Salmo del 4 luglio 2019

Camminerò alla presenza.
Salmo 115 (114)

"1 Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera.
2 Verso di me ha teso l’orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.
3 Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia.
4 Allora ho invocato il nome del Signore:
«Ti prego, liberami, Signore».
5 Pietoso e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
6 Il Signore protegge i piccoli:
ero misero ed egli mi ha salvato.
7 Ritorna, anima mia, al tuo riposo,
perché il Signore ti ha beneficato.
8 Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei occhi dalle lacrime,
i miei piedi dalla caduta.
9 Io camminerò alla presenza del Signore
nella terra dei viventi".


Nelle antiche versioni greca e latina, questo salmo è unito al precedente. Difatti è un po' difficile trovarlo nel Salterio, ma per me è una benedizione leggere meno versetti e focalizzare meglio la ricchezza di ogni immagine.

"Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera".

Qual'è la caratteristica principale del Dio vivente? Parla e ascolta.
E la caratteristica degli idoli?
"I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo.
Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono,
hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano"
(Salmo 115, 4-6).

Gli idoli sono senza sensi e senza senso! Sono inanimati e non possono portare vita perché non ne possiedono.
Dio ha i nostri sensi?
Probabilmente no, ma il salmista dà l'immagine di un orecchio attento e dice una verità fondamentale: il Signore è vivo, e quindi ha le capacità di un vivente e risuona ad ogni evento.

Per questo il salmista prega, sicuro di essere ascoltato dal suo Amato.

"Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia".

Non è una situazione idilliaca quella che sta vivendo questo antico semita, ma si riesce a lodare anche quando non si sta "in grazia di Dio" e senza la pancia piena!
Il salmista descrive con varie immagini una situazione di grande sofferenza in cui si è venuto a trovare.
L'immagine delle funi, dei lacci è chiara: imbrigliano nel regno dei morti e indicano una vita che non ha più scampo; la fossa è l'unico orizzonte che riesce a vedere.
La vita è prigioniera di un male davanti a cui tutte le possibilità di scappare sono finite. Tristezza e angoscia sono le uniche sensazioni che ancora dicono che questo credente non è morto.
Gesù si è trovato faccia a faccia con la stessa morte, da vivo, nel Getsemani.
L'agonia, cioè la lotta che ha fatto una notte intera, non lo ha liberato dall'orizzonte di morte, ma lo ha fatto risollevare dall'angoscia.
Inoltre quella notte di preghiera e di sangue lo ha decisamente incamminato verso la croce.
Ci è più faticoso, a volte, portare la tristezza, lo scoraggiamento, la perdita di speranza che sapere di dover morire!
Prigioniero ormai della morte e del regno dei morti, all'autore del salmo non resta che aggrapparsi al Signore.
Nell'angoscia più profonda un credente bussa alla porta perché sa che si aprirà, chiede perché sicuramente gli verrà dato e grida perché il Signore si curva sui bisognosi!

"Pietoso e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso".

Con gli appellativi più belli il credente invoca il suo Dio.
Lo invoca come liberatore, così come lo è stato dei padri dall'Egitto.
Papà Francesco afferma: "Dio è “misericordioso”, “pietoso” e “ricco di grazia” perché si offre a noi per colmare i nostri limiti e le nostre mancanze, per perdonare i nostri errori, per riportarci sulla strada della giustizia e della verità".
Abbiamo bisogno della pietà paterna del Signore, del suo venire incontro al limite, e il Signore viene, cura, risolleva perché sa che diversamente non potremmo liberarci.
"Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono" (Sal 103, 13).


"Il Signore protegge i piccoli:
ero misero ed egli mi ha salvato"

Un prostrato dai problemi più grandi di lui si sente misero, insignificante ma il Signore è "attratto" dagli ultimi!
La potremmo chiamare la "debolezza" di Dio : vede un bisognoso e fa preferenze!

Non le nostre, che scegliamo coloro che ci possono ricambiare o arricchire.
Il Padre ha l'occhio vigile sui bisogni dei figli, si sintonizza subito se qualcosa non và e indirizza le sue attenzioni sui più deboli.
Israele lo sa bene: popolo prediletto, figlio amato, ma in effetti, l'ultimo dei popoli della terra, senza una patria, senza un re, schiavo di un faraone.
Quando era ancora nulla il Signore se l'è scelto come suo popolo tra tutti i popoli.
San Paolo dirà: "Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi" (Rm 5, 8).
Insomma anche il Figlio ha lo stesso pallino del Padre per coloro che miseramente vivono!

"Ritorna, anima mia, al tuo riposo,
perché il Signore ti ha beneficato".

Quasi tutti i Salmi sono a lieto fine e si chiudono nella lode,non perché sono film rosa dell'epoca passata, ma perché la preghiera porta sollievo, rimette nell'ottica giusta che è quella di scoprirsi figli sorretti e mai abbandonati.
È finalmente tempo di ritornare alla pace, alla serenità, ritrovare stabilità nella tempesta, scoprire un nuovo equilibrio più duraturo perché le prove fanno fare esperienza dei benefici che il Signore riversa continuamente.

Che belle queste immagini : "Sì, hai liberato la mia vita dalla morte, i miei occhi dalle lacrime, i miei piedi dalla caduta"! La liberazione abbraccia tutta la persona e tutti gli aspetti del vivere.

L'esperienza di liberazione in piccolo dell'oggi, si proietta in grande nel futuro: "Io camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi".
Forse la morte è debellata, il salmista crede che non dovrà più morire?!
No di certo: il passaggio nella morte attende tutti ma ancorarsi al Signore, che ha fatto passare suo Figlio a vita nuova, dà la certezza che la tomba non sarà il futuro ultimo dell'umanità.
E come Adamo che camminava alla presenza del Signore alla brezza del giorno, il credente ha fede che la vita qui sulla terra e la vita eterna sarà un continuo camminare accanto al Vivente.

Commenti

  1. Vorremmo riprendere in finale i passi più importanti del Salmo, lasciandoci guidare da un grande scrittore cristiano del III sec., Origene, il cui commento in greco al Salmo 114 ci è giunto nella versione latina di san Girolamo.

    Leggendo che il Signore «verso di me ha teso l’orecchio», egli osserva: «Noi siamo piccoli e bassi, né possiamo allungarci e sollevarci in alto, il Signore per questo china l’orecchio e si degna di ascoltarci. In fin dei conti, dato che siamo uomini e non possiamo divenire dèi, Dio si è fatto uomo e si è chinato, secondo quello che è scritto: "Chinò i cieli e discese" (Sal 17,10)».

    Infatti, continua più innanzi il Salmo, «il Signore protegge gli umili» (Sal 114,6): «Se uno è grande, si esalta ed è superbo, costui il Signore non lo protegge; se uno si crede grande, di costui il Signore non ha misericordia; ma se uno si abbassa, il Signore ha misericordia di lui e lo protegge. Tanto che dice: "Ecco che io e i piccini che il Signore mi ha dato" (Is 8,18). E ancora: "Mi sono umiliato, ed egli mi ha salvato"».
    (Giovanni Paolo II)

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  2. Il salmo ci fa tuffare fiduciosi tra le braccia di un Dio che “ascolta il grido della mia preghiera” e “verso di me ha teso l’orecchio nel giorno in cui l’invocavo”. Un Dio misericordioso, che “protegge gli umili”, i miseri. Un Dio su cui posso sempre contare perché si interessa di me come se fossi l’unico al mondo, mi previene nelle difficoltà offrendomi il sostegno della sua grazia, mi è accanto sempre, anche quando non ne percepisco la presenza.
    (Casa di preghiera S. Biagio)

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  3. 4 Il nome di Dio ho urlato:
    «Dio Signore, tirami fuori!».

    5 Pietoso è Dio, il Signore,
    è giusto e tenero il nostro Iddio:

    6 Dio ha cura degli umili!
    Così misero io ero e mi ha salvato:

    7 anima mia, torna alla pace,
    Dio, il Signore, ti ha fatto grazia.

    8 Mi hai strappato la vita alla morte,
    mi hai terso gli occhi dal pianto,
    trattenuto il piede dal precipizio.

    9 Così avanzerò alla presenza di Dio
    nei campi della vita.


    Dossologia

    Nell'attesa del Regno cantiamo
    a colui che ora siede sul trono,
    che già nuove fa tutte le cose
    ed ha vinto perfino la morte.

    Preghiera

    Padre misericordioso,
    noi ti rendiamo grazie per l'azione liberatrice
    che hai compiuto nel tuo Figlio Gesù Cristo:
    in lui hai terso ogni lacrima dei nostri occhi;
    donaci di camminare alla tua presenza
    insieme con lui, primogenito di tutti i viventi.
    Amen.
    (Davide Maria Turoldo)

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  4. Ritorna, anima mia, alla tua pace,
    poiché il Signore ti ha beneficato;
    I rabbini mettono queste parole in bocca a Mosè
    nel momento della sua morte.
    La sua anima non vuole staccarsi, perché non vuole
    essere presa dall’angelo della morte, ma camminare
    davanti al Signore nella terra dei viventi.
    Allora Mosè la convince ”Ritorna anima mia al tuo riposo”
    (www.conunitaelavoro.org)

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  5. Bello avere questo dono immenso
    DONO
    Ecco una volta ricevuto lo gratis, mi fa piacere
    E non rivado più nel peccato solito
    È un offesa al mio modo di comportarmi, di vedere le cose..
    Non voltare le spalle a chi mi fa il bene
    Spero sempre di tenere questa logica, in modo da tenermi a bada su vie sane, buone, vitali, funzionali alla mia vita...
    Libera da ricadute e prescrizioni imposte(ne faccio già tante professionalmente)
    Ma desideroso di vivere gustando il bello, il sano del momento presente

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  6. Che bellissimo salmo.
    Io ne ho avuto esperienza come il salmista di essere tirata fuori dalla morte, di avere il cuore colmo di gioia e l' anima in pace. Grazie Padre per la tua immensa misericordia.

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