Vangelo del 30 luglio 2019


Spiegaci la parabola.
Mt 13, 36-43

"In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo.
La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro.
Chi ha orecchi, ascolti!».


Come abbiamo visto la spiegazione della parabola del seminatore, adesso eccoci alla spiegazione della parabola della zizzania, già meditata il 27 luglio.

"Gesù congedò la folla ed entrò in casa".
Tanti sono i momenti in cui è scandita la vita del Cristo, in contatto con le folle stanche e smarrite; in "casa", poi con i discepoli, dimorando con loro in una tranquillità e intimità maggiore, egli si prende cura e li forma, per poi inviarli a continuare la sua missione.
Questo è anche per noi un momento prezioso. L'ascolto meditato della Parola con i fratelli è il luogo dove dimora il Cristo e veniamo istruiti da parole di luce e consolazione.

"Si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola...» "
Nel cuore dei discepoli, la parabola ha risvegliato attenzione verso il mistero del regno, ma anche tante domande e paure.
Vengono a lui, sono alla ricerca di conforto perché nella folla c'è chi sembra soffocare la sua Parola buona.
A che si riferisce il Maestro? Chi è questo nemico di cui parla? Fino a quando bisogna aspettare?
La parabola in fondo ha proprio questa funzione: dare al cuore di che pensare, smuovere l'ascolto, aprire strade finora impensabili.
Un cuore che ascolta si mette in sintonia con l'annuncio affinché la preghiera produca speranza.

"Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno".
Ed ecco i primi tre elementi svelati!
Il seminatore è il Figlio dell'uomo, titolo molto antico che si riferisce al Messia, e il seme è buono, cioè è efficace e porta frutto.
Il Figlio è venuto nel mondo per seminare largamente, senza restrizioni e il mondo riceve questo seme necessario al suo nutrimento.
Addirittura afferma che il seme sono i figli del Regno!

Chi ascolta non solo accoglie il seme buono ma diventa egli stesso seme che produce frutto.
Il campo è così lo spazio fecondato delle nostre vite e ripieno della rivelazione del Padre, che diventa Regno, luogo di presenza e di azione salvifica.

"La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo".

Il nemico dell'uomo, colui che da sempre insinua il dubbio sulla bontà di Dio, semina zizzania, fuori e dentro di noi, e questo complica e ostacola la nostra vita di figli del Regno. È una realtà con cui conviviamo e più forte è la consapevolezza di essere frutto buono del Padre, più sentiamo il desiderio di esserne liberati.
La zizzania, cioè il seme che viene dal Maligno, sfigura il volto dei figli del Regno. Non svela, ma offusca la vera natura stravolgendone l'identità, facendone schiavi e sottomessi del male.

"La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli".
Finalmente verrà il momento della liberazione, la fine del tempo di questo mondo complicato e conflittuale e il Signore, per mezzo degli angeli, i messaggeri del suo amore, compirà la liberazione definitiva dei figli.
Bella questa annotazione che "i mietitori sono gli angeli"!
La sorte finale non è in mano certo al Maligno, che cerca di portare inimicizia tra Dio e l'umanità, senza però riuscirci.
Chi miete, chi vaglia, chi distingue, sono gli inviati del Padre, le sue mani al servizio della raccolta fruttuosa.

"Raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità"
Tutto il frutto della semina del nemico verrà infine separato, distinto.

Finalmente si vedrà chiaro che "noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato" (1Gv 3, 2), per ora è nascosto, fino al tempo compiuto della raccolta.
Noi abbiamo bisogno di distinzione, di essere vagliati come il grano, e questa non è un'opera contraria alla nostra vita, ma anche il Maligno è al servizio di questa grande rivelazione che porterà alla luce tutto il bene del mondo.
Così è stato per i discepoli alla passione di Gesù, così sarà per ogni uomo.
Quando Gesù raccontava le parabole aveva sempre dinanzi a sé il compimento della sua missione.

Già la croce è vaglio, discernimento e rivelazione e ciò che sembrava tutto perduto e finito, era in effetti l'inizio di una vera vita da risorto.
"Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli" (Lc 22, 31-32).

"Li getteranno nella fornace ardente".
Il frutto inutile del nemico verrà distrutto come si distrugge l'erbaccia infestante, bruciandola perché il suo seme non rispunti più.
Che liberazione per noi che onestamente non riusciamo a fare quest'opera di pulizia profonda del nostro cuore! Abbiamo bisogno di un liberatore dalle scorie che ci appesantiscono il cuore, uno che sradichi il male maturo rendendolo incapace di farci soffrire.

"Allora i giusti splenderanno come il sole".
Finalmente niente più oscurerà la luce di figli, che possediamo fin da ora, ma che è gravata e inquinata dall'iniquità seminata dal Maligno in questo mondo.
La conclusione la lasciò alla parola luminosa di Giovanni:
"Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è" (1Gv 3, 2-3).

Commenti

  1. Commentando la parabola della zizzania, Gesù ci aiuta ad andare oltre le piccole fatiche e le lotte spirituali, per arrivare alla fine del mondo, alla pienezza dei tempi, dove potremo vedere realizzata ogni speranza. In questo orizzonte ampio, di un grandioso sviluppo della Storia che si dibatte fra luce e tenebre, possiamo collocare la nostra vita.
    (Paolo Curtaz)

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  2. La “zizzania” non è una pianta particolare, ma esprime, con un termine neutro al plurale, le “erbacce” in generale. E’ di importanza decisiva prendere atto che essa viene seminata dal diavolo. Chi ha qualche problema circa l’esistenza e la potenza di questo Male-Maligno, provi a riflettere su che cosa voglia dire nella nostra esperienza concreta l’essere vinti e prigionieri di un Male più grosso e più potente di noi! Se non si coglie questo, la conseguenza drammatica, tipica delle sapienze mondane, è che ogni male morale è colpa di chi lo fa!
    (Giovanni Nicolini)

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  3. Ora qui invece di fine del mondo sarebbe più giusto dire il compimento, non la fine, ma il fine. Il mondo non è che finisca nel senso che ha una fine, finisca male, ma
    ha un fine, un compimento. Come un’opera d’arte è finita quando è compiuta, così il mondo è l’opera d’arte di Dio che al principio disse
    è bello e l’uomo “molto bello”, è il volto del Figlio; e la fine del
    mondo è il volto del Figlio in tutti i fratelli, non prima sarà finito il mondo. Questo è il disegno di Dio che è infallibile perché l’ha fatto
    così e già è realizzato in Cristo e si realizza nella storia, attraverso i gemiti della creazione, attraverso tutto quel che avviene. Il mondo
    ha un compimento, non una fine, è la mia esistenza ha un
    compimento, è un’opera d’arte che si compie, non qualcosa che butto in pattumiera. Questo cambia la concezione e della vita personale e di quelle altrui e della storia.
    (Silvano Fausti)

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  4. "I giusti splenderanno come il sole nel Regno del Padre loro”. Le ultime parole del vangelo odierno infondono coraggio e danno una visione più armoniosa rispetto a quanto precede. Le tinte fosche con cui sono descritti i vari elementi della parabola, quasi si placano e trovano la loro ragione d’essere in questi ultimi versetti.
    (monaci benedettini. Cercoiltuovolto)

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  5. Nel nostro cuore, o signore, c è il bion seme del regno, ma c è anche la zizzania del maligno. Purificaci e rendici terreno fecondo in cui matura il frutto della tua Parola, e manda in noi il tuo Spirito perché custodisce il nostro cuore dalle insidie del nemico e dal suo seme di malvagità.

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  6. Vieni Signore a vagliare il mio cuore, il tuo amore mi liberi da tutto ciò che mi offusca il tuo volto. La tua Parola mi guida, mi conforta, mi sostiene, feconda la mia vita di gioia e speranza.

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  7. Il discernimento porta a scegliere il bene o il male.
    Il cuore decide, non la testa.
    Il ragionamento va frenato di fronte a scelte di vita.
    Liberi di scegliere una visione nitida, pulita da scorie che appesantiscono l'agire.
    Abbracciare, prendersi cura, prestare attenzione, rispettare la diversità
    QUESTO ESERCIZIO di rimescolamento in me, deve fare venire di conseguenza questa libera scelta, QUELLA DI AMARE

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  8. Mi colpiscono due passaggi
    In questo orizzonte ampio, di un grandioso sviluppo della Storia che si dibatte fra luce e tenebre, possiamo collocare la nostra vita. 

     Il mondo non è che finisca nel senso che ha una fine, finisca male, ma 
    ha un fine, un compimento. 

    Sapere che la vita ha un fine e non una fine mi permette di trovare serenità nelle tempeste mie ed altrui... mi fa vedere il "dito di Dio" nella Storia che si dibatte tra luce e tenebre...

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