Seconda lettura del 24 giugno 2022

Mentre eravamo ancora peccatori
Rm 5, 5-11

"Fratelli, l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione".


Tutta la vita e la morte di Gesù si muovono verso una meta, hanno uno scopo fondamentale: mostrare la gloria di Dio, cioè il suo amore per noi senza limiti, senza ripensamenti, al di là di ogni calcolo e ostacolo.
Paolo nelle sue lettere riflette continuamente su questa realtà perché lo ha impregnato di una pienezza che trabocca dal suo cuore.
Egli infatti dice ai suoi fratelli ciò che lui sperimenta: "L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori". Ecco, ne siamo pieni, ricolmi e uniti inscindibilmente col Signore!
Gesù stesso nel Vangelo ripete più volte che è venuto per dare la vita in riscatto per i peccatori, così un medico che ha cura dei malati.

"Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi".
Per una persona di legge, che soppesa la giustizia in un dare e avere, che stabilisce una condanna a seconda del guaio che un'azione ha generato, una frase di questa è assurda e ingiusta!
La misericordia, la grazia dovrebbe essere meritata, è vista necessariamente come una ricompensa per chi ha smesso di essere peccatore.
Questa è l'ottica giudaica che arriva al meritocrazia, che fa della legge un metro per arrivare alla salvezza. Purtroppo questo criterio, se applicato correttamente, diventa un cappio al collo di poveri peccatori che non ce la fanno a stare dietro a precetti e norme su ogni azione, pensiero, desiderio!
Ecco perché Paolo, da fariseo zelante, è rapito e messo sotto sopra dalla libertà del Vangelo e ogni volta le parole trasmettono lo stupore di cui il suo cuore non si capacita se non dicendolo e ripetendolo a se stesso e ai fratelli!
Mentre eravamo peccatori, quindi quando non eravamo in condizione di vantare alcun merito, destinati alla condanna, Cristo, nella più pura gratuità, è morto per la nostra salvezza.
Il suo perdono precede ogni nostra conversione, il dono della sua vita è il colpo di spugna che rende inutile ogni merito e la grazia sconsiderata ed esagerata trabocca da lui come sorgente continua di vita nuova.

"A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui".
Che motivo abbiamo ora di avere paura del Signore? Se ha fatto il massimo quando non lo meritavamo, mentre eravamo ancora prede e vittime del peccato, come non farà il nostro bene ora che siamo stati resi giusti, cioè giustificati, grazie al suo sangue versato sulla croce!
Colui che è morto a causa del peccato, lo ha reso inefficace nel suo pungiglione mortale. Accettando di essere schiacciato da colpe non sue, ha disarmato il potere del male, ha assolto coloro che andavano condannati, ha liberato dall'ottica dell'occhio e per occhio.
E' una vera liberazione dal castello di giustizia che ci facciamo come difesa dagli altri, che diventa mortale per chi rimane schiacciato dai nostri giudizi.
Questa giustizia malata l'abbiamo riversata su Dio, parlandone in termini minacciosi, facendone il nostro boia.
Per Paolo la prospettiva è opposta. Abbiamo già ricevuto dalla morte di Cristo una sorgente d'amore come caparra; riceveremo il Dono ancora più grande proprio nel momento del giudizio! E tutto questo per grazia, cioè gratis, gratuitamente. Perché non lo meritiamo, ma dobbiamo arrenderci: siamo amati incondizionatamente!

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Ez 34, 11-12.15-17
Commento del 22/11/2020

Salmo 23 (22)
Commento del 22/02/2019 e Commento del 22/03/2020

Seconda lettura di Rm 5, 5-11
Commento del 02/11/2020

Vangelo di Lc 15, 3-7
Commento del 28/06/2019



Commenti

  1. "Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi".
    È questo che diciamo
    quando parliamo di grazia.
    È questo che si mostra a noi quando parliamo dell'amore
    di Dio.
    È questo che ricordiamo quando vogliamo coltivare la speranza.
    "Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi".
    L'amore di Dio previene.
    L'amore di Dio precede.
    L'amore di Dio è la sorgente.
    "Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi".
    Peccatori giustificati.
    Peccatori liberati dalla morte.
    Peccatori salvati dall'Amore.
    "Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi".
    Alleluia!

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  2. Salvati dall'ira

    Mi ha sempre terrorizzato questo messaggio di persecuzione
    L'ira non è da un buon papà
    Quanto più LUI misericordioso e benevolo verso me, senza averne meriti
    Donami questa capacità di accettare che non devo meritare il SUO... tutto
    Grazie

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