Seconda lettura dell'1 novembre 2024 - Tutti i Santi
Vedete quale grande amore
1Gv 3,1-3
"Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro".
C'è una gioia possibile sin d'ora: quella di vivere certi di essere figli, amati dal Signore. No ci dimentichiamo di vivere nel nostro mondo limitato, sempre segnati, mortificati, soggiogati dal peccato. Ma quello che siamo realmente è la forza che ci dà la possibilità di amare e di rialzarci in ogni fallimento.
Il nostro tempo è fatto di distanza e di attesa. di vigilanza e pazienza, ma man mano che crescono gli anni cresce la speranza nella pienezza del dono; l'attesa si fa piena di desiderio e la gioia cresce camminando verso la definitiva pienezza.
Nella festa di oggi celebriamo la santità dei fratelli, quella che il Padre condivide con tutti noi. E' un segno prezioso di speranza da coltivare e annunciare.
"Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!".
Parole da leggere tutte d'un fiato e ogni volta rimanere nello stupore!
Giovanni così scrive nella sua prima lettera ai discepoli che attendono, dal testimone della resurrezione, la Parola di vita, la certezza che la chiamata è per loro.
E' necessario risvegliare in chi ci sta vicino la meraviglia per il grande dono del Signore. Siamo realmente figli di Dio: non è una semplice metafora, non è illusione. In questa appartenenza all'unica grande famiglia, santificata dal Signore, si manifesta ed è possibile l'amore.
"Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui".
La nostra sorte è legata a quella del Padre: di questo siamo certi anche se non sempre è facile testimoniarlo.
Il mondo, cioè chi non ha fatto esperienza di Dio, non può comprendere quanto sia prezioso trovare la roccia stabile a cui aggrapparsi nelle tempeste che inevitabilmente dobbiamo attraversare. E il mondo non ci conosce, non può afferrare di noi la dimensione più profonda che si nutre della vicinanza del Signore.
Giovanni scrive a pagani convertiti al cristianesimo: è chiaro in loro il salto dall'idolatria ad una dimensione veramente umana perché santificata dalla presenza del Cristo che sta in mezzo alla comunità.
La conoscenza di Gesù, morto per salvarci dal peccato, risorto per farci convinti di avere in dono la vita per sempre, è una rivelazione per tutti necessaria.
"Fin d'ora siamo figli": camminiamo sereni, con questa eredità di santità in tasca, come se fosse il nuovo documento di riconoscimento da mostrare a tutti. Siamo figli e possiamo procedere sicuri di avere un Padre che nella sua Santità ha fatto e farà tutto per noi.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Ap 7,2-4.9-14
Commento del 01/11/2023
Salmo 24 (23),5-6
Commento del 20/12/2022
Seconda lettura di 1Gv 3,1-3
Commento del 01/11/2020
Vangelo di Mt 5,1-12a
Commento del 01/11/2022
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