Prima lettura del 23 luglio 2019


Cristo vive in me.
Gal 2, 19-20

"Fratelli, mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. 

Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. 
E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me".

Queste poche righe della lettera di Paolo ai Galati, turbolenta e coraggiosa, dicono il senso della sua teologia e delle lotte che ha affrontato nella sua vita di credente e di evangelizzatore.
Gli Atti degli Apostoli sono la testimonianza di quanto Paolo ha sofferto per la sua fede, perseguitato dagli ebrei, per aver rinnegato la fede dei padri, e dagli stessi cristiani per la sua radicale fiducia in Cristo e nel suo Vangelo.

Le prime comunità sono tormentate dalla domanda sul ruolo della legge antica di Israele nella comunità fondata da Gesù.
Non è un passaggio facile per dei credenti ebrei radicati nei precetti da una vita!
Per essere cristiani, è necessaria la circoncisione dei padri?
È necessario osservare leggi e precetti che hanno legato normativamente i predecessori?
Bastano solo il battesimo e il Vangelo per essere graditi a Dio?
Si creano due correnti che si trovano subito in conflitto.
Paolo entra nel dibattito sostenendo da subito e con forza che bastano battesimo e Vangelo.
La lettera ai Galati contiene questa sua convinzione, motivata e giustificata in ogni modo.
I versetti che ora leggiamo sono un po' la conclusione del suo ragionamento e la testimonianza della sua fede profetica nella nuova alleanza.

"Mediante la Legge io sono morto alla legge". 
Sembra un gioco di parole, ma è un'espressione intensa che dice la nuova condizione di Paolo.
La Legge è la Torah, che gli ebrei preferiscono tradurre con "insegnamento", e comprende i primi 5 libri della Bibbia, con tutto il suo seguito che sono i libri profetici, i libri salpieziali e quelli storici.
È la rivelazione, la spinta del Padre a farsi conoscere e a far entrare l'umanità in un mistero rivelato e accessibile.
Perciò è la Legge, con la lettera maiuscola, che contiene l'annuncio e la speranza nel Messia e che libera Paolo e ogni uomo dalla legge, fatta di decreti e precetti, impossibili da realizzare.
Poco prima dei nostri versetti Paolo afferma: "...abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della legge; poiché per le opere della legge non verrà mai giustificato nessuno" (Gal 2,15-16).
E a conclusione del suo ragionamento, contro quelli che sostengono la circoncisione e la legge da imporre ai cristiani afferma: "Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano" (Gal 2, 21). 
Ed in questa cornice che vanno letti i nostri versetti: Paolo è morto alla legge che condanna a morte ogni uomo per l'incapacità di osservarla e per il peccato che ne deriva.
Essendo ormai  "morto"  a quel modo di vivere, è stato liberato dalla morte di Cristo e non è più quindi soggetto alla legge!

"Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me".
Il suo nuovo riferimento è ormai il Cristo morto per lui sulla croce.
E Paolo si ritiene così partecipe di quella morte, approdata alla resurrezione, che anche lui è ormai portatore della vita di Gesù.
Scrivendo al suo discepolo Timoteo dice così: "Se moriamo con lui, con lui anche vivremo" (2Tm 2,11). 
La vita che ora vive la deve a Cristo e non alla legge.

"E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me".
La vita concreta, quella reale che vive nella sua storia e nel suo corpo, è animata e sostenuta nella fede del Figlio di Dio.
Paolo sa che colui che lo ha chiamato sulla via di Damasco ha squarciato le tenebre che lo tenevano legato ad un dio mortale legislatore dell'uomo.
Questo anelito che sentiamo come liberante per lui e per noi, gli fa riconoscere che il Cristo:  "mi ha amato e ha consegnato se stesso", cioè la sua croce e la sua morte sono la testimonianza e la misura dell'amore di Dio per tutti.

Che strana sorte è capitata a questo testimone unico che nella sua carne è dovuto morire concretamentre alla legge per scoprire che una Legge, non fatta di prescrizioni e di decreti, era quella voluta da sempre dal Padre!
Paolo è il nostro prezioso ponte tra le cose vecchie che sono passate perché le nuove hanno avuto una potenza deflagrante che le ha mostrate nella loro deleteria inconsistenza!
Come fa male vedere anche oggi in alcuni cristiani l'eterno tentativo di restaurare il principio che ci salviamo per i nostri meriti, per le nostre opere, che il paradiso va meritato se non addirittura conquistato...
Ben venga allora questo grido di Paolo che ci riporta alle fresche sorgenti della nostra fede e della nostra speranza.
Che la sua passione ci porti alla luce, alla libertà e alla stessa confortante certezza  "ha consegnato se stesso per me".

Commenti

  1. Il problema del brano è da che parte viene la giustificazione,
    se viene dalle opere della legge o dalla fede in Cristo. Per giustificazione si intende non la giustificazione perché non hai fatto il compito, oppure documento giuridico che sei scusato, si intende
    l’essere giusto, cioè l’esser vivo perché l’ingiusto è morto anche se vive, anzi è operatore di morte per sé e per gli altri, quindi è in gioco il concetto di vita: per che cosa vivi? Da cosa ti viene la vita? Dal
    fatto che sei bravo e osservi le leggi o dal fatto che Cristo ti ha amato e ha dato sé stesso per te?
    (Silvano Fausti)

    RispondiElimina
  2. Ciò che ti salva è la fede in Cristo. La fede in Cristo cos’è? La fede è l’affidarsi il dire sì a che cosa? A Cristo che è morto per te, cioè ciò che ti salva è l’amore gratuito di Dio, non ciò che tu fai per
    Dio, ma ciò che Dio ha fatto per te.
    (Silvano Fausti)

    RispondiElimina
  3. Spieghiamo prima cosa significa “sono stato crocifisso con Cristo” per capire quel che dice: “io mediante la legge sono morto per la legge per vivere per Dio”. Il cristiano è uno che è stato crocifisso con Cristo, il modello del credente sono le donne al calvario, cosa fanno le donne ai piedi della croce? Fanno niente,
    punto primo. Punto secondo, guardano e cosa vedono? Vedono la passione di Dio per loro, lasciano entrare attraverso gli occhi questo
    amore infinito di Dio per loro, di un Dio che si è messo nella loro condizione di peccatore, di trasgressore, di maledetto e muore da peccatore, da trasgressore, da maledetto per non lasciarci soli in
    nessuna trasgressione, in nessuna maledizione, in nessun abbandono di Dio.
    (Silvano Fausti)

    RispondiElimina
  4. “Questa è la nuova giustizia, il nuovo orientamento donatoci dal Signore, donatoci dalla fede. Davanti alla croce del Cristo, espressione estrema della sua autodonazione, non c’è nessuno che possa vantare se stesso, la propria giustizia fatta da sé, per sé! Altrove Paolo, riecheggiando Geremia, esplicita questo pensiero scrivendo: «Chi si vanta si vanti nel Signore» (1 Cor 1,31 = Ger 9,22s); oppure: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo del quale il mondo per me è stato crocifisso come io per il mondo» (Gal 6,14).
    (Benedetto XVI)

    RispondiElimina
  5. “..io sono morto alla legge, per vivere in Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Sono parole che conviene imparare a memoria, per poterle rendere presenti in noi e da noi, sempre.
    (Giovanni Nicolini)

    RispondiElimina
  6. Bello, invitante, magnifico, unico, irripetibile, magnifico,
    .... Questo è il messaggio LIBERATORE di questo passo di Paolo, commentato nella realtà delle cose.
    Senza di LUI
    io non sono nulla
    Non guagagno nulla
    Non ho meriti

    RispondiElimina
  7. Signore aiutami a saper dare niente come le donne sotto la Croce e come loro che io sappia riempirmi gli occhi di questa scena che dice tutto l amore smisurato che hai per ogni persona ... che io nel silenzio sappia contemplarti e così mi lasci inondare dal tuo amore. Solo così diventerò un po simile a te. Riempi questo caso vuoto...

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019