Prima lettura del 13 ottobre 2022

L’ha riversata in abbondanza
Ef 1, 1-10

"Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, ai santi che sono a Èfeso credenti in Cristo Gesù: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra".


La parola greca "grazia" (chàris) deriva dal verbo χαίρω (chàiro), il quale indica il rallegrarsi, l'essere contento, lo stare bene e il prosperare.
Grazia ha anche il significato di revoca della condanna: gli antichi imperatori facevano grazia ad un condannato a morte al quale revocavano la pena, salvandolo per loro esclusiva benevolenza.
Grazia significa proprio quello che dice: è dono assolutamente gratuito e immeritato; se c’è grazia, c'è leggerezza, bellezza e festa.
Nell'esperienza cristiana il termine assume un ruolo fondante, amplificato dall'annuncio di Cristo.
Tutto è grazia dal momento che l'amore del Signore è sempre presente e operante nelle nostre vite.
La grazia da niente dipende o è condizionata, niente può opporsi o può ostacolarla perché è nelle mani del Signore.
Senza l'esperienza della grazia il cristianesimo è incomprensibile.

"Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza".

Paolo apre la lettera augurando la grazia ai santi di Efeso. Con il trasporto dell'annunciatore che lo contraddistingue, canta un inno di lode al Padre che dona in "abbondanza", cioè non solo quella elargisce la grazia strettamente indispensabile al nostro bene, ma ci inonda senza misura, con divina prodigalità.
Spesso abbiamo la sensazione di non ricevere mai abbastanza; in effetti scoprendo il dono di grazia ci accorgiamo che, per quanto ne possiamo aver bisogno, va' sempre ben oltre le nostre aspettative e i nostri desideri.
Paolo ci tiene a dire che questo dono è accompagnato da sapienza e intelligenza, quella che il Padre dà affinché nasca la consapevolezza di quanto siamo amati.

"Facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
per il governo della pienezza dei tempi".

Il sogno di ogni uomo è conoscere la volontà divina che regge il mondo e il desiderio del Padre coincide col nostro sogno. Per questo la rivelazione non è limitata: Dio si fa conoscere senza limiti, in un cammino che inizia in questa vita e continua per l'eternità.
La sua è volontà bene-volente, che sapientemente guarda verso la pienezza dei tempi, in cui tutto è portato a pienezza.

"Ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra".

Ecco il piano, ecco la volontà che ci è mostrata: Cristo è il centro verso cui tutto si orienta, punto di partenza e di arrivo, Alfa e Omega dell'esistente.
La volontà del Signore è che ogni cosa, ogni uomo, ogni donna, tutto ciò che ha vita, abbiano in Cristo il capo, non in senso di predominio e di possesso, ma di verità ontologica: di ogni cosa si viene a capo a partire da Cristo!
Ecco perché intelligenza e sapienza ci inondano: la grazia fa passare la potenza di Dio attraverso braccia che accolgono, la signoria del Padre attraverso il Figlio che si fa servo dell'umanità, il primato di Cristo attraverso l'amore che lo Spirito dona abbondantemente.
E rimaniamo sbigottiti di quanto il Signore ci riempia di bellezza, leggerezza e gioia!

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Ef 1, 3-6. 11-12
Commento dell'08/12/2020

Salmo 98 (97)
Commento del 09/05/2021

Vangelo di Lc 11, 47-54
Commento del 15/10/2020

Commenti

  1. "Ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
    quelle nei cieli e quelle sulla terra".
    Ancora una volta il Vangelo
    supera il mio tempo.
    Lo sguardo è spinto in avanti.
    Tutto guarda nella stessa direzione.
    "Ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
    quelle nei cieli e quelle sulla terra".
    Tutto ciò che ha vita in cielo
    e in terra va a mettersi
    sotto un unico Capo.
    Il capolinea è Cristo.
    Tutto in lui viene a capo.
    "Ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
    quelle nei cieli e quelle sulla terra".
    Ecco il destino della mia vita.
    Ecco il destino di ogni vita.
    Il mio oggi si apre all'infinito.
    "Ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
    quelle nei cieli e quelle sulla terra".

    RispondiElimina
  2. facendoci conoscere il mistero della sua volontà
    CHI fa veramente conoscere questo?
    Tu,solo TU:
    Liberami da tutti gli ostacoli,le barriere che ostacolano la mia qualità e libertà d'espressione vera-
    Amen

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019