Prima lettura del 31 luglio 2019


Il suo viso era raggiante
Es 34, 29-35

"Quando Mosè scese dal monte Sinai – le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte – non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con il Signore. 
Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui.
Mosè allora li chiamò, e Aronne, con tutti i capi della comunità, tornò da lui. Mosè parlò a loro. Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciò che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai. 
Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso. Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo, fin quando non fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato. 
Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando non fosse di nuovo entrato a parlare con il Signore".

Non è stata semplice la vita dell'ebreo/egiziano Mosè, in lotta con i suoi per farsi accettare, pensando di diventare il loro capo con la violenza (cfr. Es 1, 11-15).
Dopo il primo incontro con Dio, che lo aveva ripescato in Madian (cfr. Es 3) e l'invio di nuovo in Egitto, dovrà ingaggiare un'altra lotta col faraone per strappargli i fratelli, subendo dieci piaghe che avevano messo a dura prova la sua fede.
Adesso, camminando una vita nel deserto, scopre un nuovo il modo per guidare i fratelli: parte dal dialogo col Signore e si riempie della sua Parola, raggiungendo una serenità appagante e una confidenza per cui la sua vita si riposa e si sazia.

"Quando Mosè scese dal monte Sinai", il monte dell'appuntamento con il Dio dei padri, "non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante".
Egli è ormai immerso nella luce di Dio e non si sente strano, ma finalmente realizzato.
"Guardate a lui e sarete raggianti" (Sal 34,6), canta un salmo memore di questo episodio e profetico per la vita di ogni credente desideroso di contemplare la bellezza del volto del Vivente.
"Dio nessuno lo ha mai visto" (Gv 1, 18) e neanche Mosè fa eccezione. Eppure basta ascoltarne la voce per cambiare profondamente il viso di un uomo.
Il volto e gli occhi di Mosè fanno trasparire quello che era nato nel suo cuore dall'incontro.
Il dialogo con Dio ci fa belli, ci trasforma e ci scopre per quello che siamo realmente, immagine sua che è Luce.

"Ebbero timore di avvicinarsi a lui".
Il profeta Mosè ha il viso pieno della contemplazione di una voce e la reazione degli altri glielo fa notare.
La troppa luce non è meno spaventosa del buio. Mosè appariva ai loro occhi come un faraone, un potere diverso che si imponeva.
Il fratello Aronne e tutta la comunità lo temono, come temono Dio, troppo diverso da loro.
Anche nel cammino del deserto è un condottiero scomodo, in relazione con Dio che gli dice il cammino da intraprendere, spesso riprovato dai fuggiaschi ebrei.
Mosè allora convoca tutti, e da profeta dice loro ciò che il Signore vuole comunicare al suo popolo.

"Mosè parlò a loro".
Ora è la bocca di Dio e così conduce Israele. Non è più la sua Parola di uomo potente cresciuto alla corte del faraone, ma il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, gli suggerisce cosa comunicare.
È un nabì, colui che parla al posto di un Altro. Dal Nilo all'Oreb, la parola balbuziente dell'uomo Mosè, si fa annuncio con la Parola divina che ne fà un profeta per il popolo da condurre.

Finito di parlare, "si pose un velo sul viso", affinché la luce del suo volto non diventasse occasione di separazione e di distanza dai suoi fratelli in marcia nel deserto.
Questo brano suggerisce che il mistero di Dio è rivelato gradatamente, perché gli uomini non ne abbiano timore.
Anche la predicazione di Gesù è graduale e rispettosa dei tempi dei discepoli e della folla.
E' quello che fa sul monte della trasfigurazione, alzando e abbassando il velo davanti agli apostoli spaventati.
La pedagogia di Dio sa che siamo fragili e il nuovo del Regno, che pure ci affascina, è da annunciare e da penetrare gradatamente.
La conoscenza del mistero del Signore è iniziata per noi in questa vita, ma tutta l'eternità sarà una vita eterna di ascolto e confidenza sempre più penetranti e totalizzanti.

"Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo".
Che servirebbe un velo davanti a colui che vede tutto nel profondo?
Quella luce che lo ha penetrato e lo ha reso intimo di Dio lo hanno convinto di quello che un salmo testimonia:
"Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie" (Sal 139, 2-3).
E così Mosè fa la spola tra Dio e Israele, tra la Parola e l'annuncio, tra l'orecchio e la bocca, divenendo testimone parlante e trasparente di ogni parola del Signore.

"Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante".

La gloria del Dio vivente si manifesta sul volto di un vecchio profeta, in cammino verso una terra promessa, che lui ha visto nella voce del suo Signore e che nella speranza annuncia ai fratelli.
Anche noi facciamo esperienza di luce e scopriamo una luce diversa e nuova nei fratelli che ci parlano del Signore.
E' un assaggio, una primizia della bellezza di Dio che intravediamo negli occhi di coloro che vivono di Parola e di contemplazione.

Questa pagina ci riempie di gioia e cantiamo: "Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti, fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi" (Sal 80, 20).
Anche noi desideriamo che il Signore ci illumini, ci sazi e ci parli come ha fatto col profeta Mosè.
Nella speranza, che anche Paolo ci ha trasmesso riprendendo questo episodio dell'Esodo, possiamo affermare:
"Noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore" (2Cor 3, 18).

Commenti

  1. Secondo Paolo Mosè si copriva il volto per nascondere il carattere effimero, passeggero di quella luminosità. Oggi tutti i cristiani sono illuminati di una luce che non passa, e anzi sono trasformati dallo Spirito ad immagine del Cristo glorioso.
    (Giovanni Nicolini)

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  2. Quale grande libertà abbiamo noi che, in spirito, possiamo avvicinarci a Dio senza paura, senza bisogno di coprire il nostro volto ma abbiamo accesso continuamente davanti a Lui e la sua gloria si riflette in noi attraverso l’azione dello Spirito che ci trasforma a Sua immagine! Questa è la grande libertà che abbiamo grazie allo Spirito del Signore,una libertà che si può avere solo in Cristo. Senza Cristo ci sarebbe sempre un velo tra noi e Dio (2Co 3:14)!
    (www.oggincristo.net)

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  3. "Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti".
    Contemplatelo, rimanete sotto il suo sguardo: i vostri occhi saranno brillanti di gioia. La luce di Dio purifica i nostri occhi e allora brillano come perle, come cielo terso (Canopi). Come Mosè usciva raggiante dopo aver parlato con Dio e il popolo non osava avvicinarsi e Mosè si copriva il volto con un velo (Es 34, 29-35), così
    sarà di colui che guarda e contempla il Signore. Questo privilegio ora viene offerto a chiunque: chi contempla Dio nel tempio o nella preghiera, uscirà raggiante, il suo volto non sarà incupito dalla delusione o dal fallimento.
    (www.figliedellachiesa.org)

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  4. Bello immergersi nel bello
    Nel sorprendente, nell'amore vero, nel dono, nella misericordia!
    Questi elementi sono il frutto DELL'INCONTRO!
    La mansuetudine è quella che vorrei perseguire, oggi!
    AMEN

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  5. Liberi di presentarci davanti a Lui a viso scoperto, consapevoli che a nulla serve coprirsi visto che Lui ci conosce meglio di noi stessi.
    Dice una massima che un amico ti conosce e ti ama lo stesso... tu sei l' Amico che mi conosce e mi ama così come sono e il tuo amore trasforma il mio volto e lo rende sempre più simile al tuo... tu sei il tesoro su cui investire

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  6. Cercare il volto di Dio e trovarlo in un amico, ma anche in un nemico, in un marito fedele, ma anche in quello infedele, nel pianto di un bambino appena nato, ma nell'ultimo respiro di ogni uomo. Signore apri i miei occhi per incontrarti e riconoscerti in tutto e in tutti

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