Prima lettura del 23 novembre 2024

Uscirà dalla loro bocca un fuoco
Ap 11,4-12

"A me Giovanni, fu detto: «[Ecco i miei due testimoni]». Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra. Se qualcuno pensasse di fare loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di fare loro del male.
Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiare l’acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli, tutte le volte che lo vorranno.
E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso.
Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. Gli abitanti della terra fanno festa su di loro, si rallegrano e si scambiano doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: «Salite quassù» e salirono al cielo in una nube, mentre i loro nemici li guardavano".


Parlare di martiri può sembrare un discorso da antica Roma. Purtroppo non è così. Negli anni tra il 2001 e il 2023 è stato calcolato che gli operatori pastorali cristiani che hanno perso la vita nel mondo sono stati 564 e il numero è solo approssimativo perché non tiene conto di coloro che sono perseguitati e uccisi senza un riscontro ufficiale. Questa pagina dell'Apocalisse, quindi, è più attuale che mai.
Dice papa Francesco:
«Le persecuzioni non sono una realtà del passato, perché anche oggi le soffriamo sia in maniera cruenta, come tanti martiri contemporanei, sia in un modo più sottile, attraverso calunnie e falsità. Altre volte si tratta di scherni che tentano di sfigurare la nostra fede e di farci passare per persone ridicole».
Il libro profetico scritto da Giovanni l'evangelista unisce lo sguardo di fede su questa dura realtà alla luce di speranza.
"Martire" è una parola greca che vuole dire "testimone", nel nostro caso del Cristo. Non è una realtà lontana da noi perché tutti i discepoli sono testimoni del fatto unico e rivoluzionario della croce e della resurrezione.

"A me Giovanni, fu detto: «Ecco i miei due testimoni».
A Giovanni che ascolta la Parola di Dio e vede ciò che avviene nel mondo dello Spirito, vengono presentati "due testimoni", due martiri. Sono la sintesi, il simbolo dei martiri di ogni tempo.
Dalla Pasqua in poi, lo Spirito fa sorgere testimoni dell'amore di Dio per tutti, testimoni del Cristo, della sua Parola, della sua vita.
Nessuna generazione è lasciata senza il dono di testimoni che con coraggio portano la Buona Notizia e lo Spirito di Dio fino ai luoghi più sperduti, nei cuori più lontani e diversi.
Il Signore non abbandona mai i suoi testimoni ma li colma di vita e di gioia.

"Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra".
Ulivo e candelabro sono due simboli di vita, di fede, di fecondità. L'ulivo verdeggiante è ricordato nei Salmi:
"Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio,
confido nella fedeltà di Dio
in eterno e per sempre" (Sal 52,10).

I candelabri richiamano lo Spirito che sta sempre alla presenza del Signore.
Per chi conosce la Scrittura è evidente che Giovanni attinga ad essa per i simboli che si susseguono nell'Apocalisse.
Il profeta Zaccaria ha una bella catechesi su questi due segni:
"Che cosa vedi?". Risposi: «Vedo un candelabro tutto d'oro; in cima ha una coppa con sette lucerne e sette beccucci per ognuna delle lucerne. Due olivi gli stanno vicino, uno a destra della coppa e uno a sinistra»" (Zc 4,2-3).
E questo è il loro significato:
"«Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito», dice il Signore degli eserciti!" (Zc 4,6).
Ulivo e candelabri sono simbolo della fedeltà di Dio, della sua forza, della sua fedeltà. I testimoni non portano ai fratelli una loro opera, ma è il Signore e la sua vittoria che si manifesta in loro.

"Se qualcuno pensasse di fare loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici".
Il Signore è nostro aiuto, difesa, scudo (cfr. Sal 33,20). Non abbandona nessuno di noi e ha una cura particolare dei testimoni che devono pascere i suoi agnelli (cfr. Gv 21,15), mandati come pecore in mezzo ai lupi (cfr. Mt 10,16-17) e comunque destinati alla vita e non alla morte.
Con la forza dello Spirito la loro testimonianza trasmette il fuoco di Dio che con la Parola brucia il peccato e fa risplendere la vita.
In un mondo che sembra dominato dalle tenebre, la Luce che i martiri fanno risplendere diventa certezza nel cammino ed esperienza che si vede e si tocca.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 144 (143),9-10
Commento del 19/11/2022

Vangelo di Lc 20,27-40
Commento del 20/11/2021

Commenti

  1. Un soffio di vita che veniva da Dio...
    si
    La morte,il dolore,la sofferenza NON sono l'ultima parola!
    Meno male
    L'Ultima Parola è TUA,mio papà restauratore dei perseguitati.
    Amen

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