Prima lettura del 7 ottobre 2024
Ritornarono a Gerusalemme
At 1,12-14
"Dopo che Gesù fu assunto in cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato.
Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo.
Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui".
Gli Atti degli Apostoli iniziano presentando il gruppo dei discepoli di Gesù dopo la sua assunzione in cielo da parte del Padre. Sono a Gerusalemme, combattuti da sentimenti contrastanti, pieni dell'esperienza del Cristo risorto che ha mangiato e bevuto con loro per 40 giorni (cfr. At 1,3) e in attesa che si realizzi la sua promessa del Padre. Infatti è necessario che gli apostoli siano immersi, battezzati nello Spirito del Signore per avere la forza di lasciare Gerusalemme e annunciare il Vangelo in tutto il mondo (cfr. At 1,4-5).
È un' attesa piena di fiducia, sostenuta dalla preghiera perseverante e dalla memoria vivente di Maria. La madre di Gesù tiene i discepoli legati all'umanità concreta di Gesù e impedisce che la sua vicenda si trasformi in una teoria.
"Dopo che Gesù fu assunto in cielo".
Si conclude l'esperienza fisica del Figlio tra i suoi e inizia per forza una nuova fase nell'annuncio del Regno, raccolta dai discepoli che sono inviati a compiere parole e gesti carichi di vita risorta.
Gli Atti parlano di "asssunzione", mentre noi la ricordiamo come "ascensione". Non è un'iniziativa di Gesù che da solo si "issa" nei cieli: è il Padre che lo innalza, dopo l'innalzamento nella morte in croce, che lo assume alla sua destra, al posto che è sempre stato suo e che adesso è rivelato all'umanità.
Gesù è venuto dal Padre, ma adesso ritorna a lui "arricchito" potremmo dire dell'esperienza umana che ha segnato la vita stessa di Dio, che è incastonata nel suo cuore. Il divino si è voluto unire indissolubilmente all'umano con la vicenda storica del Cristo.
"Gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato".
Gli apostoli hanno un appuntamento a Gerusalemme, devono ritornare lì da dove erano fuggiti.
Gesù li fa uscire dal luogo della contemplazione della sua gloria. La tentazione sarebbe stata quella di dimorare nell'orto degli ulivi, fuori dalla città, grande degli avvenimenti della settimana santa ma anche luogo di avversione e morte.
Ma come nella trasfigurazione, quando il desiderio di Pietro di fermare quel momento meraviglioso non aveva avuto seguito, così dopo l'assunzione al cielo è necessario tornare a Gerusalemme, a mettere i piedi per terra nella realtà che ha bisogno della Buona Notizia.
Non sono uomini di eremitaggio gli apostoli, ma inviati, come il Figlio, a mischiarsi con coloro che attendono l'annuncio della vita che non muore.
E nello stesso tempo gli apostoli non sono avventurieri che si battono per la propagazione di una ideologia umana. Senza lo Spirito di Gesù non possono continuare la loro missione. L'attesa non è una pausa fastidiosa, ma la giusta preparazione alla pentecoste.
"Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi".
Luca nel suo Vangelo parla di una "stanza al piano superiore" che non tutte le case avevano al tempo.
E' Gesù che indica quella casa per la celebrazione della Pasqua, per apparecchiare il convito dell'ultima cena (cfr Lc 22,12).
In quella stessa stanza ritornano per fare memoria dei fatti cruciali in cui si è consumata e snodata la settimana più importante della loro vita e quella del Maestro.
Nel luogo dell'ultima cena i cristiani si sentono a casa loro; sono "soliti riunirsi", insieme perché così li ha voluti il Maestro lontani da ogni smania di prevalere da soli.
Ma come nella trasfigurazione, quando il desiderio di Pietro di fermare quel momento meraviglioso non aveva avuto seguito, così dopo l'assunzione al cielo è necessario tornare a Gerusalemme, a mettere i piedi per terra nella realtà che ha bisogno della Buona Notizia.
Non sono uomini di eremitaggio gli apostoli, ma inviati, come il Figlio, a mischiarsi con coloro che attendono l'annuncio della vita che non muore.
E nello stesso tempo gli apostoli non sono avventurieri che si battono per la propagazione di una ideologia umana. Senza lo Spirito di Gesù non possono continuare la loro missione. L'attesa non è una pausa fastidiosa, ma la giusta preparazione alla pentecoste.
"Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi".
Luca nel suo Vangelo parla di una "stanza al piano superiore" che non tutte le case avevano al tempo.
E' Gesù che indica quella casa per la celebrazione della Pasqua, per apparecchiare il convito dell'ultima cena (cfr Lc 22,12).
In quella stessa stanza ritornano per fare memoria dei fatti cruciali in cui si è consumata e snodata la settimana più importante della loro vita e quella del Maestro.
Nel luogo dell'ultima cena i cristiani si sentono a casa loro; sono "soliti riunirsi", insieme perché così li ha voluti il Maestro lontani da ogni smania di prevalere da soli.
E si trovano in preghiera e raccontandosi reciprocamente ciò che sarà la testimonianza fondamentale della vita di Gesù per la chiesa universale, fino ai giorni nostri.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di At 1,12-14
Commento del 06/06/2022
Salmo da Lc 1,46-55
Commento del 22/12/2023
Vangelo di Lc 1,26-38
Commento del 08/04/2024
"Dopo che Gesù
RispondiEliminafu assunto in cielo".
È il nostro tempo.
In attesa del suo ritorno.
Tempo di perseveranza.
Tempo di fiducia.
"Dopo che Gesù
fu assunto in cielo".
Ci precede.
Prepara per noi.
Ci aspetta.
"Dopo che Gesù
fu assunto in cielo".
Salirono nella stanza al piano superiore!
RispondiEliminaHo sempre desiderato appartarmi per prendere decisioni importanti.
I discepoli si elevano da terra,in una sorte di separazione dal "mondo"circostante per fare memoria,rivivere quanto accaduto e mettere benzina...per proseguire!
Grazie per CHI mi aiuta nel discernimento dei fatti quotidiani,alla TUA Luce!