Salmo del 14 marzo 2020

Quanto dista l’oriente dall’occidente
Sal 103, 2-4. 9-12

"Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.

Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe".


Questo Salmo lo abbiamo già incontrato e meditato l'1 luglio 2019.

Oggi ci soffermiamo sui pochi versetti che la liturgia ci suggerisce, così tanto dense di buona notizia.
È un salmo che non ci stanca mai di pregare. Le sue parole sembrano un eco del vangelo e lo precedono come una profezia.

La parola che dà il senso spirituale di tutta questa preghiera è "benedici".
È una grande lode, densa di benedizione al Signore per la misericordia che ha verso l'umanità piagata, peccatrice e sofferente, ma sempre amata.
Benedire e rendere grazie sono l'apice di ogni preghiera; sono l'esperienza umana che più ci mette in contatto con la gratuità dell'esistenza e con la sua origine nel mistero.

"Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome".

Non è solo una voce che rende grazie, ma il salmista ringrazia di tutto e con tutto se stesso, per una parola creatrice di bene che precede la vita e la rende tutta bella.

"Non dimenticare tutti i suoi benefici".
La memoria è la base biblica della preghiera; ciò che il Signore ha già fatto per noi rende le parole cariche di una relazione duratura, dell'accompagnamento che non fa fermare l'invocazione al momento, di solito drammatico e confuso; lo spirito trova ristoro e benessere a soffermarsi sulle innumerevoli opere fedeli e continue del Padre.

"Ti circonda di bontà e misericordia".

Colpa, infermità, fossa, dicono la condizione da cui proviene l'orante.
Dalla colpa alla morte, un ventaglio di pesi e di mortificazioni ogni giorno spaventano la nostra vita, ma il Signore è sempre impegnato a liberarci.

Siamo preziosi ai suoi occhi e perciò ci cinge di una siepe protettiva fatta della sua bontà eterna e della sua misericordia infinita.

"Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno".

Quante volte dimentichiamo questa affermazione nel nostro annuncio del vangelo, e Dio lo presentiamo come un puntiglioso vecchio sempre di malumore!
Non è così: la guerra non è contro di noi e non è eterna.
"Perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita" dice il Salmo 30.

A chi ci rivolgiamo se non ad un Padre quando il male ci schiaccia? Solo il suo amore è per sempre!

Gridiamolo questo al mondo, annunciamolo a coloro che aspettano questa bella notizia!

"Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe".

L'Antico Testamento già conosce l'annuncio dell'amore misericordioso di Dio che Gesù metterà al centro della sua parola.

Il metro con cui veniamo valutati è il suo amore misericordioso; e l'amore "Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta" (1Cor 13, 7).
Per questo non abbiamo ciò che ci meritiamo, non veniamo ripagati secondo le nostre azioni, che sappiamo inconcludenti, infedeli, interessate e per niente misericordiose verso i fratelli.
Siamo amati gratis e questa è la nostra salvezza!

E per fugare definitivamente i nostri dubbi, ecco un'immagine meravigliosa che dice in che proporzione stanno veramente le cose:
"Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono".

La sua misericordia ha la potenza del cielo, di Dio, e non è condizionata dalla terra; una distanza abissale li separerebbe in effetti.
Ma il Signore usa questa differente potenza a nostro favore: di questo ringraziamo! Quello che poteva essere distante, si è fatto vicino, quello che era potente, si è fatto impotente per incontrarci!

"Quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe".
Altra affermazione inaspettata in cui si afferma che lui si prende il compito e la fatica di allontanare le nostre colpe così che non ci schiaccino e non ci sfigurino. Spinge le nostre colpe così lontano che non le rincontreremo più, come non si incontrano oriente ed occidente, opposti e lontani.


Ben altra visione abbiamo noi normalmente del Padre. Per questo la preghiera dei Salmi è proposta ogni giorno nella liturgia e ogni giorno esorcizza il male che ci coglie e ci terrorizza. Nulla "potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore" (Rm 8, 39).

E se il nostro peccato è reso inefficace e non porta alla separazione da chi ci ama, non sarà certo una calamità naturale come un terremoto o una pandemia che possano buttarci nella distruzione: tutto ci è dato gratis, tutto ci chiama a essere fiduciosi che la benedizione porterà i suoi frutti.

Commenti

  1. Il salmista non cessa di celebrare la bontà, la giustizia di Dio, e prova una grande dolcezza nel fare questo: una dolcezza pacificante: “Ti circonda di bontà e di misericordia”. 
    Il salmista, fedele all'alleanza, loda Dio per la legge data per mezzo di Mosè: “Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d'Israele ”. Ma Dio non ha dato a Mosè solo la legge, ha anche dato l'annuncio del Cristo futuro, dal quale abbiamo la grazia e la verità (Cf. Gv 1,17). La misericordia di Dio celebrata dal salmista si è manifestata per mezzo di Gesù Cristo.
    Il salmista si sente sicuro, compreso da Dio, che agisce sul suo popolo con la premura di un padre verso i figli. Un padre che “ricorda che noi siamo polvere”, e che perciò pur rilevando le colpe è pronto a perdonare pienamente: “Non è in lite per sempre, non rimane adirato in eterno”.
    (novena.it)

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  2. Il tema fondamentale del nostro Salmo è la benedizione. “Benedire” in questo caso vuole dire: riconoscere Dio come sorgente della vita, della gioia, della salvezza, del successo, della felicità e del benessere che possono accompagnare la vita dell’uomo. La “benedizione” è la forza della vita, della fecondità e della pienezza dell’esperienza umana. Questa “forza” viene da Dio perché lui solo è sorgente della vita. Se Dio, dunque, ci benedice, perché arricchisce la nostra esistenza, noi lo benediciamo, cioè riconosciamo che tutto quello che abbiamo viene da lui.
    (cistercensi.info)

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  3. Tutto quello che il salmo ha cantato trova il suo compimento nel Cristo. La
    venuta di Gesù è opera della misericordia di Dio. Se rileggiamo la parabola del figliol prodigo (Lc. 15, 11-32),
    abbiamo un'idea di chi è Dio Padre e di chi siamo noi. Oppure possiamo riascoltare le parole di Gesù in croce:
    "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno" (Lc. 23, 34). "Quando si sono manifestati la bontà di
    Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi
    compiute, ma per sua misericordia, mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito
    Santo..." (Tt. 3, 4).
    Sul v 14 San Gregorio Magno ha fatto questo commento: "Cosa c'è di strano se lo conosce tutto (il fango)?
    Ma il suo modo di conoscere il nostro fango fu quello di assumerlo per amore". La parola più completa che
    potrebbe tradurre anche la conclusione del salmo 103, è compendiata in Ef 2, 4 ss: "Dio, ricco di
    misericordia, a causa del suo grande amore col quale ci ha amati, ha vivificato insieme con Cristo anche noi,
    che eravamo morti nei peccati…".
    (figliedellachiesa.org)

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  4. GRATIS
    Dopo averlo crocifisso...
    Su questo
    Solo su di esso!
    Fermarmi...

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  5. il suo modo di conoscere il nostro fango fu quello di assumerlo per amore". "Dio, ricco di misericordia, a causa del suo grande amore col quale ci ha amati, ha vivificato insieme con Cristo anche noi, che eravamo morti nei peccati…". Grazie Padre

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