Prima lettura di domenica 2 ottobre 2022

Certo verrà e non tarderà
Ab 1,2-3; 2, 2-4

"Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede»".


"Io so quanto amore chiede questa lunga attesa del tuo giorno o Dio" dice il testo di un canto di Sequeri che risuona nelle nostre assemblee eucaristiche, dando voce alla fatica dell'attesa.
La fede è messa a dura prova dai tempi lunghi di Dio e dai suoi modi di agire "sbagliati", fuori tempo massimo, secondo la nostra fretta di risolvere le violenze che ci soffocano. Per questo il suo agire ci appare incomprensibile, come "spettatore dell’oppressione" e lontano dalle nostre sofferenze.
Il profeta Abacuc cerca di mettere in guardia i suoi connazionali dall'imminente conquista babilonese e già profetizza il giorno della liberazione, che certamente verrà dopo la distruzione, la deportazione, la tabula rasa che sembrerà azzerare Gerusalemme e tutto Israele.
Bisogna attendere con fiducia: è questa una delle fatiche della fede, una necessità per il credente e, da profeta, Abacuc ci conforta sull'esito, anche se, nell'oggi, la luce sembra improbabile.

"Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente".

È un messaggio prezioso che deve essere compreso da tutti. In tante religioni le profezie sono espresse in modo cifrato e pochi ne possiedono la chiave per comprenderle.
Il Signore d'Israele è un Dio anomalo nell'antichità: ha sempre avuto a cuore il bene di un popolo intero e per questo ha suscitato profeti in modo che ognuno possa leggere la storia come salvifica e possa comprendere la volontà del Padre che la guida.

"È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce".

Il Signore dà, fin da ora, un appuntamento di festeggiamenti che travalica la sconfitta e l'esilio ormai imminenti. La sua è una promessa affidabile, un "piano A" che sicuramente va' in porto.
Speranza e fiducia sono le risposte più vere al Signore che parla per confortare il suo popolo.

"Se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà".

Leggere questa frase mi commuove, mi conforta profondamente e dà a tutta la sofferenza che mi circonda un anelito di speranza a cui mi aggrappo nel mio limite, nella mia incapacità di portare sollievo e ristoro a chi sembra ormai sul punto di non farcela.
E' una Parola che comprende la mia paura che sia troppo tardi per il bene, che parla al timore che la speranza soccomba in un'attesa estenuante.
Il tempo lungo, il ritardo secondo le aspettative dell'umanità intera, non devono farci dubitare: il Signore è fedele nel compiere le sue promesse, di generazione in generazione. La promessa fatta ad Abramo risuona ed è amplificata da Abacuc.
Anche in Daniele 7,25) e nell'Apocalisse12,14 si parla di “un tempo, dei tempi, la metà di un tempo” per annunciare che il male non è eterno come pensiamo noi, ma limitato nel tempo, circoscritto dal disegno del Padre.
Coltiviamo questo delicato germoglio, certi della sua crescita, facciamo in modo che il nostro cuore divenga una cassa di risonanza affinché la speranza raggiunga il cuore di tutti gli oppressi e di tutti coloro che gridano: la salvezza è vicina; attendiamola insieme "certo verrà e non tarderà".

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 95 (94)
Commento del 06/09/2020

Vangelo di Lc 17,5-10
Commento del 06/10/2019

Commenti

  1. "Se indugia, attendila,
    perché certo verrà e non tarderà".
    È detto così del compimento
    della Parola di Dio.
    Fede e attesa vanno insieme.
    Attesa e speranza sono inseparabili.
    Speranza e fiducia rendono possibile ogni attesa.
    "Se indugia, attendila,
    perché certo verrà e non tarderà".
    I miei tempi non sono quelli di Dio.
    I tempi di Dio sono i tempi della pienezza.
    Attendere senza scoraggiarsi
    è aprirsi alle sorprese di Dio.
    "Se indugia, attendila,
    perché certo verrà e non tarderà".

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  2. "È una visione che attesta un termine,
    parla di una scadenza e non mentisce".
    DEVO SOLO PAZIENTARE.
    Metti freno alla mia angoscia che rode tanto
    I temoi non sono maturi
    Succederà anche per ciò in cui spero,metti sale.............il TUO
    Amen

    RispondiElimina

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