Prima lettura del 25 novembre 2024

 
Una voce che veniva dal cielo
Ap 14,1-3.4b-5

"Io, Giovanni, vidi: ecco l’Agnello in piedi sul monte Sion, e insieme a lui centoquarantaquattromila persone, che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo.
E udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e agli anziani. E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra.
Essi sono coloro che seguono l’Agnello dovunque vada. Questi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia".


Il centro di tutte le visioni raccontate nel libro dell'Apocalisse è:
"un Agnello, in piedi, come immolato" (Ap 5,6).
Una contraddizione, se ci pensiamo, come d'altronde è una contraddizione all'esperienza ovvia, mangiare, parlare e ascoltare un uomo crocifisso sicuramente morto e sepolto!
L'agnello è icona del Cristo, immolato per i nostri peccati e rialzato alla vita dal Padre, mistero rivelato di tutta la storia della salvezza.
Nella pagina dell'Apocalisse che meditiamo, l'Agnello è il centro del popolo dei salvati che hanno il suo nome e quello del Padre.
Una nuova umanità senza distinzione di nazioni, senza guerre, senza opposizioni mortali, ma riunita nella pace del Signore, è quella che attendiamo e speriamo tutti.
Giovanni l'ha vista realizzata; immergiamoci in questa visione e ringraziamo il Signore per il senso e il fine che ha voluto per tutta la storia umana.

"Udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono".
Il narratore di tutto il libro è Giovanni apostolo, veggente e testimone, che ci fa partecipi e in ascolto di una voce che risuona dal cielo. Probabilmente l'apostolo fa fatica a dire l'indicibile che gli viene rivelato e ricorre ad una citazione che dà subito l'idea di ciò a cui sta assistendo.
E' il Salmo che ci viene in aiuto:
"Più del fragore di acque impetuose,
più potente dei flutti del mare,
potente nell'alto è il Signore" (Sal 93,4).

Il Signore si manifesta con la vitalità fragorosa di un mare spettacolarmente in tempesta. Tutti siamo affascinati dalla potenza che si sprigiona nei flutti. La forza e bellezza del Signore affascinano Giovanni e attirano la sua attenzione, aprendo le orecchie ad un grande annuncio.

"La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre".
Sulla base del rombo del mare si eleva un canto dolce accompagnato dal suono melodioso delle cetre.
Sembrano suoni opposti, difficili da distinguere, ma in effetti Giovanni ci trasmette emozioni e fa risvegliare in noi il senso del divino e del mistero che abita silenzioso le nostre vite in ogni istante.
Pensavo alla meraviglia di questa voce, possente e tuonante, come quella del monte Sion davanti a Mosé, ma imprevedibilmente dolce come quella avvertita nella brezza da Elia.
La Parola del Signore ha tutte le gradazioni di risonanza dentro di noi; essere aperti alla novità, alla forza come alla tenerezza, ce ne fa cogliere ogni grazia.

"Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e agli anziani".
I redenti si esprimono in un canto nuovo davanti al Signore e la sua corte celeste. I quattro esseri viventi indicano il cosmo intero (4 come i punti cardinali) e gli anziani sono 24 (cfr. Ap 4,4), cioè i capi delle dodici tribù di Israele e i dodici apostoli.
Non manca nessuno a questa festa meravigliosa! Musica e canto sono la giusta cornice. La lode del Signore parte da ogni cuore e da ogni bocca e tutto il creato esprime la sua felicità per l'opera di Dio che in Cristo, morto e risorto, ha portato vita eterna e pace duratura.

Questa bellissima immagine di salvezza, con un sottofondo musicale che sa di mare, completato dal canto d'amore dei salvati, celebra la grandezza dell'amore di Dio per noi.
Con questa descrizione ci attrae Giovanni e ci fa partecipare alla liturgia cosmica per il Dio vivente.
Il sacrificio dell'Agnello è gratuitamente dato all'umanità intera e nessuno può restare senza gridare di gioia davanti ad un amore così grande.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Ap 14,1-3.4-5
Commento del 23/11/2020

Salmo 24 (23),5-6
Commento del 20/12/2022

Vangelonella versione di Mc 12,38-44
Commento del 10/11/2024


Commenti

  1. E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra.
    Su questo numero,ne ho sentito tante.....
    Ho anche ricercato,stamane,ho trovato questo;

    "Questi sono puri come vergini, non hanno tradito il loro Dio. Essi seguono l'Agnello dovunque vada. Sono stati riscattati fra gli uomini, per essere primizia offerta a Dio e all'Agnello, e nel loro parlare non c'è mai stata menzogna: sono senza macchia."


    Signore grazie.
    Faccio anch'io parte dei redenti.

    RispondiElimina
  2. "Essi cantano come un canto nuovo".
    Nell'umanità Cristo è il nuovo,
    la novità vera,
    che tutto rinnovare
    tutto fa rinascere.
    Il canto nuovo è frutto
    dell'accoglienza della novità di Dio.
    Oggi Cristo è la novità.
    Oggi canto un canto nuovo
    tenendo gli occhi fissi su di lui.
    "Essi cantano come un canto nuovo".

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