Prima lettura dell'11 marzo 2020
Per parlare in loro favore
Ger 18, 18-20
"[I nemici del profeta] dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole».Prestami ascolto, Signore,
e odi la voce di chi è in lite con me.
Si rende forse male per bene?
Hanno scavato per me una fossa.
Ricòrdati quando mi presentavo a te,
per parlare in loro favore,
per stornare da loro la tua ira".
I profeti hanno sempre nemici. Molti di loro sono finiti uccisi perché le loro parole erano un muro contro i piani di uomini potenti e divorati dai loro interessi. Il profeta con la sua parola fa da specchio, porta in luce ciò che si vuole tenere nascosto e rivela ciò che si compie nelle tenebre.
Geremia è proverbialmente un profeta di sventura.
Le sue parole al re e ai suoi dignitari sono un'accusa implacabile per le loro scelte religiose e sociali; intorno a lui cresce una rete di morte sempre più stringente.
"Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti".
Ovviamente non credono che Geremia sia un profeta.
"Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua" (Mc 6, 4), dirà Gesù, riconoscendosi uno di loro e compartecipando a tutta la sofferenza patita da coloro che parlavano spinti dallo Spirito di Dio.
C'è una vera e propria cospirazione, un radunare per mettersi d'accordo e far del male.
E si "entra nel consiglio dei malvagi" (Sal 1, 1) per mettere in difficoltà, per "testare" se Geremia è un vero profeta.
In effetti si scelgono i profeti in base a quello che dicono, a quello che fa comodo. Penso alle notizie in TV che vengono manipolate facendo le interviste agli esperti "giusti"!
Per una stranissima legge della storia ai falsi profeti si battono le mani; quelli veri vengono ostacolati e perseguitati.
"Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole".
Turarsi le orecchie alla Parola rende possibile ogni ingiustizia e tradimento. Fatto tacere un profeta lo si rende inoffensivo e insignificante anche se con la sua vita sofferente rimane sempre un segno.
Un esempio per tutti è il cammino verso il carcere e poi il martirio dell'ultimo e grande profeta: Giovanni Battista. La sua parola, gridata nel deserto, rimbombava come un tuono nel cuore di Erode ed Erodiade che alla fine, non sopportandola, comandano la sua morte.
"Prestami ascolto, Signore,
e odi la voce di chi è in lite con me".
Ma la forza del profeta è la certezza del Signore vicino! Geremia prega perché il Signore ascolti tutto, sia la sua invocazione e sia le parole dei nemici. Il Signore discernerà quali sono le parole sincere.
Una vera beatitudine è riservata a coloro che annunciano la verità che viene da Dio:
"Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi (Mt 5, 11-12).
"Si rende forse male per bene?"
Geremia è consapevole che il male gli viene per aver annunciato il bene ai suoi concittadini.
Ogni profeta ingiustamente perseguitato tocca il fondo dell'amarezza. Sembrerebbe un bene sprecato, una parola non fruttifera. In effetti la sofferenza di tutti i profeti è il terreno fertile nel quale il seme della parola muore, marcisce, per portare il frutto desiderato dal Signore.
"Hanno scavato per me una fossa.
Ricòrdati quando mi presentavo a te,
per parlare in loro favore,
per stornare da loro la tua ira".
Sentendosi ormai vicino alla fine, Geremia ricorda la sua intercessione per coloro che ha sempre amato.
Il profeta continua ad avere, anche nel momento di una palese persecuzione, parole di clemenza per chi ha pronunciato la sua condanna a morte.
Non si illude che andrà tutto bene per lui, ma continua a fare della sua vita il segno di contraddizione che nel Messia raggiungerà l'apice del perdere tutto per i fratelli.
Grande insegnamento ci viene dalla vita dei profeti, martiri della verità!
Il nostro tempo, segnato da tante ipocrisie e da opinionismi che vogliono portare acqua al mulino degli arrivisti, non è diverso da quello di Geremia.
Ci conforta comunque il fatto che le voci di Geremia, di Isaia, di Ezechiele, di Gesù, pur andando controcorrente, ancora risuonano nei nostri cuori bisognosi di verità.
Le nostre orecchie non si tappino davanti alle parole dei profeti del nostro tempo che hanno caratteristiche ben precise: fanno male a sentirle pur riconoscendole vere, vanno contro gli interessi dei potenti, e non si fermano davanti alle minacce di morte.
"Se un uomo non ha ancora scoperto qualcosa per cui morire non ha ancora iniziato a vivere" (Martin Luther King)
Quando il cuore si chiude nel suo ostinato attaccamento al male, non c'è nulla che riesca a scalfirlo.
RispondiEliminaSi rimuove senza il minimo scrupolo il ricordo del bene ricevuto e si cerca di tacitare le voci scomode, sostituendole con altre più compiacenti e rassicuranti.
È quanto si coglie nel grido angosciato del profeta Geremia, un uomo totalmente consacrato alla causa di Dio e al bene della nazione, ma rigettato dal popolo che non intende modificare un comportamento dissonante con l'alleanza che lo lega a YHWH. La sua posizione non è certo facilmente sostenibile: da un lato le minacce di chi vorrebbe sopprimerlo, dall'altro il fuoco ardente di una Parola che gli è stata consegnata perché l'annunci nella sua estrema ma salutare durezza. No, non ha il diritto di tacere, anche se egli ne esce dilaniato.
(Casa di preghiera s. Biagio)
Lucidità e pienezza nel suo Credo
RispondiEliminaQuesto manca al qualunquismo imperante, stucchevole l'affermazione di M. L. KING
Io?
Mi glorio del mio sapere, devo scendere di più nei bassi, sporcarmi le mani,
per essere uno che può proferire Parola