Seconda lettura di domenica 1 marzo 2020

Si riversa su tutti la giustificazione
Rm 5, 12-19

"Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti.
E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti".
La liturgia oggi ci mette davanti ad una pagina di Paolo carica di vangelo, di buona notizia e tra le più ricche teologicamente.
L'originalità del dono che ci è stato fatto in Cristo Gesù è spropositato rispetto al nostro peccato! Potremmo dire che per un peccato "dieci", Dio ha previsto un grandezza di misericordia "un miliardo"!
Non c'è proporzione! Dio Padre è sempre esagerato nelle cose con cui ci
grazia e ha strafatto anche nel perdono!
Per introdurci in questa verità, a cui sempre dobbiamo convertici, Paolo mette a confronto Adamo, l'uomo dell'origine, e il nuovo Adamo, Gesù, l'uomo del compimento.
Leggere e rileggere queste parole porta luce.

"A causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte".
Nel dramma umano, la morte (quella ontologica, esistenziale, spirituale) entra nel mondo da subito.
Peccato e morte sono i due ceppi che mortificano continuamente la nostra vita di figli di Dio. Paolo parte da questo dato certo per farci fare i passaggi fondamentali che permettono di cogliere la forza del dono che abbiamo ricevuto in Cristo.
Peccato e morte,
molto più che un virus pandemico, annidati nel cuore della storia umana, hanno raggiunto ogni uomo.

"Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge..."
Una trasgressione è tale quando esiste una legge che la sanzioni.
Ma il peccato era presente anche prima di Mosè, ritenuto il legislatore per eccellenza in Israele e scrittore anche della Thorà, parola intesa come normativa, educativa, illuminante, e, molto di più, rivelata.
La legge ha messo in evidenza questa ferita senza però poterla curare!
Non è quindi la cura, ma la luce accesa nell'oscurità che svela tutte le magagne! In questo modo ha messo tutti sotto accusa di peccato!
Il tristemente detto ripetuto "la legge è uguale per tutti" rivela che tutti siamo sotto la legge e quindi anche tutti dominati dalla disobbedienza.
Più avanti Paolo dirà il negativo e il positivo di questa realtà: "Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!" (Rm 11, 32)

"...Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire".
L'uomo delle origini, dell'inizio, è figura e annuncio dell'uomo che è "venuto non per abolire ma per portare a compimento" (Mt 5, 17) sia il senso di tutta la Parola, sia il fine della storia.
Gesù Cristo non distrugge e non si allontana inorridito dall'uomo: lo completa, ne compie l'esistenza, lo guida dove non potrebbe arrivare da solo.
Questa affermazione su Adamo ha tante ripercussioni evangeliche; rivela la dignità dell'uomo che, seppur piagato e schiantato dal peccato, è figura e annuncio del Cristo che viene. L'inizio preannuncia la fine!
Si può alzare lo sguardo, guardare con sincerità l'umanità, sin dalle origini. Infatti fondante e ontologica, in Adamo e in ogni uomo, è quell'immagine di Dio impressa in noi e che fa intuire il Salvatore futuro.

"Ma il dono di grazia non è come la caduta".
Preziosa precisazione che spesso ci sfugge. Il peccato e il perdono, la caduta e la salvezza non hanno lo stesso peso e non sono proporzionali. Il dono di grazia non è solo la risposta di Dio Padre al peccato dell'uomo: è lui stesso che si dona gratuitamente, che trasmette quello che è: Amore!
Le due realtà non si equivalgono come in un equazione: tanto peccato e tanta grazia. La grazia è di una qualità e quantità incomparabili!
Nel nostro pregare e riflettere sul peccato e il perdono questa verità non va mai dimenticata.

"Se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti".
"Molto di più" e "in abbondanza" sono i termini che Paolo usa parlando della redenzione attuata dal nuovo Adamo.
Il dono di grazia, cioè l'amore gratuito e immeritato del Padre, è straripante rispetto alla ferita che il peccato e la morte realizzano.

"Il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione".
Il giudizio è preludio alla condanna e questa sola ci saremmo aspettati che venisse applicata dal primo uomo in poi. Ma con Cristo il dono di grazia ha inondato il mondo e ha portato la giustificazione e il perdono dal primo uomo in poi!

Noi non siamo giusti e la nostra giustizia è sempre malata! Andavamo guariti, non da un giudice, ma da un Padre!

"Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo".
Ancora una volta Paolo insiste sul "molto di più" e sull'abbondanza della grazia.
Il Regno del Padre si realizza in terra con il gusto di una vita piena, completa, senza mancanze. Tutti hanno peccato, da Adamo in poi, ma per "uno solo" tutti ricevono la vita, sottolinea l'apostolo. Uno ha portato la rovina e Uno ha riportato la vita sovrabbondante e gratuita.

"Come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti".
E' inevitabile riscontrare che in noi è presente una frattura primordiale, che ci precede, che è in tutti e che ci fa decidere per il male che non vorremmo fare! (cfr. Rm 7, 18-19).
Questo lo sentiamo vero; crediamo, eccome, ad un peccato dell'origine che accomuna tutti!
E allora, se crediamo a questo, perché non dovremmo credere come Paolo all'evidenza che la docilità alla volontà del Padre di uno di noi, un figlio dell'umanità che ha dato tutto per salvarci, sia così potente da essere fonte di redenzione per tutti?!
Ecco la buona notizia sorgente di speranza!
Camminiamo verso la pienezza del saremo "costituiti giusti", con la certezza che "uno solo" è bastato per la liberazione di tutti!

Commenti

  1. Nei primi 4 capitoli Paolo ha affrontato la giustificazione che si ottiene mediante la fede e non più attraverso l'osservanza della legge. Ma cosa si ottiene attraverso la fede e la giustificazione? La vita!
    (Monastero Matris Domini)

    RispondiElimina
  2. L’apostolo prende in considerazione la storia dell’umanità nel suo complesso, quella storia che ogni singolo uomo trova davanti a sé come una realtà data, ma che anche contribuisce a fare. Questa storia dell’umanità reca l’impronta per un verso di Adamo e per l’altro di Cristo, di ciò che l’uno e l’altro hanno significato e hanno compiuto. Ogni uomo reca in sé, sia pure in modi diversi, il segno di questa origine.
    (lapaginadisanpaolo)

    RispondiElimina
  3. Non c’è quindi alcuna speranza per l’uomo? Dobbiamo rassegnarci alla morte e poi tutto finisce? No, c’è infatti un altro lato della medaglia, perché Adamo era figura di colui che doveva venire, ovvero Gesù. Con questa frase molto sintetica l’apostolo Paolo introduce Gesù come un nuovo Adamo, rappresentante di una nuova umanità, un’umanità redenta che ha risolto il problema del peccato e che, quindi, può vivere in eterno!

    Se da una parte possiamo dire che il nostro progenitore Adamo ci ha lasciato un grosso fardello da portare come eredità, è anche vero che Dio non ci ha lasciati senza una soluzione e ci ha dato la possibilità di fare parte della sua nuova creazione in Gesù Cristo!
    (oggi.incristo.net)

    RispondiElimina
  4. Il NUOVO per eccellenza è liberante

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019