Salmo dell'8 novembre 2024

Là sono posti i troni del giudizio
Salmo 122 (121),4-5

"4 È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,

secondo la legge d'Israele,
per lodare il nome del Signore.

5 Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide".


Il desidero di andare al tempio del Signore e la gioia di varcarne la soglia sono i due sentimenti che si intrecciano e danno vita alla meravigliosa preghiera che sale dal Salmo 122.
La città santa, Gerusalemme, è desiderio e meta, attesa di completezza e di incontro col Signore.
Non era un semplice pellegrinaggio in un luogo santo come potremmo intenderlo nel nostro sentire, ma è il cammino della vita, quello che dà senso ad ogni preghiera, ad ogni precetto, ad ogni sacrificio e all'intero ascolto che un pio ebreo iniziava dall'età di dodici anni. Fortunati coloro che potevano realizzare il viaggio e, con un dispendio di denaro e di forze, riuscivano ad arrivare alla città di Davide, capitale del suo regno, scrigno del tempio che a sua volta custodiva la pietra sulla quale Abramo aveva riavuto Isacco vivo sul monte.
Gerusalemme deriva il suo nome da "Shalôm", per questo è per il fedele "città di pace". Appare così, meravigliosa agli occhi di chi ha fatto un lungo cammino e sa di ricevere in essa la benedizione di Dio che dona pace, abbondanza e pienezza di senso.

"È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore".

Tutte le tribù del popolo di Dio, uscite dall'Egitto e portate a libertà, salendo alla città santa, innalzano la loro gratitudine e la lode al Salvatore.
È una tappa necessaria per ogni fedele riconoscere le sue origini spirituali e nella città di Dio ognuno trova casa. Potrà sembrare esagerata questa affermazione ma è lo stesso sentimento che ho provato le due volte che sono arrivata a Gerusalemme.
Le tribù d'Israele la riconoscono come luogo della presenza divina, ma ogni fedele delle tre religioni monoteiste in essa ritrova la sua storia, la tradizione, la Buona Notizia di Dio che incontra i suoi figli.

"Secondo la legge d'Israele,
per lodare il nome del Signore".

Il desiderio, la gratitudine, sono sostenuti da una legge che spinge tutti al santo viaggio, a riconoscere che il Signore è Dio.
È un impegno importante, primario, che dal pellegrinaggio prende forza per fecondare la vita quotidiana.
Il Nome del Signore è degno di lode, è Nome benedetto, portatore di salvezza.
A Gerusalemme, la città del Santo, tutto parla di quel Nome e dà gloria alla sua potenza.

"Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide".

Il versetto ci ricorda il luogo in cui Davide decise di stabilire la capitale del regno. Il suo palazzo era il luogo in cui il più alto grado di giudizio si esprimeva per dirimere le controversie e rappacificare le esistenze dei fedeli.
Ma la Parola spinge oltre il significato. Là il trono del giudizio del Signore si è innalzato su una croce. Là il Re dei Re ha mostrato la sua vera identità di Salvatore dalla morte e di Redentore del peccato.
La città della pace, dilaniata da guerre fratricide, ritrovi la sua identità spirituale, accolga i suoi figli che cercano il volto di Dio e doni la sua pace.
Da Gerusalemme, dalla croce, dal sepolcro vuoto il giudizio che assolve l'intera umanità continui a risuonare per benedire ogni figlio e figlia, fino agli estemi confini della terra.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Fil 3,17-4,1
Commento del 04/11/2022

Salmo 122 (121),1-4
Commento del 18/05/2022

Vangelo di Lc 16,1-8
Commento del 10/11/2023

Commenti

  1. «Andremo alla casa del Signore!».
    La casa è anche dentro ognuno di noi....ma ci si fa l'abitudine!
    La CASA costruita da mani d'uomo può dare più senso di appartenenza a TE!Viverti lì ,meglio........
    La Casa per antonomasia sei TU,la dimora di pace,un'oasi di presenza e contemplazione del più BELLO che vedo:TE!
    Grazie mio elargitore di tutto...respiro,visione,udito,meditazione,gioia,sicurezza,pace

    RispondiElimina
  2. "È là che salgono le tribù,
    le tribù del Signore".
    Fede è cammino,
    pellegrinaggio,
    movimento,
    disponibilità,
    docilità,
    apertura.
    Così per l'antico
    popolo di Dio.
    Così per noi oggi.

    RispondiElimina

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