma
    AMARE fino a.......
    Grazie

    RispondiElimina

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