Seconda lettura del 2 novembre 2024 - "Messa 1" dei defunti
Quando eravamo ancora deboli
Rm 5,5-11
"Fratelli, la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
A maggior ragione ora, giustificàti nel suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione".
Paolo è instancabile nel sottolineare i doni che abbiamo ricevuto dalla morte di Gesù, morte gloriosa, morte per amore, morte portatrice di vita.
Nei primi 4 capitoli della lettera ai Romani annuncia che siamo giustificati (resi giusti) per la fede e non per le nostre opere.
Giustificati, resi figli, chiamati alla vita: questa è la liberazione dalla morte e dal peccato che è sgorgata dall''Amore che ha vinto!
È il Vangelo di Paolo che infonde speranza nei cuori e rinvigorisce oggi la nostra fede. Per questo parla di speranza che non delude, perché è continua, costante e fondata nella fedeltà di Dio per noi.
"Fratelli, l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato".
L'Amore ha vinto, ci testimonia la morte e risurrezione di Gesù su tutte le nostre impossibilità, sull'incapacità di liberci dai mali che il peccato itìrradia, sulla sofferenza e la morte che incombono ogni giorno su di noi e sull'intera umanità. Ha vinto perché ora ci abita, è nella nostra vita, è stato riversato in noi dallo Spirito Santo che abbiamo ricevuto. Non ci stanchiamo mai di ascoltare tanta grazia, mai di annunciarlo ai fratelli!
In mezzo a tante distruzioni, tragedie e guerre, la voce della Buona Notizia non smette di raggiungerci e di confortarci: la salvezza è dono d'Amore e non verrà mai meno.
"Infatti, quando eravamo ancora deboli".
Paolo scrive in greco usando il termine "asthéneia", astenia in italiano, per indicare la nostra condizione prima del fatto rivoluzionario della resurrezione.
L'umanità poteva illudersi di grandezza, potere, imperi enormi, eserciti invincibili, ma era solo fugacità di una condizione cangiante continuamente che lasciava senza forze, senza possibilità ulteriori di vita, sfiancati e debilitati dalla lotta contro un male che era sempre più grande e omicida.
Ma proprio nel pieno della nostra sconfitta il Signore si è preso cura di noi, ha avuto compassione della nostra debolezza mortale.
Come il samaritano della parabola, si è fatto carico delle nostre ferite, medico e cura insieme della nostra vita.
"Nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi".
È il Padre che stabilisce i tempi della creazione, della rivelazione, della redenzione. È sempre il Padre che dona il Figlio, che lo fa incarnare per calarlo nella nostra condizione bisognosa di essere sanata dal di dentro, da uno come noi.
È il Padre che rende la morte di Gesù preziosa, salvifica, portatrice di vita.
L'annuncio nuovo scardina ogni teoria di merito e autosalvezza, di pretesa nel procurarsi la grazia di Dio a suon di sacrifici di animali e di denaro, di figli prediletti da una parte e di rinnegati e insalvabili dall'altra. E mostra contemporaneamente un altro volto del Padre, colui che non si accanisce sul nostro dolore, che non approfitta della nostra debolezza per condannarci.
Cristo muore a favore degli empi, dei malvagi, dei peccatori, dei ribelli alla Legge. Questa è la condizione che ha trovato per le strade del mondo, questa la realtà di oggi, che attende e supplica il Figlio di manifestare compiutamente la sua vittoria sulla morte.
È il cuore del Vangelo, è la Buona Notizia annunciata da Paolo ai suoi fratelli di Roma e che continua a fare i suoi effetti di consolazione in noi, deboli ma curati, segnati dalla morte ma certi di Vita che non muore, risanati per sempre dalla grazia sovrabbondante del Padre.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Gb 19,1.23-27a
Commento del 02/11/2022
Salmo 27 (26),1
Commento del 25/03/2024
Seconda lettura di Rm 5,5-11
Commento del 24/06/2022
Vangelo di Gv 6,35-40
Commento del 26/04/2023
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Vangelo di Gv 6,35-40
Commento del 26/04/2023
"L’amore di Dio è stato
RispondiEliminariversato nei nostri cuori".
Un dono più grande
del mio cuore.
Un dono più grande
di ogni desiderio.
Il Dono.
L'immenso si è fatto piccolo
e mi abita.
Il mio amore povero
ospita l'Amore.
"L’amore di Dio è stato
riversato nei nostri cuori".
Nessuno muore per un giusto,figuriamoci per ingiusti.
RispondiEliminaLa mia risonanza ai fatti attuali di ostilità estrema,nel piccolo quotidiano alle guerre.
Ferma Signore queste ostilità.
Amen