Vangelo del 17 luglio 2019


Le hai rivelate ai piccoli
Mt 11,25-27

"In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 
Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo»".

È una delle tante perle del Vangelo questa preghiera che Gesù rivolge al Padre.
Spesso gli evangelisti parlano di Gesù in preghiera, ma in pochissime occasioni ne rivelano il contenuto.

"Ti rendo lode, Padre". 
Come sono anonime certe nostre preghiere che iniziano con "O Dio...".
Quale Dio?! Vai a capire!!!
La coscienza di essere figli ci fa iniziare con l'unica parola vera: Padre, come si apre la preghiera che Gesù ha insegnato ai discepoli.
Per conoscere il nostro Dio dobbiamo partire dalla sua paternità: proteso verso i figli, donatore della sua stessa vita, colui che cura e nutre.
È un Padre che si fa prendere tutto e non allontana il suo viso da noi, che si fa umiliare e, per di più, si fa servo.

Che significa lodare?
Dire cose belle di qualcuno, vantarne le qualità, esaltarne le opere...
E Gesù loda il Padre, "perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli". 
Il Padre è esaltato dal Figlio per aver fatto... una cosa curiosa!
Ha tenuto nascosto qualcosa "ai sapienti e ai dotti", che sono quelli che normalmente sanno le cose e conoscono i segreti, e, invece, le ha rivelate "ai piccoli", a quelli cioè, che non contano niente, a cui nessuno chiede un consiglio e che vengono tenuti all'oscuro delle grandi decisioni.
Nelle mani di chi metteremmo un libro prezioso, nelle orecchie di chi affideremmo un insegnamento vitale, alla bocca di chi lo faremmo annunciare?!
Sicuramente ad insigni uomini, a sapienti, colti, letterati, intelligenti e illuminati  conoscitori!
Il Padre fa il contrario dell'ovvio!
Sembra sentire Paolo che si vanta di questi ribaltoni: "Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio" (1Cor 1, 20-21). 

"Signore del cielo e della terra". 
Che titolo bello e importante!
Il Padre è Signore, cioè ha autorità, potere, influenza sia in cielo, che è il luogo divino per eccellenza, che sulla terra, il luogo degli uomini, da lui creati e amati.
Tutto è nelle sue mani, cioè è lui il "Pantocrator", come si dice in greco nel Nuovo Testamento.

" ...hai nascosto queste cose".

Cosa sono "queste cose"?  È la buona notizia, cioè il Regno è arrivato, è presente ed è lui!
In tutti i versetti precedenti questo capitolo,  Gesù ha parlato di Giovanni il Battezzatore.
La gente semplice è corsa dal profeta, mentre i capi, i dottori lo hanno snobbato e rifiutato.
Stessa sorte ha avuto l'annuncio del Regno che ha fatto Gesù: i semplici, i piccoli, i poveri hanno subito seguito Gesù; diversamente i capi e dottori gli sono stati ostili sino alla fine.

Ma perché il Padre ha fatto così? Perché si è fatto comprendere dai piccoli?
La risposta è disarmante e lascia senza parole: "perché così hai deciso nella tua benevolenza"! 
Perché gli piace così!
E chi può contestare una simile scelta, fatta per benevolenza, per il bene voluto e donato?!
Il Padre così ha deciso, lui che è Signore del cielo e della terra.
D'altronde Gesù lo aveva detto: volete entrare nel mistero del Padre?
"In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli" (Mt 18, 3).
Riconoscere di non riuscire a contenere il Padre e farsi figli in ascolto, è la strada per essere "colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo".
Il saggio davanti a questa scelta misteriosa si mette una mano sulla bocca, e se ha fede, loda.

Commenti

  1. La rivelazione della sapienza di Dio non incontra l'uomo nella sua sapienza e assennatezza, ma dove smette di fare affidamento sulla propria sapienza. Dio dona la sua rivelazione a modo suo. Il cuore umano trova riposo quando accoglie come dono la bontà e l'amore di Dio e quando percorre deciso il cammino nel quale Cristo l'ha preceduto: il cammino della croce.
    (Lino Pedron)

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  2. Esulta Gesù. Esulta nello Spirito, la gioia dilaga, parte dal cuore ed esce dalle sua labbra. Esulta perché si stupisce. Che bello vedere Dio che si meraviglia! E si meraviglia della strategia del Padre, della sua logica inattesa: non sono i sapienti, i dotti che scoprono le cose del Regno, ma gli ultimi, i reietti, i semplici. Quant'è vero!
    (Paolo Curtaz)

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  3. Ma cosa sono “queste cose” che Dio ha nascosto ai saggi e rivelato ai piccoli? Essenzialmente la rivelazione che Gesù è colui che racconta e narra Dio (cf. Gv 1,18); e, insieme, la rivelazione da parte del Padre di Gesù, il Figlio, al credente. Su tale verità Gesù tornerà ancora nel vangelo secondo Matteo: “A voi è stata data la conoscenza dei misteri del regno dei cieli, a voi piccoli, poveri e umili, a voi discepoli” (cf. Mt 13,11). La missione di Gesù, e di conseguenza quella del discepolo, dell’inviato, può avvenire solo così: nel fallimento e nel successo si scoprono le intenzioni più profonde con cui Dio affida una missione al discepolo stesso.
    (Enzo Bianchi)

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  4. Innanzi tutto lo benedice. Benedire vuol dire dir bene in
    pubblico, vuol dire essere contento di lui ed esprimere questa gioia
    su di lui. La preghiera è fondamentalmente benedizione, essere
    contenti di Dio. Lui bene-dà, io bene-dico, vuol dire che riconosco il
    bene che mi dà come dono, come amore e vivo in tutte le cose che
    mi dà il suo amore. Nella benedizione io, invece di fermarmi alla
    cosa che dà, facendone un feticcio, vado a lui e al suo amore e trovo
    la sorgente della cosa, dove non benedico, in fondo mi approprio
    delle cose e diventano il mio Dio.
    (Silvano Fausti)

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  5. Sapienza umana
    Ragione
    Intelletto
    Supremazia
    Se il Signore non mi benediceva e mi benedice, che vuoi realizzare con i primi tre elencati sopra.
    Affidarsi a LUI mi fa stare anzitutto bene, leggero, più fiducioso
    Ecco
    Mettere sempre L'IO, il MIO in secondo piano
    A questo devo ancora mirare e lavorare, affidandomi a LUI
    GRAZIE

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  6. Essere piccoli poveri significa rimanere davanti al Padre sapendo di dover ricevere tutto da Lui, di non possedere nulla se non quello che il Padre ci dona. E lo fa nella sua benevolenza nella sua gratuità, non perché ce lo meritiamo o ce lo guadagnano in qualche modo. A noi compete solo di fare spazio all agire di Dio, di liberare il campo della nostra esistenza da tutto ciò che lo può occupare inutilmente togliendo posto al dono di Dio.

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  7. Padre buono voglio essere come Gesù è con Gesù davanti a te, povera e accogliente, piccola e fiduciosa, disponibile a non possedere nulla, se non il tutto che tu desideri donarmi. Il tuo dono dia senso valore consistenza a tutto cio che sono a tutto cio che vivo, a tutto cio che faccio.

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  8. Mi colpisce tanto la parola Padre. Mi rendo conto che quando prego mi viene più facile dire : mio Dio anziché Padre mio. Mi colpisce anche la stima, il bene, l' affetto di Gesù per suo padre. Gesù si sente figlio amato e a sua volta ama il padre con tutto se stesso, che bello questo scambio di amore reciproco, quanta tenerezza!
    Padre, grazie per il tuo gratuito amore, donandoci Gesù e lo Spirito Santo l' amore che ci dai a noi si triplica, mi commuovo a tutto ciò! Ogni bene mi è dato da Te, senza riserva e senza pretesa.

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  9. Galati 4,6-7
    6 E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! 7 Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.

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