Salmo dell'8 giugno 2022

Nelle tue mani è la mia vita
Sal 16 (15),4-5

"4 Moltiplicano le loro pene
quelli che corrono dietro a un dio straniero.
Io non spanderò le loro libagioni di sangue,
né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi.

5 Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita".

C'è una parola nel Vangelo che ci dice cosa vive chi non si abbandona fiducioso nelle mani del Signore: affanno!
Oltre ad indicare ciò che si vede esteriormente, cioè una respirazione accelerata e difficoltosa, l'affanno è spesso sintomo di uno stato d'animo confuso: una paura che prende la gola e rinchiude in un orizzonte di agitazione e di tenebra.
Gesù ha sempre combattuto l'affanno in chi lo viveva, estirpandolo con parole di denuncia prima e di rassicurazione poi.
Per esempio fa notare a Marta che, rispetto alla sorella Maria, si affanna e si agita (cfr. Lc 10,41-42), perdendosi la parte migliore dell'esistenza.
In un altro detto Gesù parla dell'affanno come cosa tipica dei pagani (cfr. Mt 6,7-8) perché lo riversano anche nella preghiera e nei rapporti con Dio.
Il nostro Salmo mostra un aspetto tipico dell'affanno, un'inquietudine inutile che affligge, paradossalmente, gli uomini religiosi.

"Moltiplicano le loro pene
quelli che corrono dietro a un dio straniero".

Il dio straniero è un estraneo, uno che non ha passato con Israele tutte le fatiche dell'esodo.
È un idolo, creato dall'uomo e personificato con un potere diabolico che schiaccia con obblighi assurdi chi a lui si asservisce.
Fatica e affanno caratterizzano questa religione della schiavitù e del servizio al potere divino, visto sempre come antagonista dell'umanità e insensibile alla sua sofferenza.

"Io non spanderò le loro libagioni di sangue,
né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi".

Il salmista ha preso una decisione: niente più sacrifici e liturgie mortificanti! Le labbra vengono liberate da nomi che schiavizzano, il cuore si scioglie da legami che mortificano la vita e non la lasciano esprimere nella gioia.
Non è una decisione da poco, è la svolta di una vita che si mette finalmente in cerca di un Dio vivo, che parla e che ama!

"Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita".

Quanta differenza con gli idoli muti, illudenti, falsi e comunque opprimenti!
La fede del salmista è fondata sul Signore che si è fatto conoscere nella lotta per la liberazione, che è diventato paladino di schiavi, poveri e sofferenti quando nessuno si curava di loro.
Il Signore è per l'uomo di fede il suo futuro, la sua eredità, la pace dopo ogni affanno quotidiano e ogni paura per un domani incerto.
E' questa la nostra fede, l'essere figli di questo Dio differente che il Vangelo e tutta la Scrittura ci annunciano.
Il Signore porta la nostra vita, spaventata e preoccupata, al sicuro, nelle sue mani paterne e materne. Solo in lui riposa la fiducia e la speranza. Al riparo da ogni affanno possiamo finalmente vivere e abitare con lui, certi che ci stia accanto, nella pace.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 1Re 18,20-39
Commento del 10/06/2020

Salmo 16 (15)
Commento del 06/06/2019

Vangelo Mt 5,17-19
Commento del 27/03/2019 e Commento del 10/03/2021


Commenti


  1. "Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
    nelle tue mani è la mia vita".
    Felicità e pace.
    È parola preziosa per me.
    Mi riporta al centro dei miei desideri.
    "Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
    nelle tue mani è la mia vita".
    La mia eredità è il Signore.
    Il mio calice colmo per la festa
    è il Signore.
    Sono pronto per l'eredità
    e la festa.
    "Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
    nelle tue mani è la mia vita".
    La mia vita è preziosa
    per il Signore.
    La mia vita è custodita
    con tenerezza tra le sue mani.
    La mia vita è al sicuro,
    è nelle mani del Padre.
    "Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
    nelle tue mani è la mia vita".

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  2. Io non spandero'le loro libagioni di sangue .....
    Voglio seguire TE solo
    Fammi sempre relegare in un angolino, fermo in una tentazione, l'istinto di seguire cose vane e sermoni astratti.
    Grazie mio liberatore

    RispondiElimina

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