Liturgia del 15 novembre 2023
Salvate, liberatelo
Salmo 82 (81),3-4
"3 Difendete il debole e l'orfano,
al povero e al misero fate giustizia!
4 Salvate il debole e l'indigente,
liberatelo dalla mano dei malvagi!".
I Salmi sono sostegno alla memoria del cuore; è necessario l'aiuto concreto della preghiera perché coltivare in ogni tempo il ricordo del Dio vivente, nonostante la sofferenza dei fratelli feriti e poveri, è un peso difficile da portare.
Il comandamento dell'amore per Dio e per i fratelli nei Salmi diventa un'unica fede pregata per attingere luce e forza nelle difficoltà del cammino.
Il salmo 82 è un forte richiamo affinché la nostra attenzione, la nostra carità, non si affievolisca di fronte alla sofferenza e alla prova.
Il pericolo che tutti corriamo è trasformare i fratelli in servi, far prevalere il nostro potere sulla debolezza di chi ci sta vicino.
Il nostro cuore ha bisogno di imparare una via diversa, che solo la Parola di compassione e di misericordia ci può indicare.
"Difendete il debole e l'orfano,
al povero e al misero fate giustizia!"
È un lavoro a perdere che solo l'amore può spingerci a fare. L'orfano, il debole, il povero, non hanno da ricambiarci, e la loro povertà ci fa paura, sembra impoverirci.
Prendersi cura di coloro che Dio sostiene può essere fatto solo col suo aiuto, come lo fa lui, per semplice gratuità.
Gesù insiste su questo stile di vita che il Padre insegna:
"Sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti" (Lc 14,14).
"Salvate il debole e l'indigente,
liberatelo dalla mano dei malvagi!".
I poveri e i sofferenti stanno molto a cuore al Signore, perché nessuno ne tiene conto, perché sono invisibili agli occhi dei potenti.
Per questo ogni credente sa da che parte sta il Signore nelle ingiustizie di questo mondo. Povertà e sofferenza non sono dei casi, non dipendono dalla "sfortuna". Sono troppo spesso frutto dell'azione malvagia di chi sfrutta gli ultimi, di chi opprime per il proprio tornaconto.
Ascoltare la Parola è udire dentro di sé la denuncia di questo male, fare proprio il disagio e il dolore di chi non ha voce.
L'azione della chiesa nel mondo non può essere equidistante, deve chiamare col suo nome i meccanismi di morte.
Il pericolo che tutti corriamo è trasformare i fratelli in servi, far prevalere il nostro potere sulla debolezza di chi ci sta vicino.
Il nostro cuore ha bisogno di imparare una via diversa, che solo la Parola di compassione e di misericordia ci può indicare.
"Difendete il debole e l'orfano,
al povero e al misero fate giustizia!"
È un lavoro a perdere che solo l'amore può spingerci a fare. L'orfano, il debole, il povero, non hanno da ricambiarci, e la loro povertà ci fa paura, sembra impoverirci.
Prendersi cura di coloro che Dio sostiene può essere fatto solo col suo aiuto, come lo fa lui, per semplice gratuità.
Gesù insiste su questo stile di vita che il Padre insegna:
"Sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti" (Lc 14,14).
"Salvate il debole e l'indigente,
liberatelo dalla mano dei malvagi!".
I poveri e i sofferenti stanno molto a cuore al Signore, perché nessuno ne tiene conto, perché sono invisibili agli occhi dei potenti.
Per questo ogni credente sa da che parte sta il Signore nelle ingiustizie di questo mondo. Povertà e sofferenza non sono dei casi, non dipendono dalla "sfortuna". Sono troppo spesso frutto dell'azione malvagia di chi sfrutta gli ultimi, di chi opprime per il proprio tornaconto.
Ascoltare la Parola è udire dentro di sé la denuncia di questo male, fare proprio il disagio e il dolore di chi non ha voce.
L'azione della chiesa nel mondo non può essere equidistante, deve chiamare col suo nome i meccanismi di morte.
Come il Signore si schiera e predilige gli ultimi, i piccoli e gli oppressi, così sia l'impegno di ogni cristiano, di ogni uomo e donna a difesa dei massacrati dalla guerra, dagli affamati dalla povertà, dagli azzerati delle ingiustizie.
Il grido è uno "Salvate" "Liberatelo"! E' il grande e unico comandamento del Salvatore e del Liberatore, il comandamento del Padre.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Sap 6,1-11
Commento del 10/11/2021
Salmo 82 (81)
Commento del 13/11/2019
Vangelo di Lc 17,11-19
Commento del 09/10/2022
Il grido è uno "Salvate" "Liberatelo"! E' il grande e unico comandamento del Salvatore e del Liberatore, il comandamento del Padre.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Sap 6,1-11
Commento del 10/11/2021
Salmo 82 (81)
Commento del 13/11/2019
Vangelo di Lc 17,11-19
Commento del 09/10/2022
"Salvate il debole e l'indigente,
RispondiEliminaliberatelo dalla mano dei malvagi!".
Liberati, liberiamo.
È la via dei discepoli di Gesù.
Il debole, il povero, il sofferente, hanno bisogno di liberazione.
Liberazione dalla paura.
Liberazione dalla sfiducia.
Liberazione dalla morte.
In Dio salvezza e liberazione.
"Salvate il debole e l'indigente,
liberatelo dalla mano dei malvagi!".
Difendete il debole
RispondiEliminaSi
Quello di turno;ai cigli delle strade,alla mia porta,ai semafori,nel mercato rionale.....e quello che tengo lontano da me
Quello che grida,senza che io lo percepisca;questo mi deve stimolare a fare,fare,donare per chi non Ha.
Grazie