Vangelo del 24 luglio 2019


Il seminatore uscì.
Mt 13, 1-9

"Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti»'.

Parabola molto famosa ma non sempre colta nella complessità e nella ricchezza di un modo nuovo con cui ci si pone di fronte alla Buona Notizia.
Lo abbiamo già meditato nella versione di Marco e qui ne ascoltiamo la prima parte narrata da Matteo.
L'evangelista, in questo capitolo 13, dedica tutta l'attenzione alle paragole del Regno.
Dopo la decisione dei capi religiosi di farlo morire (cfr. Mt 12, 14), l'ostilità intorno a Gesù e ai discepoli cresce, e l'annuncio del Regno è continuamente messo in crisi.
Le parabole registrano questa nuova situazione e danno una lettura profetica della storia e del volere del Padre che sembrano non essere colti nell'immediatezza.

"Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare". 
È una fotografia del momento che Gesù sta vivendo: esce di casa, come Abramo che lascia la sua casa e inizia un nuovo misterioso cammino.
Qui escono in due: Gesù e il seminatore, chiaro indizio per comprendere la parabola.
E siede in riva al mare, come Israele pronto ad attraversare il mare minaccioso che lo separa dalla libertà.
Siede, da maestro e insegna, quasi incurante della tempesta che cresce sotto i suoi piedi.

"Si radunò attorno a lui tanta folla".
Con lui c'è ormai un popolo, non è solo. È al centro di un raduno, che ha in lui il suo riferimento e che preferisce stare con lui sulla soglia piuttosto che senza di lui dentro la casa (cfr. Sal 84).

"Egli salì su una barca e si mise a sedere", mentre tutta la folla stava sulla spiaggia".

Il suo popolo in ascolto è al sicuro sulla spiaggia, mentre lui, il maestro, è sul mare, in balia dell'incerto e su un "abisso" che vorrebbe prenderlo, e invece ne è dominato.

"Egli parlò loro di molte cose con parabole". 
Cos'è una parabola? È un racconto che per mezzo di simboli ed immagini allude e apre al mistero della presenza e dell'azione di Dio (il Regno) in mezzo a noi, dentro le contraddizioni e le resistenza della storia umana.
Parlare di Dio non è mai facile, soprattutto in un contesto di rifiuto. La parabola tenta di scavalcare le nostre resistenze e parlare ad un cuore recalcitrante che è comunque attratto da un racconto di fatti che toccano il quotidiano.
Esse aprono varchi di fecondità, proprio come semi che sembrano buttati al vento eppure attecchiscono incredibilmente.

"Il seminatore uscì a seminare".
Se Abramo nomade è l'esempio di chi cammina per fede credendo solo al Signore, il seminatore è figura di chi pone il suo futuro nella speranza, non avendo garanzie sulla sorte del seme.
Esce comunque, esce sempre, con la stessa fiducia ogni volta, anche se il raccolto precedente è stato scarso o è andato perduto.

"Una parte cadde". 
La descrizione di questa semina può sembrare strana. Chi semina sulle pietre o su una strada?
Ma sul terreno sassoso dell'antica Palestina era pratica consolidata seminare dappertutto e poi rigirare le zolle dove c'era il terreno per seppellire il seme e permettergli di frittificare. Molti semi andavano comunque perduti, sprecati.

Sarà Gesù stesso a spiegare il senso di queste immagini e cosa significa la sorte del seme in queste quattro situazioni diverse in cui si viene a trovare.
Intanto la parabola si conclude con un appello: "Chi ha orecchi, ascolti". 
Il tema allora appare già chiaro fin d'ora ed quello dell'ascolto. È il tema per eccellenza dei profeti di Israele e non potrebbe essere diversamente, dal momento che la fede, da Abramo in poi, nasce dall'ascolto (cfr. Rm 10,17), e tutta la storia del popolo di Dio è legata all'ascolto o meno di colui che con la sua Parola ha creato ogni cosa (cfr. Gen 1).
"Se ascoltaste oggi la sua voce! Non indurite il cuore" (Sal 95,7-8), è l'appello di Dio e dei profeti al suo popolo.

La parola è perdente nel mondo... Sembrerebbe questa la nostra conclusione se ci guardiamo intorno o quando ci scorrono davanti le news dal mondo.
E a quanto pare anche 2000 anni fa era così!
Quattro tipi di terreno e 3/4 dell'annuncio sono preda di chi lo fagocita lungo il cammino, non ha persistenza nel tempo e si perde per strada o è soffocata dai mille stimoli del mondo che la rendono vana...
Come è possibile che così poche Parole sopravvivino a tutto lo scempio del mondo?
Come è possibile che la Chiesa continui il suo annuncio e gioisca di quanti frutti fa nascere lo Spirito?!
Eppure fruttifica!
Questa parabola nasce nell'angoscia e finisce nel sollievo.
È così: pochi semi, ma con una forza che non viene dall'annunciatore, né dalle coincidenze favorevoli.
La Parola di Dio ha una forza intrinseca che porta frutto nonostante noi, nonostante gli intralci, nonostante la volontà chiara di ostacolarla.
Mi addormento serena, consolata da questa Parola che annuncia un raccolto spropositato per qualsiasi seminatore: "il cento, il sessanta, il trenta per uno"!

Commenti

  1. Matteo organizza il suo vangelo come una nuova edizione della Legge di Dio o come un nuovo "Pentateuco" con i suoi cinque libri. Per questo, il suo vangelo è composto da cinque grandi discorsi o insegnamenti di Gesù, seguiti da parti narrative, in cui si descrive come Gesù metteva in pratica ciò che aveva insegnato nei discorsi. Ecco lo schema:

    a) Discorso della Montagna: la porta di entrata nel Regno (Mt 5 a 7)

    b) Discorso della Missione: come annunciare e diffondere il Regno (Mt 10)

    c) Discorso delle Parabole: il mistero del Regno presente nella vita (Mt 13)

    d) Discorso della Comunità: il nuovo modo di vivere insieme nel Regno (Mt 18)

    e) Discorso escatologico: i segni del Regno che viene (Mt 24-25)
    (padri Carmelitani)

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  2. I cristiani sanno che la parola di Dio è dabar, è evento che si realizza; sanno che, uscita da Dio, produce sempre il suo effetto (cf. Is 55,10-11): e allora perché tanta Parola predicata, a fronte di un risultato così scarso? Ma le parabole di Gesù, racconti che vogliono rivelare un senso nascosto, ci possono illuminare.
    (Enzo Bianchi)

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  3. L'intero brano è dominato dal gesto del seminatore e dal cadere del seme nei diversi terreni. Dappertutto! Come è certamente varia e indistinta la folla che lo ascolta, altrettanto è ampio il gesto del seminatore al punto di sembrare quasi uno “sperpero” dissipatore e imprudente. A me piace cogliere in questo la volontà divina di portare il suo dono dappertutto. Il dono si rivela in tutta la sua pienezza proprio quando è radicalmente incondizionato. Per questo, il gesto del seminatore è ben più ampio degli stretti confini tra terreni molto diversi.
    (Giovanni Nicolini)

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  4. La frase finale: " Chi ha orecchi, intenda " è un grido di risveglio. È un avvertimento e un comando a non perdere il significato della parabola e le sue conseguenze nella vita dell'ascoltatore.
    (Lino Pedron)

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  5. Gesu ama molto l immagine del seme e usa questa immagine per narrare il mistero stesso della sua vita, quella che passando attraverso la morte diventa dono per il mondo. Ci rivela la qualità profonda che ogni seme custodisce: la vita.la potenzialità del seme sta nella capacità di donare la vita, comunicarla e farla crescere. Se crediamo alla forsa nascosta nel seme nella Parola di Dio non possiamo non aprirci alla fiducia.Signore feconda la mia vita aprimi a cammini nuovi.

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  6. Un secondo elemento fondamentale della parabola è il seminatore. Si stupisce il suo modo di seminare! Certo noi avremmo scelto con cura il terreno su cui seminare ... il terreno buono che ci garantisce o frutti desiderati e calcolati. Quello che si nostri occhi appare un gesto superficiale agli occhi di Dio, il seminatore, diventa segno di gratuità. Così agisce Dio quando dona la sua Parola quando semina il Regno nella nostra storia.lui non calcola ma dona in abbondanza sapendo che forse parte del suo dono andrà sprecato.... da a ogni terreno la possibilità di accogliere la Parola, l occassione di diventare fertile. Signore fecondato con la tua Parola, ingravidami con essa. Donami un umile sguardo sul seme e lo stupore di fronte al seminatore perché io abbia il coraggio da fiducia di affidare ad essi il terreno del mio cuore.

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  7. Ascoltare realmente non è facile, né difficile
    Ci passa di mezzo il cuore.
    Quando in me c'è questo bisogno della SUA PAROLA, allora ascolto veramente, sto ai SUOI insegnamenti, ne traggo benefici immediati,
    Viceversa, e mi faccio male, quando sento.. Ma non presto attenzione
    Quando sono distratto da ALTRO
    QUESTO è il mio dilemma, essere più costante nel prestare ascolto VERO, col cuore
    Con tutto me stesso,.. mo' ci vuole desiderio viscerale

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