Prima lettura del 05 marzo 2020

Volgi il nostro lutto in gioia
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"In quei giorni, la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un’angoscia mortale. Si prostrò a terra con le sue ancelle da mattina a sera e disse: «Tu sei benedetto, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, o Signore, perché un grande pericolo mi sovrasta.
Io ho sentito dai libri dei miei antenati, Signore, che tu liberi fino all’ultimo tutti coloro che compiono la tua volontà. Ora, Signore, mio Dio, aiuta me che sono sola e non ho nessuno all’infuori di te.
Vieni in soccorso a me, che sono orfana, e poni sulle mie labbra una parola opportuna davanti al leone, e rendimi gradita a lui. Volgi il suo cuore all’odio contro chi ci combatte, a rovina sua e di quanti sono d’accordo con lui.

Quanto a noi, liberaci dalla mano dei nostri nemici, volgi il nostro lutto in gioia e le nostre sofferenze in salvezza»".

Una bella preghiera fatta dalla regina Ester ad un passo dalla morte del suo popolo. Il contesto è quello dell'esilio. Un perfido ministro convince il re babilonese che i deportati, gli ebrei, tramano contro il suo regno e lo convince a sterminali. L'ultima carta è sperare che l'ebrea Ester, sposa del re, riesca a fargli cambiare idea. Questa donna forte e piena di fede affida la sua missione al Signore in una toccante preghiera.

"Ester cercò rifugio presso il Signore".
Nelle tempeste della vita, il Signore è il rifugio sicuro per chi gli si affida.
Dio è sempre colui che non delude e non tradisce. Beato l'uomo che ha questo appiglio neI momento più buio in cui non vede una via d'uscita.
La preghiera dei Salmi è piena di questa esperienza che porta nel cuore del credente fiducia e fortezza per affrontare le prove della vita.

"Presa da un’angoscia mortale".
Ecco con quale stato d'animo questa donna si mette davanti al Signore. La preghiera fatta durante un momento di grande angoscia è già essa stessa sollievo e refrigerio.

Gesù nel Getsemani prega proprio con questo stesso sentimento per prepararsi al cammino della croce. Questa invocazione di una donna lontana da noi ci fa entrare nei sentimenti del Cristo in cammino verso la Pasqua. Per questo la liturgia ce la propone e ci immerge nella sofferenza di un popolo, una croce che questa donna si carica sulle spalle.

"Si prostrò a terra".
La prostrazione, lo sdraiarsi a terra, ci mostra plasticamente la situazione di un cuore abbattuto dal dolore.
Il nostro corpo è spesso trattenuto dall'esprimere sensazioni;
esternare invece i sentimenti profondi, facendoli uscire all'esterno senza bloccarli, è un bisogno che dovremmo coltivare.
Per tornare al racconto che più conosciamo di un ora di dolore, Gesù il giovedì della sua ultima settimana "si prostrò con la faccia a terra e pregava" (Mt 26, 39), arrivavando a sudare sangue! Tutto della sua umanità partecipa all'essere davanti alla morte!

"Tu sei benedetto, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe".
Ester non si rivolge a "Dio" in modo generico, ma chiamandolo "per nome", quello che ha imparato dalla storia dei suoi avi: Dio dei Padri, di Abramo, Isacco e Giacobbe.

E' un aiuto a noi che vediamo Dio in modo nebuloso e, per questo, abbastanza temibile. Se Dio ha legato il suo nome ad uomini concreti, allora quel nome ci diventa più familiare, perché la storia dell'accompagnamento a quelle persone ce lo mostra nella sua misericordia.
Se la nostra angoscia e la nostra preghiera si rivolgono al Dio di Gesù Cristo, l'incertezza e il timore svaniscono!

"Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, o Signore, perché un grande pericolo mi sovrasta".
Una regina fa la preghiera del povero, che non ha più alcun appoggio umano e solo nel Signore può sperare. Solo quando il Signore è l'ultima spiaggia, la preghiera diventa insistente e fiduciosa.

"Io ho sentito dai libri dei miei antenati, Signore, che tu liberi fino all’ultimo tutti coloro che compiono la tua volontà".
Di nuovo la memoria biblica custodita sin da piccola, ascoltando la parola sacra, arriva in aiuto dissipando le tenebre del dolore; quel seme piantato tanti anni prima ora produce il suo frutto di speranza. Come i padri anche lei si mette nelle mani del Signore per trovare sostegno.

"Vieni in soccorso a me, che sono orfana, e poni sulle mie labbra una parola opportuna davanti al leone, e rendimi gradita a lui".
Dichiarandosi orfana esprime il suo desiderio di avere Dio come padre.

Il leone di cui parla è il re Assuero, suo marito, davanti al quale dovrà comparire e intercedere per il suo popolo.
Chiede un dono: una parola opportuna, ben misurata, cioè una parola efficace per la liberazione di chi è oppresso. Sa che prendendo le difese di chi il re pensa sia un nemico, potrebbe essere anche lei sbranata e perdere la vita. Il pericolo è reale ma lo affronterà comunque.

"Volgi il suo cuore all’odio contro chi ci combatte, a rovina sua e di quanti sono d’accordo con lui".
Il cuore, luogo delle decisioni, venga capovolto, chiede Ester: si volga a favore del suo popolo e contro i nemici che lo vogliono sterminare.
Solo il Signore può cambiare il cuore di un re sanguinario affinché non diriga le sue decisioni, spinte dalla paura che lo domina, contro un popolo inerme, ma contro se stesso e i suoi collaboratori infidi.
Colui che abbassa i potenti e innalza gli umili, secondo la bella espressione del cantico di Maria nel Vangelo, può far rinascere la vita e il bene in mezzo a tanta angoscia.

"Volgi il nostro lutto in gioia e le nostre sofferenze in salvezza".
Mi viene in mente il salmo 30,12 che dice:
"Hai mutato il mio lamento in danza,
mi hai tolto l’abito di sacco,
mi hai rivestito di gioia".

È un esperienza di rinascita, di risurrezione, che la fede ci fa vivere proprio avendo fiducia in chi può fare quello che a noi è impossibile.
Chi può distruggere la morte, chi può riportare la gioia in una casa che piange un morto? Il Signore è il solo che rialza chi è nell'ombra di morte, il solo che spezza i sepolcri e fa entrare la luce della vita.

La preghiera di Ester anticipa le tenebre dei discepoli che devono attraversare la notte del venerdì e il silenzio terribile del sabato, per risvegliarsi, storditi dall'annuncio della resurrezione, il giorno di domenica.
La preghiera fiduciosa contro ogni previsione, l'affidarsi a chi non sbrana i suoi figli ma li salva dalla fossa dei leoni, sia la nostra fede e la nostra speranza nel cammino verso la salvezza.

Commenti

  1. La preghiera fiduciosa di Ester chiede al Signore che si ricordi del suo amore verso Israele, della sua scelta e della sua promessa, che non tenga conto dei peccati del suo popolo, ma riveli la sua presenza e il suo amore nel tempo dell’afflizione e che salvi chi ora si affida a lui.
    (pasravmiser.it)

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  2. Arriviamo al passo più intenso del libro di Ester: i giorni in cui questa giovane donna, regina di un regno che non è il suo, si trova di fronte alla terribile responsabilità di presentarsi al re, chiedere la revoca dell’editto contro gli ebrei, e insieme svelare la malvagità di Aman, che nel frattempo, oltre a redigere l’editto di sterminio, aveva anche fatto costruire un palo alto 25 metri per impiccarvi Mardocheo.

    Ester sa che chiunque si presenti al re senza essere stato prima chiamato è reo di morte, secondo le leggi che vigevano allora nell’impero persiano, e sa che l’unica speranza di salvezza per il suo popolo è che lei infranga questo divieto, a rischio della propria vita.
    (Monastero di Bose)

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  3. «Piccola sorgente che divenne un fiume» (Ester 10, 3c), definisce Ester Mardocheo, suo tutore: metafora suggestiva delle grandi cose realizzate nel silenzio, con tenace soavità. L’immagine dell’acqua e del fiume evoca in me, cinese, un detto di Lao Tzu, un saggio vissuto nel v secolo prima dell’era cristiana: «L’acqua non lotta per una sua forma permanente, ma si distende serena tra le braccia di ciascun recipiente. L’acqua del fiume non abbatte e non annienta gli ostacoli, ma segue la via di minore resistenza per arrivare all’oceano. L’acqua cerca con gioia di donarsi e cerca sempre il luogo più basso per rendere fecondo il prato che le sta sopra e attorno. L’acqua è umile e sale in alto soltanto quando evapora per innalzarsi quale figlia del cielo». Semplice e limpida, retta e coraggiosa, Ester è la trasparenza del bene dentro un groviglio di intrighi, di gelosie e di odi, di lotte per il potere e di tradimenti. Dapprima scorre umile e nascosta, poi emerge di sorpresa, cresce sicura, fino a travolgere e a sopraffare il male.
    (Osservatore Romano)

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  4. L’avvenimento raccontato nel libro di Ester, è così importante che per ricordarlo viene istituita una festa, da allora celebrata con gioia lungo i secoli fino a oggi. È la festa di purim, festa del ribaltamento della sorte, fissata per il 15 di Adar. Pur significa “sorte”: è un termine di origine persiana, successivamente accolto nella lingua ebraica e trascritto nella forma plurale purim. Il senso della festa è ricordare che Dio salva il suo popolo ribaltando le sue sorti. Ed è proprio Ester all’origine di questo ribaltamento. Ester: modello di fede in Dio e di amore per il suo popolo. In una situazione di prepotenza che sembrava inespugnabile, grazie a questa giovane donna, il bene vince il male, la vita rinasce, la gioia rifiorisce sul volto d’Israele. Ester resta nella tradizione ebraica un segno vivo di gioia e di speranza. È lei che riporta la voglia di vivere nel cuore di un popolo devastato e stremato, è lei che sa intuire nelle tenebre fitte il bagliore della luce. È lei la piccola sorgente che sgorga in terra arida.
    (Osservatore Romano)

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  5. Tutto è semplice se ti FIDI davanti all'impossibilità umana!
    Tuffarsi dentro il problema lo fai, quando?
    Quando non hai altre scelte.
    L'affidamento a LUI più ricordevole che ho!
    Ho solo una via d'uscita... Fidarmi di Cristo ❤️

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  6. Dalle parole e dai gesti che compie Ester manifesta la sua creaturalita e si pone nella verità davanti a Dio ...la salvezza viene da Dio non dà nessun potere e Dio la dona a chi riconosce la propria debolezza il proprio peccato, la propria impossibilità a salvarsi . Signore sono peccatrice abbi pietà di me

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  7. Meravigliosa preghiera.... intimo contatto.... fiducia nel Signore che accoglie, tranquillizza, ascolta, libera, provvede, abbraccia, guarisce....
    "Ora, Signore, mio Dio, aiuta me che sono sola e non ho nessuno all’infuori di te."

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  8. Ester è la trasparenza del bene dentro un groviglio di intrighi, di gelosie e di odi, di lotte per il potere e di tradimenti. 

    "Chiede un dono: una parola opportuna, ben misurata, cioè una parola efficace per la liberazione di chi è oppresso. Sa che prendendo le difese di chi il re pensa sia un nemico, potrebbe essere anche lei sbranata e perdere la vita. Il pericolo è reale ma lo affronterà comunque."

    Pa' ... quanto è difficile avere una parola opportuna...
    Eppure, TU me la suggerisci sempre, quando mi sento Ester : non mi lasci mai sola 😇

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  9. L’acqua non lotta per una sua forma permanente, ma si distende serena tra le braccia di ciascun recipiente.

    Dapprima scorre umile e nascosta, poi emerge di sorpresa, cresce sicura, fino a travolgere e a sopraffare il male.

    Pa' ...fammi essere acqua !

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