Prima lettura del 20 dicembre 2021

Chiamerà Emmanuele
Is 7, 10-14

"In quei giorni, il Signore parlò ad Àcaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».
Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».
Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele»".

Il libro del profeta Isaia è il più letto nel tempo dell'Avvento al Natale perché le sue profezie rimbombano nel corso dei secoli fino a realizzarsi nella nascita che fa diviso la storia in due, facendola ripartire da un bambino.
Le sue parole sul giorno del Messia, nato da donna, principe della pace, salvatore universale, sono di sostegno alla nostra fede e alla nostra speranza. La pagina di oggi contiene la profezia più importante sulla nascita di Gesù.

"Il Signore stesso vi darà un segno".
Nel rapporto con il Signore i segni sono fondamentali perché distinguono il Dio vero da un qualsiasi idolo. Inoltre ci permettono di cogliere la sua presenza fedele e paterna in tutta la storia. Il segno che Isaia annuncia, da vero profeta, ha due tempi di realizzazione.
Il primo è il tempo di Isaia, circa l'ottavo secolo prima di Cristo, in cui il re del regno di Giuda, Acaz teme l'invasione della potente Siria. Isaia viene mandato al re per profetizzargli la nascita del primogenito dalla giovane moglie che lo rassicuri sulla presenza del Dio vero.
Nonostante la riluttanza del re pagano, il segno viene dato comunque perché il progetto di Dio non può fermare la sua corsa.
Il secondo è il tempo futuro che Isaia profetizza nonostante sia fuori da ogni sua possibilità. E' un segno in divenire perché la storia partorisce sempre la presenza di questo Dio appassionato, che non lascia mai sola l'umanità, fecondandone il cammino.

"La vergine concepirà e partorirà un figlio".
È il figlio primogenito che nasce inaugurando un tempo nuovo. Concepimento e parto sono segno dell'azione del Signore che non smette mai di far nascere bambini, che non ferma la sua benedizione neanche di fronte all'incredulità, alla ritrosia e al peccato di uomini e donne.

"Che chiamerà Emmanuele".
Il nome del bambino è importante, ne dice la missione e l'identità.
"Emmanuele" significa infatti "Dio è con noi". Ogni volta che Acaz e sua moglie lo chiameranno, si ricorderanno che è figlio di una promessa e di un Dio che si è mischiato con la loro storia.

L'evangelista Matteo legge la vicenda della nascita del Maestro alla luce di questa profezia e la cita espressamente (cfr. Mt 1, 22-23).
Egli crede che il secondo tempo è finalmente arrivato, che tutta la storia può tirare un sospiro di sollievo: il Signore ha promesso e ha realizzato, la Parola si è fatta carne e ha preso dimora nel grembo dell'umanità (cfr. Gv 1, 14).
Con la fede di Matteo guardiamo al Natale certi che il Signore ha bucato la nostra storia facendosi presente, figlio di un'umanità resa vergine dalla sua scelta, feconda per il suo concepimento.
E dalla bocca di ogni persona sorgerà il nome che lo riconosce figlio, presente e vicino: Emmanuele!


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Is 7, 10-14
Commento del 20/12/2019

Salmo 24 (23)
Commento del 22/12/2019 e Commento del 28/01/2021

Vangelo di Lc 1, 26-38
Commento del 25/03/2019 e Commento del 08/12/2019

Commenti

  1. "Il Signore stesso vi darà un segno".
    Quando le parole non bastano i segni continuano il discorso.
    I segni parlano sempre.
    I segni parlano sempre in modo nuovo.
    Il Signore parla in ogni modo e in ogni tempo.
    I segni sono il suo linguaggio ultimo.
    Trovo segni del suo amore, della sua presenza, della sua benevolenza, del suo giudizio che libera, della sua vicinanza, della sua forza, della sua compassione, della sua umiltà, della sua maternità, della sua paternità.
    "Il Signore stesso vi darà un segno".
    Donami Signore occhi e cuore per vedere.
    Aprimi alla presenza dei tuoi segni.
    Tu dai i segni e anche la gioia di coglierli.
    "Il Signore stesso vi darà un segno".

    RispondiElimina
  2. Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore

    Essere discepolo è sempre abbastanza rischioso
    Sei in balìa di dubbi e certezze che si alternano ,fino a quando non prevale la PAROLA che mette a tacere la mia testardaggine;
    Dio è con me!
    SEMPRE!
    Amen

    RispondiElimina

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