Prima lettura del 14 febbraio 2019

Sino all'estremità della terra. 
At 13, 46-49

"In quei giorni, ad Antiòchia di Pisìdia Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono ai Giudei: 

«Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. 
Così infatti ci ha ordinato il Signore: 
“Io ti ho posto per essere luce delle genti, 
perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione"

Il brano qui narrato negli Atti degli Apostoli è una parte del lungo primo viaggio di Paolo durato, si pensa, 4 anni dal 45 circa d.C. in cui, partendo da Antiochia di Siria, tocca varie città in cui erano presenti comunità giudaiche.
Anche Antiochia in Pisidia, che si trova nell’attuale Turchia centro-occidentale è una tappa di questo viaggio.
Barnaba è il vero inviato degli apostoli, colui che aveva recuperato Paolo a Tarso, la sua città natale, dopo il lungo periodo di meditazione dalla chiamata sulla strada di Damasco.

Il primo annuncio, la prima proclamazione del Risorto è fatta dagli Apostoli a Gerusalemme e si diffonde partendo dalle sinagoghe.
C'è una predilezione di Dio per il suo popolo, istruito come un bambino nel corso dei secoli, e che continua ad essere scelto come culla per Gesù, palestinese, cresciuto alla scuola rabbinica di Nazareth.
Il popolo del Libro ha una benedizione irrevocabile perché discendenza di Abramo.
La prima alleanza stabilita col nostro patriarca comune, nella notte in cui come un fuoco il Signore è passato tra gli animali sacrificati, è sempre valida.
(cfr. Gn 15, 17-18).

Ma la predicazione di Paolo e Barnaba incontra la resistenza da parte giudaica, dettata da privilegi di casta e di sangue o dettata dal desiderio di separazione dagli altri popoli.
La ribellione al nuovo messaggio di Gesù Cristo che aveva portato a morte lui, diventa palese anche fuori da Gerusalemme davanti a questi primi evangelizzatori:
"Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani".

La Luce non può essere fermata e il rigetto da parte della religione ebraica non può inficiare il dono a tutti gli uomini.
Le parole di Paolo che cita Isaia (cfr Is 49,6) dicono bene questa svolta che per la prima volta avviene ad Antiochia di Pisidia.
Questo nuovo orizzonte di popoli a cui annunciare la Parola, determinerà il cammino del Cristianesimo secondo il mandato di Gesù dopo la resurrezione:
"...mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».  (At 1, 8)

La missione è il dono fatto agli Apostoli da Gesù prima dell'Ascensione al cielo e Paolo lo ritiene fatto anche a lui, a Barnaba e a tutti i suoi compagni di viaggio.
Tutti gli annunciatori della Parola sono inviati personalmente e uno per uno accompagnati dallo Spirito.
E tutti gli uomini sono destinatari della Luce di Cristo.

"Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero".
Una gioia immensa riempie chi non merita né l'annuncio, né la salvezza.
Per i pagani la predicazione di una buona notizia che li rende figli scelti e amati, è una rivoluzione e una novità mai sentita.
Non serve più seguire la Legge di Mosè per salvarsi, non serve la circoncisione per fare parte del popolo di Dio.
Ogni uomo può accedere alla salvezza per sola grazia, per dono e questo viene dall'accogliere il Vangelo:
"...tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù" (Rm  3, 23-24)
I pagani si scoprono destinatari della vita eterna, chiamati al banchetto dello sposo, nutriti dal corpo e sangue di Cristo.
Anche noi facciamo parte di questo popolo evangelizzato da Antiochia di Pisidia in poi.
Anche noi siamo destinatari dell'annuncio della vita eterna grazie alla predicazione di coraggiosi annunciatori che hanno raccolto nella verità la missione che Gesù gli aveva donato.
Glorifichiamo il Signore perché la Luce non è rimasta nascosta ma dall'apostolo delle genti, Paolo, è giunta ad illuminare anche noi.



Commenti

  1. Questa cartina mi fa pregare. Faccio memoria di Abramo che parte senza sapere dove andava. Faccio memoria di Mosè che va verso la terra della promessa. Faccio memoria di Gesù che passava per città e villaggi annunciando e guarendo. Faccio memoria di Paolo, che per chiamata non ha nessun limite: fino agli estremi confini della terra. Camminare con il Signore. Camminare per il Signore. Questo primo viaggio missionario va dalla primavera dell’anno 46 allo scadere del 48. Paolo percorre oltre 2.000 km. E tocca diverse città: Antiochia di Siria, (qui per la prima volta i descepoli di Gesù vengono chiamati cristiani), - Seleucia - Salamina - Pafo - Attalia - Perge - Antiochia di Pisidia - Iconio - Listra - Derbe - Listra - Iconio - Antiochia di Pisidia - Perge - Attalia - Seleucia - Antiochia di Siria. É della fine di questo viaggio l'infuocata lettera ai Galati, lettera destinata a tutte le comunità della regione, la Galazia, in cui Paolo dice tutto il suo amore per Cristo e Cristo crocifisso. O Signore quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!

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  2. È citato Isaia 49 che è il Cantico del servo di Jhavhè che è respinto da tutti, non uomo, e proprio per
    questo dice: È poco che tu sia mio servo, sarai molto di più, sarai luce di salvezza fino alle estremità della terra, luce delle nazioni, salvezza di tutto il mondo.
    Quindi l’arresto della Parola come l’ha avuto anche Gesù, cioè la Croce, la difficoltà, proprio è servito a farne luce delle nazioni. La difficoltà, come per Paolo, trovata in casa, l’ha fatto luce delle nazioni, ha predicato il Vangelo ai pagani.
    Se per noi le difficoltà venissero capite,
    probabilmente
    saremmo molto illuminati e sarebbe proprio ciò che ci fa andare avanti anche all’interno della Chiesa, per aprirci nella direzione in cui ci dobbiamo aprire, cioè a tutti. (Silvano Fausti)

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  3. In Isaia 49 si intravede e viene descritto un Servo del Signore (‘ebed ’Adonaj) anonimo, la cui identità non è svelata. È stato chiamato dal Signore, quale persona rappresentativa del piccolo resto di Israele, e a lui è affidata una missione presso il popolo di Dio, riscattare e radunare gli esiliati, ma anche una missione universale, che riguarda tutte le genti, l’umanità intera. Questo servo sarà “luce delle genti” (49,6; cf. anche Is 42,6), porterà la salvezza fino all’estremità della terra e sarà riconosciuto anche dai governanti della terra (cf. Is 49,7). I discepoli di Gesù hanno interpretato questa profezia come annuncio del Servo del Signore Gesù di Nazaret.
    (Enzo Bianchi)

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  4. Ancora su Paolo apostolo dei pagani:

    Nelle lettere principali (indirizzate ai Romani, a Corinzi, ai Galati) Paolo sottolinea il primato della fede e della grazia divina rispetto alle opere esteriori: la salvezza è dono gratuito di Cristo, e non frutto di una conquista da parte dell’uomo, il quale non può vantare alcun merito di fronte a Dio: «L’uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo» (Galati 2, 16).

    Egli si oppose perciò a quei gruppi cristiani ancora legati all’ebraismo (e chiamati giudeo-cristiani) che sostenevano la necessità di circoncidere secondo la legge di Mosè i nuovi venuti alla fede. Per risolvere la questione venne convocato il Concilio di Gerusalemme, nel quale Paolo riuscì a far prevalere, con qualche compromesso pratico, il principio secondo cui è la fede che salva, per cui davanti a Dio non vi è più distinzione tra giudei e pagani.
    (Treccani)

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  5. Grazie Gesù per la tua presenza!
    Per non esserti dimenticato di nessuno!

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  6. La Tua Parola si diffonde...
    "Forte è il Suo Amore per noi"
    Signore,mi unisco a tutti per cantare le Tue lodi
    Cecilia

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  7. “Io ti ho posto per essere luce delle genti,
    perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
    Io ti benedico Padre per ogni "luce" che illumina il mio cammino.
    Rendi anche me "luce", secondo la tua volontà e le mie possibilità.

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  8. L”uomo non può vantare nessun merito davanti a Dio .impossibile far passare questo tipo di catechesi .Signore apri i nostri orecchi all”ascolto

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