Salmo del 17 giugno 2022

Il frutto delle tue viscere
Sal 132 (131),11

"11 Il Signore ha giurato a Davide,
promessa da cui non torna indietro:
«Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono!"


Il Signore è fedele!
Questa la certezza che tutta la Scrittura ci trasmette! E non è un'affermazione da poco: troppo spesso la nostra vita è delusa, buttata nella confusione perché ciò che pensavamo stabile si rivela con basi di argilla, coloro di cui ci fidavamo ci hanno deluso.
Quando vengono meno i pilastri della nostra vita, tutto ciò che sembrava tranquillo, assodato, duraturo, perde la sua consistenza e getta il cuore nella paura e nella disillusione che si allarga a macchia d'olio su tutto il resto.
Ma Israele ha imparato che il suo "Amen" è il Signore!
Nel divenire delle dune del deserto che non sono di nessun aiuto come riferimenti del cammino, c'è una roccia solida, una stella polare a cui guardare per ritrovare la rotta, ed è l'unico Dio che ha condotto fuori dalla schiavitù e dalla morte.

"Il Signore ha giurato a Davide,
promessa da cui non torna indietro".

Questo Salmo fa parte dei Salmi delle salite: i pellegrini lo cantavano arrivando in pellegrinaggio a Gerusalemme e il Tempio li attendeva con le sue porte aperte, segno concreto della misericordia di Dio che apriva ogni anno le braccia ai suoi figli che venivano da lontano.
La Promessa fatta al re Davide, che dalla sua discendenza sarebbe nato il Messia, l'unto suo, il braccio della sua Parola, vale sempre.
Non viene meno neanche con il peccato dello stesso Davide o per le vicissitudini del popolo, spesso idolatriche.
L'unico che può mantenere le promesse è il Signore e lui stesso si impegna per una salvezza continua, quotidiana e che si compie nel futuro.
E' la promessa del Fedele, che non si rimangia ciò che ha detto, e che trascina con sé il re e tutto il popolo nella certezza su cui germoglia la vita.

"Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono!"

Per un ebreo avere una discendenza e per di più insigne, è il massimo della pienezza, è la certezza che la propria vita non si esaurisce nel ciclo di una esistenza.
Davide ha ricevuto la promessa sul figlio Salomone, ma la Scrittura rimanda più avanti nelle generazioni, alla pienezza del dono e alla sazietà dei giorni.
Gli evangelisti riprenderanno questa certezza della prima rivelazione e la mostreranno compiuta nel Cristo, frutto dell'uomo e virgulto di Dio (cfr. Mt 1,1-17).
Niente è lasciato al caso ma tutto il disegno risponde a quella promessa sempre presente nel Signore: il trono regale di Davide si impreziosirà del Re dei Re, l'apice della regalità divina.
E l'attesa di quel Figlio sazierà i desideri di eternità; ogni uomo e ogni donna potranno esultare per la fedeltà di Dio che si fa carne:
"Un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio"! (Is 9,5)


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 132 (131),1-5
Commento del 27/01/2022

Vangelo di Mt 6,19-23
Commento del 21/06/2019


Commenti

  1. "Il Signore ha giurato a Davide,
    promessa da cui non torna indietro".
    Promessa unilaterale e certa
    L'unica salda sulla roccia
    Questa certezza mi dia fiducia e stabilità nel mio cammino quotidiano.
    Lui è con me.
    Grazie Signore

    RispondiElimina

  2. "Il Signore ha giurato a Davide,
    promessa da cui non torna indietro".
    Il Signore è fedele per sempre.
    È la fortuna di Davide.
    È la mia fortuna.
    "Il Signore ha giurato a Davide,
    promessa da cui non torna indietro".
    La Parola del Signore
    rimane per sempre.
    La sua promessa non viene meno.
    La Parola del Signore si compie.
    "Il Signore ha giurato a Davide,
    promessa da cui non torna indietro".

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