Prima lettura del 13 febbraio 2019

Polvere del suolo e alito di vita.

Gen 2, 4-17


"Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c’era uomo che lavorasse il suolo, ma una polla d’acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo.
Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato.
Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre attorno a tutta la regione di Avìla, dove si trova l'oro e l'oro di quella regione è fino; vi si trova pure la resina odorosa e la pietra d'ònice.
Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre attorno a tutta la regione d'Etiopia.Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre a oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate.
Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire»."

Il primo capitolo della Genesi ha una visione universale del creato e dell'umanità di fronte agli animali e alle cose create.
Il capitolo 2 invece, più arcaico, apre alla visione intima della creazione perché la tradizione che ce lo ha tramandato ha come mira il rapporto personale e profondo dell'uomo con Dio.
Tutti e due i capitoli non stanno narrando gli eventi storici e le ere geologiche che si sono susseguite, in cui tutta la creazione è stata realizzata, ma il senso e il motivo per cui tutto è stato creato.
Queste due narrazioni vogliono trasmettere il senso della vita nella sua totalità: chi sia Dio, chi sia l'uomo e che cosa sia il mondo creato.

Al contrario dell'altro racconto di Genesi 1, qui l'uomo è fatto per primo perché co-creatore e cooperatore con Dio nella creazione.
Dalla polla d'acqua che sgorga dal terreno si crea del fango e Dio lo usa per plasmare una prima bozza, come una statuetta.
Dicendo questa parola mi viene in mente il divieto di farsi immagine alcuna, di costruirsi idoli.
L'uomo non può creare un Dio, non può farlo a sua immagine. Non ha il potere di dare vita ad una creazione plasmata dalle sue mani.
Qualsiasi immagine che farà sarà vuota, falsa e ancor più pericolosa in quanto allontana dal Dio vero.

Solo Dio ha il potere di dare vita a della polvere inconsistente, facendone un uomo di carne.
L'uomo rimane profondamente polvere, ma polvere vivificata.
Il suo nome Adam in ebraico proviene da adamah, terra.
Più che uomo dovremmo chiamarlo terrestre.
L'autore del salmo 103 (104) dice:
"Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra".

Lo Spirito, che nel nome ebraico a me sembra onomatopeico come un soffio, "ruah", è la forza vitale non catturabile, ne indirizzabile dall'uomo.
"Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito" (Gv 3, 8).
Il Signore soffia lo spirito nelle sue narici e l'uomo prende il respiro.
Sembra che il lavoro di Dio sia prima quello di un vasaio che plasma l'argilla, ma, una volta che l'ha modellata, fa il lavoro della levatrice che soffia aria nelle narici piene di liquido amniotico del neonato, facendolo respirare autonomamente dal cordone ombelicale della madre.
Qui descrive il primo vagito del terrestre, il primo punto di contatto tra i loro respiri: sembra il bacio degli innamorati, l'amore comunicato che nutre e fa sentire la presenza dell'altro, da adesso in poi, vitale e necessario.

Ma non basta: il Signore è un padre operoso che non solo forma e cura il figlio, gli prepara un ricovero bello, solare e confortevole.
E lavora alacremente per questo perché la terra è completamente spoglia di qualsiasi pianta.
A Oriente, dove sorge il sole, fa sorgere, non un gruppo di vegetazione qualsiasi, ma un giardino profumato e nutriente, delimitato dal deserto.
In questa realtà rigogliosa l'uomo può vivere felice.
Una ricchezza sgorga da dentro il giardino e si spande per i luoghi intorno: l'acqua è sorgiva, come per la prima polla d'acqua.
Per un nomade semita le sorgenti nel deserto erano la vita! E quest'acqua non solo porta fecondità ma sembra che, quando passa, generi pietre rare e sostanze preziose.
Non si tratta solo di acqua, ma di abbondanza, vita possibile, bellezza da ammirare e da nutrirsene.
Vengono in mente le parole di Gesù:
"Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno" (Gv 7, 38).

Gli alberi piantati dal Signore sono belli alla vista e buoni da mangiare: proprio come un giardino orientale il bello e il buono sono uniti per creare armonia, pace e nutrimento.
Nella Genesi la parola "tob" significa bello e buono insieme perché ciò che è bello nutre l'uomo e ciò che è buono lo fa crescere.
Il compito dell'uomo è lo stesso di Dio: coltivare e custodire il giardino.
Non si tratta di un lavoro servile e umiliante, ma co-creazione di bello e buono che dal Padre passa al figlio.
La creazione è buona ma non nel senso morale: buona perché bella, perché rispondente al progetto di Dio.
E l'uomo è necessario al creato. Non solo una delle creature, ma quella eletta che fa lo stesso lavoro del Signore e ne accresce la fecondità.

Infine, in questo brano le parole che ci fanno tanto problema:
"Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire".

Dico problema perché appena sentiamo puzza di divieti, nasce spontanea la ribellione!
Eppure le prime parole rivelano il dono grande e smisurato per una creatura: tutta quella meraviglia di abbondanza è data in cibo!
Solo un albero è vietato per il bene del terrestre: il famoso albero della conoscenza del bene e del male.
Perché negare la possibilità di conoscere, perché lasciare, penseremmo noi, nell'ignoranza?!
Ma il concetto biblico del “conoscere” non è solo un processo che coinvolge l'intelletto.
L'uomo è visto nella Bibbia come un'unità e qualsiasi azione coinvolge sì la mente, ma anche la volontà, la passione e i sentimenti.
Fare esperienza del bene cambia l'uomo verso il benessere.
Fare esperienza del male ne stravolge la vita e lo trascina in un baratro da cui difficilmente ne può uscire da solo.
Da qui l'impedimento di superare i propri limiti di penetrazione della realtà.
L'uomo ne rimarrebbe schiacciato e, come si vedrà in seguito, questo romperà quel rapporto vitale col creatore perché subentrerà la vergogna e la paura.
Servirà tutto il perdono e la vicinanza del Signore per curare le piaghe, sanare il cuore e togliere dalla morte.
Ma questa è un'altra storia!

Commenti

  1. "Dio ha donato all’uomo «la terra, il mare e tutto ciò che essi contengono» (Sal 146,6; At 14,15). Ha messo a sua disposizione il cielo, così come il sole, la luna e le stelle. Ha accordato agli uomini le piogge, i venti e tutto ciò che è nel mondo. E dopo tutto questo ha donato se stesso. «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16) per la vita del mondo". (Origene)

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  2. L' albero della vita è sdoppiato con un altro albero, «l’albero della conoscenza del bene e del male». Nel linguaggio biblico significa «albero della conoscenza di come bisogna vivere». Nelle lingue semitiche, l’utilizzo di due parole opposte indica spesso una totalità. Nella Bibbia, la domanda «che cosa fare per condurre una vita buona, piena, e riuscita?» riguarda l’ambito della saggezza. Possedere saggezza non significa aver letto molti libri, ma saper fare correttamente le scelte che s’impongono per vivere bene. In effetti, diversamente dalla vita animale o vegetale, la vita umana implica un gran numero di scelte. Mettendo insieme questi due alberi, il racconto biblico indica che il cammino verso la vita vera passa attraverso l’acquisizione della saggezza.
    (dal sito di Taizé)

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  3. Genesi 2,7 di solito viene tradotto così: “Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita”. Letteralmente però è: “E plasmò, il Signore Dio, l’uomo polvere dalla terra”. Plasmò l’uomo polvere. Questo polvere può essere interpretato come un accusativo di materia e allora si vuole intendere “con la polvere”, però può essere semplicemente e, probabilmente, un’apposizione: plasmò l’uomo come polvere. Quindi l’uomo non è solo fatto con la polvere, è polvere.

    E questo poi torna in molti altri testi: “Polvere sei e polvere ritornerai”, ma polvere presa dalla terra (adamah), e qui c’è una tradizione ebraica molto bella di cui è testimone Rashi, famoso commentatore ebraico medievale, il quale riportando una tradizione molto più antica, dice che quando Dio ha creato l’uomo dalla terra, l’ha fatto prendendo la polvere da tutta la terra, dai quattro punti cardinali di modo che questo uomo, così plasmato da Dio, è un uomo che non appartiene ad una parte della terra, ad un settore della terra, ma alla terra intera. Implicando con ciò che tutti gli uomini sono fratelli perché vengono tutti dalla stessa madre e tutti ritrovano la stessa madre morendo, per cui in qualunque luogo l’uomo muoia, troverà sempre una terra che lo conosce, perché lui è stato fatto dalla terra che viene da ogni luogo.
    (Bruna Costacurta)

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  4. A Oriente, dove sorge il sole, fa sorgere, non un gruppo di vegetazione qualsiasi, ma un giardino profumato e nutriente, delimitato dal deserto.
    In questa realtà rigogliosa l'uomo può vivere felice.........che belle parole, profumano di luogo sicuro, tranquillo, confortevole, con cibi squisiti e aria pulita, come si fa per il bene di un neonato, quanto amore! Ancora una volta troviamo l irresistibile e smisurato bene di Dio per l uomo, è stato creato tutto in perfetta sintonia , l intera creazione messa a nostra disposizione....di quanti beni ci ha colmato il Signore ,non smetterò mai di stupirmi.

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  5. Acqua e polvere
    polvere e soffio
    le tue mani
    la tua parola
    questi gli ingredienti
    che fanno di me
    figlio plasmato
    figlio voluto
    figlio amato.
    (Giorgio)

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  6. Le TUE mani,la TUA voglia di me!!!!!
    Ecco lo scandalo!
    Possibile ,Dio ha avuto,sentito,voluto me?
    Plasma ulteriormente questa TUA opere...tra INCOMPLETA!

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  7. Quanti colori, quanti profumi che percepisco in questa pagina, è il racconto di come Dio, innamorato della sua creatura, la pone in un luogo bello e buono, perché abbia cura del creato. Mi viene in mente il passo del Vangelo di Marco: Il Regno di Dio è in mezzo a noi. È qui l' Eden, è qui in mezzo a noi che Dio ha posto la sua dimora. L'uomo non è stato capace di rimanere nelle altezze, e per poter restare insieme a noi, Dio è sceso. Grazie Signore per il tuo infinito amore. Tu mi hai voluta perché fossi partecipe della tua azione di vita, realizza questa promessa con la il tuo Spirito

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  8. Dio mi ha plasmato,ha fatto un opera ,ci ha messo del suo ,messo passione ,volontà,desiderio,ha espresso la sua arte.diversamente dal creato che solo con la sua parola furono fatte le cose.Quando guardo qualcosa di mio ,una mia espressione di amore verdo la casa o famiglia ,mi compiaccio ,in più faccio che duri più a lungo possibile poi spero che sia apprezzato e goduto

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  9. Oggi ascoltavamo in classe musica classica, quando il mio alunno diversamente abile si è alzato ed ha accennato qualche passo di danza... ecco le immagini della Genesi... la bellezza della musica spinge a muoversi anche chi non sembra capace... la bellezza dell'opera della mano creatrice spinge al bene ed al bello me, sua creatura, anche se sono incapace...

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