Vangelo dell'11 novembre 2024

Tu gli perdonerai
Lc 17, 1-6
"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe»".


In questa pagina del vangelo di Luca tre sono gli insegnamenti che Gesù fa ai suoi discepoli. Usa per prima la parola scandalo che non ha niente a che vedere con i nostri gossip.
In greco skàndalon è un ostacolo, qualunque cosa faccia inciampare, e per un discepolo è quello che impedisce di camminare nella fede. I piccoli poi sono i credenti dalla fede iniziale fragile, deboli ancora nella loro esperienza, e quindi facilmente vittima di inciampi.
La preoccupazione di Gesù è sempre quella di far camminare la comunità dei credenti verso il bene reciproco.
I discepoli sentono che è un pericolo reale e chiedono a Gesù aiuto per la loro fede, piccolo come un granellino di senape, ma forte come spostare le montagne dell'odio e della vendetta.
Al centro di tutto troviamo il perdono da offrire continuamente, perché la riconciliazione abbia la meglio sulle forze disgregatrici e disorientanti che allontano dal bene e quindi dal Padre.

"Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli".

L'impegno della fede nei confronti di chi sbaglia ha un preciso obiettivo: recuperare un fratello. Davanti non si hanno nemici, ma persone come noi che sbagliano e hanno bisogno di perdono.
Accettare e perdonare trasforma la diffidenza in accoglienza, la paura in fiducia.
Il rimprovero ha senso solo se è animato dalla speranza di recuperare il rapporto fraterno. Il fallimento di un fratello, la sua colpa, ha bisogno di correzione, compassione e misericordia. Non è un caso che Luca affronti questo tema dopo quello del capitolo 15 in cui al centro vi è la misericordia infinita del Padre.

"E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai»".
Errore e perdono sono due termini relativi l'uno all'altro tra i discepoli di Gesù. Sbagliare nelle parole dette, fare opere lesive della dignità degli altri o mosse dall'egoismo, non adoperarsi per il bene comune sono solo degli esempi di come peccare è facile e quotidiano per noi.
Per noi errare è normale e ricevere il perdono continuo ci salva dal rimanere prigionieri per sempre della colpa.
La premessa del perdono dato è riconoscere quanto bisogno abbiamo del perdono ricevuto.
Non si riesce ad instaurare rapporti confidenziali e leali, a dire parole sincere e spontanee se non si è certi che chi ci ascolta e ci guarda non ci ami al punto tale da perdonare le nostre incapacità di amare.
Così, il fratello che persevera nell'errore, ogni volta che si pente richiama in noi la consapevolezza che siamo fragili come lui e che torniamo in vita quando gli altri ci riaccettano nella loro esistenza.
Ascoltare chi ha il coraggio di dire "sono pentito" e "scusa", è un grande dono che ci viene fatto, a cui Gesù chiede di rispondere ancora una volta con l'accoglienza e il perdono.
A questo punto sorge spontanea la domanda: ma quante volte si deve accogliere? Quante volte mettere da parte l'orgoglio ferito e accarezzare con gli occhi riconoscendo un fratello fragile come noi? In Gesù siamo sicuri che la risposta è: sempre!
Con la stessa misura ci chiede di rispondere col perdono settanta volte sette (cfr. Mt 18, 21-22). Il perdono è quello che ci f, più di tutto, immagine del Padre.
L'unica misura del perdono è perdonare senza misura.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Tit 1,1-5
Commento del 26/01/2023

Salmo 24 (23),5-6
Commento del 20/12/2022

Vangelo di Lc 17,1-6
Commento del 07/11/2022

Commenti

  1. Perdonagli
    Nel TUO nome,sempre!
    Anch'io sono perdonato da altri fratelli
    Il perdono è un riciclo di amore donato
    Grazie dispensatore del buono.

    RispondiElimina
  2. "Tu gli perdonerai".
    Perdonare è ripartire,
    riallacciare,
    ridare vita,
    riprendere fiato,
    riaccendere luce.
    Perdonare è necessario,
    divino,
    salvifico.
    È declinazione di amare.
    "Tu gli perdonerai".

    RispondiElimina

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