Prima lettura del 26 febbraio 2019


Il Signore è clemente.
Sir 2,1-11

"1 Figlio, se ti presenti 
per servire il Signore, 
prepàrati alla tentazione
2 Abbi un cuore retto e sii costante ,
non ti smarrire nel tempo della prova.
3 Stai unito a lui senza separartene,
perché tu sia esaltato 
nei tuoi ultimi giorni.
4 Accetta quanto ti capita
e sii paziente nelle vicende dolorose,
5 perché l'oro si prova con il fuoco
e gli uomini ben accetti 
nel crogiuolo del dolore.
Nelle malattie e nella povertà 
confida in lui.
6 Affìdati a lui ed egli ti aiuterà,
raddrizza le tue vie e spera in lui.
7 Voi che temete il Signore, 
aspettate la sua misericordia
e non deviate, per non cadere.
8 Voi che temete il Signore, 
confidate in lui,
e la vostra ricompensa non verrà meno.
9 Voi che temete il Signore, 
sperate nei suoi benefici,
nella felicità eterna e nella misericordia,
poiché la sua ricompensa 
è un dono eterno e gioioso.
10 Considerate le generazioni passate 
e riflettete:
chi ha confidato nel Signore 
ed è rimasto deluso?
O chi ha perseverato nel suo timore 
e fu abbandonato?
O chi lo ha invocato 
e da lui è stato trascurato?
11 Perché il Signore è clemente 
e misericordioso,
perdona i peccati e salva 
al momento della tribolazione"

La liturgia in questi giorni ci presenta vari brani del libro del Siracide.
Ogni versetto del libro potrebbe essere preso come discorso a sé stante e aprire una riflessione che va molto oltre il semplice pensiero esposto.
Il libro è un insieme di aforismi con riflessioni, mashal, esperienze, racconti brevi, poemi che come unico filo conduttore ha la Sapienza di Dio che si rivela e quella dell'uomo che se ne nutre.
Come altri libri sapienziali è impossibile cercare una narrazione o un'esposizione di fatti storici. 
È una riflessione trasversale nella storia biblica, astorica e quindi valida per tutti i tempi.
L'uomo cambia nella valutazione della morale ma non cambia il suo cuore e la sua ricerca della verità.

Ieri, introducendo il libro,  ci siamo soffermati sui primi versetti del cap. 1 che presenta la Sapienza.
Oggi il cap. 2 è rivolto a chi ascolta e cerca la Sapienza.

"1 Figlio, se ti presenti 

per servire il Signore,
prepàrati alla tentazione".
Il primo versetto del capitolo apre il manuale per il discepolo che inizia un cammino di fede.
Va messo in guardia dalle insidie che questo percorso comporta, perché il discepolo vi si prepari e sappia che la tentazione e la prova non sono fuori dal cammino della fede.
Queste parole sembrano dure e inclementi per un discepolo infervorato dalla Parola e deciso a seguirlo fino alla morte!
Sono invece salvifiche!
Il Vangelo di oggi mostra Gesù che si rivolge ancora una volta ai discepoli con parole dure e difficili da digerire:
"Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà".
(Mc 9,31)
Gesù incessantemente catechizza e prepara i discepoli alla croce.
È la palestra che li tempra ad una prova così dura che potrebbe annientarli.
Inoltre è particolarmente attento a preparare Pietro: sarà lui che dovrà confermare i suoi fratelli nell'ora più buia, quando il maestro sembrerà lasciarli soli.
Per questo gli predice il fallimento come discepolo perfetto che vuole condurre lui il Cristo e prega per lui affinché non venga meno nella fede (Lc 22,31-34).
Chi non ha sperimentato, scandalizzandosi, che fare il bene, servire il Signore, vivere una vita nel dono, in questo mondo non è un cammino facile e che a lungo stanca?
Per questo Paolo esorta a non stancarsi nel fare il bene. (cfr. Gal 6,9)
Anzi sembrerebbe che fare il bene attragga su di sé contrarietà, invidia e gelosie.

"2 Abbi un cuore retto e sii costante ,

non ti smarrire nel tempo della prova"
Lo smarrimento è l'effetto più evidente nel tempo della tentazione e della prova. Confusione, disorientamento precedono e accompagnano il tempo in cui decidere perché la paura di sbagliare è tanta.
Un cuore retto e un orecchio che ascolta sono riferimenti vitali per andare oltre un periodo di "crisi", cioè di discernimento.
Cos'è un cuore retto? È il cuore orientato a Dio e non attaccato alle ricchezze, ai piaceri, alla carriera, cioè agli idoli.
La rettitudine non viene dalle proprie opere  ma dal fidarsi e amare colui che è giusto e retto.
 “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Mt 22, 37).

"4 Accetta quanto ti capita

e sii paziente nelle vicende dolorose, 
perché l’oro si prova con il fuoco
e gli uomini ben accetti 
nel crogiuolo del dolore".
Le difficoltà sembrano abbattere, ma tirano fuori anche il meglio di sé, togliendo le motivazioni che non avevano niente a che vedere col cammino verso il Signore.
È come l'oro che, estratto come pepita grezza, va' fuso per essere depurato dalle scorie.
Nell'Apocalisse la nuova Gerusalemme è una città di oro puro perché riceve da Dio bellezza, gloria e incorruttibilità.
Il Signore e l'Agnello sono il suo tempio, non più fatto da mani d'uomo.
E la città senza più nessun dolore è  consolata e illuminata dalla luce dell'Agnello.(cfr. Ap 21,18-23)

Dal v. 7 al v. 9 torna il tema del "timore" che abbiamo visto ieri.
Chi teme il Signore confida in lui e segue le vie che la Parola gli indica.
Il timore porta ad amare Dio e ad aspettare, con i tempi che non sono dati a noi di conoscere, la sua misericordia.

"11 Perché il Signore è clemente 
e misericordioso".
La clemenza è inclinarsi, curvarsi, tendersi verso chi ha bisogno.
Dio è clemente, cioè è incline e facile a perdonare, indulgente e benevolo.
Dio è anche misericordioso perché fedele al suo nome.
San Paolo dice: "..se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso 
(2Tim 2, 13).
La fedeltà nella misericordia è proprio l’essere di Dio. E per questo "Dio è totalmente e sempre affidabile". (Papa Francesco).

Anche noi, discepoli del ventunesimo secolo ci scopriamo compresi e conosciuti dalle parole di questo libro.
Le difficoltà della vita non ci allontanano, come potremmo temere, dalla sapienza e dal gusto delle cose.
Anzi il libro ci conforta perché, rispettando la complessità della realtà nelle sue bellezze e nelle sue avversità, ci mostra che la Sapienza è proprio lì che si fa trovare.
Come gli uomini che ci hanno preceduto e ci hanno lasciato la loro esperienza di affidamento al Signore, così possiamo camminare certi di non rimanere delusi, trascurati o abbandonati.
(cfr. v.10 e Sal 25,3).

Commenti

  1. A proposito della prova:

    “Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza. E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla” (Giacomo 1, 2-4).

    “Beato l’uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha promesso a quelli che lo amano” (Giacomo 1, 12).

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  2. La sapienza della Croce.

    Nella sequela di Gesù ci sono momenti di luce e di tenebre e non ci possiamo mai fidare di noi stessi, perché questo significherebbe senza dubbio tornare a pensare secondo la mentalità nostra. Occorre sempre mantenere viva l'attenzione, la vigilanza e l'ascolto della Parola di Dio. Perché "quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sono più alte delle vostre e i miei pensieri dei vostri" (Isaia 55,9).

    In particolare, rimane sempre da rimettersi nella prospettiva della croce, che per la nostra mentalità è il grande scandalo, il grande problema. Per noi la croce è da evitare, e si vede chi è protetto da Dio proprio dal fatto che riesce a scansare la croce. Per Gesù, e per il Padre suo, la salvezza passa invece assolutamente attraverso il dono della propria vita, la croce appunto. Chi progetta la propria realizzazione senza la croce si sbaglia. Chi pretende di realizzare le proprie aspirazioni profonde senza dover morire a se stesso per donarsi si illude. 
    (Marco Pratesi)

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  3. Condividiamo con i fratelli dell'Islam la fede in Dio invocato come Clemente e Misericordioso :

    Infatti, la Fatihah - che è la sura più importante del Sacro Corano - inizia con la lode a
    Dio: Nel Nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso /
    Sia lode a Dio, il Signore dei mondi /
    il Clemente, il Misericordioso /
    Re del Giorno del Giudizio /
    Te noi adoriamo, Te noi invochiamo in soccorso /
    Guidaci sulla retta via /
    La via di coloro sui quali è la Tua Grazia, non di coloro sui quali ricade la Tua collera, né di coloro che errano.
    (Al-Fatihah, Sura aprente 1:1-7)

    La Fatihah, recitata almeno diciassette volte al giorno dai musulmani nelle preghiere
    canoniche, ci ricorda della lode e della gratitudine dovute a Dio per i Suoi Attributi di Infinita Bontà e Misericordia, non semplicemente per la sua Clemenza e Misericordia
    verso di noi in questa vita ma in definitiva, nel Giorno del Giudizio quando esse contano molto di più e quando speriamo siano perdonati i nostri peccati. Essa finisce con
    richieste di grazia e di guida, così che noi possiamo realizzare – tramite ciò che inizia con la lode e la gratitudine – la salvezza e l’amore, perché Dio dice nel Sacro Corano: E
    allora a coloro che credono e operano il bene, l’Infinitamente Buono concederà loro
    l’amore. (Maryam, Sura di Maria 19:96).
    (sito islamico  www.coreis.it)

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  4. Come posso non essere smarrita nelle prove della vita?
    "Il Signore è il mio pastore...
    Pur se andassi per una valle oscura non temerei alcum male perché tu sei con me.."
    L'unina mia forza, mio coraggio, mia speranza è rimanere attaccata a te

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  5. La croce..
    A chi non spaventa!

    Ma viverla con l' accettazione è raccomandato ...
    Come si fa a desiderarla addirittura!
    Io dico Signore ,TU sei al mio fianco!
    Sai quello che è buono per me, più di me stesso!
    Abbassa sempre i miei colli,fammi gustare il DONARSI!
    E sono così sulla strada del gustare i benefici di quanto proclami!

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  6. "Figlio, se ti presenti
    per servire il Signore,
    prepàrati alla tentazione." ... È molto facile essere tentato insinuando il dubbio. Questo libro ci mette in guardia e al tempo stesso ci insegna che seguire Dio, affidarsi a Lui ci innesca una lotta interiore, una lotta in noi stessi tra l'affidarsi al Padre e al tempo stesso prenderne le distanze

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  7. L intero brano mi da l impressione di una vera e propria educazione nel camminare con il maestro per diventare sua discepola..certe cose vanno vissute, è necessario se pure spaventano, disorientano o mi abbattono , esse non sono eterne e non hanno la forza o il peso di annientarmi ,questo perché ho il Signore che mi difende e protegge dal male qualsiasi forma abbia e credere in questo mi salva la vita, l' unica cosa certa è questa . Il sapere è vitale , è fondamentale a fare discernimento e comprendere che è impossibile contare solo su di me senza affidarmi al Padre , sarebbe la fine!. MI dico, menomale abbiamo chi ci protegge e ci da rifugio, mi spaventa tanto l idea di essere da sola nella prova.Mio
    Signore in te confido.

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  8. Ti benedico Signore, Tu ti doni completamente, dai tutto te stesso ed entri nella mia debolezza.

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  9. Il Signore cammina egli stesso davanti a te; egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non perderti di animo” Deuteronomio 31:8.

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