Salmo del 24 marzo 2020
Si è mostrato nelle angosce
Sal 46 (45)
1 Al maestro del coro. Dei figli di Core. Per voci di soprano. Canto.
2 Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
3 Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.
4 Fremano, si gonfino le sue acque,
si scuotano i monti per i suoi flutti.
5 Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell'Altissimo.
6 Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell'alba.
7 Fremettero le genti, vacillarono i regni;
egli tuonò: si sgretolò la terra.
8 Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
9 Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra.
10 Farà cessare le guerre sino ai confini della terra,
romperà gli archi e spezzerà le lance,
brucerà nel fuoco gli scudi.
11 Fermatevi! Sappiate che io sono Dio,
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
12 Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe".
Meravigliosa lode al Signore rifugio e forza di Israele. Ogni parola è una sottolineatura di quanto il Signore sia per noi proprio il riparo e la tranquillità che ci manca..
"Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce".
Parla della sua esperienza il salmista e loda il Signore.
Proprio nel momento di maggiore angoscia il Signore si rivela come l'aiuto sicuro, affidabile, il conforto nella sofferenza.
"Rifugio e fortezza" sono termini guerreschi, ma anche l'esperienza di un bambino che si aggrappa al padre e trova rifugio nelle sue braccia quando un pericolo più grande di lui lo atterrisce.
"Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare".
La terra che si muove sotto i nostri piedi è una delle peggiori esperienze che si possano fare. Non è solo la paura del terremoto con le sue conseguenze di macerie e distruzioni; è proprio il sentire vacillare ciò che per noi è la cosa più a stabile e sicura che ci butta nel terrore!
Gesù ci ricorda: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Mt 24, 35).
Noi cerchiamo solidità ed eternità in ciò che non la può dare.
La nostra vera sicurezza è il Signore. Solo la solidità di Dio fa da contrasto alla nostra fragilità e a quella del nostro mondo destinato a passare.
Terremoti e grandi disastri fatti da fiumi e da mari, non scuotono il cuore di chi ha posto nel Signore il suo fondamento.
"Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell'Altissimo".
Diversa è la situazione della dimora del Signore, la città santa, Gerusalemme, descritta come un sereno giardino riccamente irrigato, attraversata da corsi d'acqua che la rendono la più bella delle città.
La sua forza è il Signore che la abita e se ne prende cura instancabilmente, portandola fuori dalle tenebre. Infatti:
"Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell'alba".
"Fremettero le genti, vacillarono i regni;
egli tuonò: si sgretolò la terra.
Il Signore degli eserciti è con noi,
Parla della sua esperienza il salmista e loda il Signore.
Proprio nel momento di maggiore angoscia il Signore si rivela come l'aiuto sicuro, affidabile, il conforto nella sofferenza.
"Rifugio e fortezza" sono termini guerreschi, ma anche l'esperienza di un bambino che si aggrappa al padre e trova rifugio nelle sue braccia quando un pericolo più grande di lui lo atterrisce.
"Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare".
La terra che si muove sotto i nostri piedi è una delle peggiori esperienze che si possano fare. Non è solo la paura del terremoto con le sue conseguenze di macerie e distruzioni; è proprio il sentire vacillare ciò che per noi è la cosa più a stabile e sicura che ci butta nel terrore!
Gesù ci ricorda: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Mt 24, 35).
Noi cerchiamo solidità ed eternità in ciò che non la può dare.
La nostra vera sicurezza è il Signore. Solo la solidità di Dio fa da contrasto alla nostra fragilità e a quella del nostro mondo destinato a passare.
Terremoti e grandi disastri fatti da fiumi e da mari, non scuotono il cuore di chi ha posto nel Signore il suo fondamento.
"Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell'Altissimo".
Diversa è la situazione della dimora del Signore, la città santa, Gerusalemme, descritta come un sereno giardino riccamente irrigato, attraversata da corsi d'acqua che la rendono la più bella delle città.
La sua forza è il Signore che la abita e se ne prende cura instancabilmente, portandola fuori dalle tenebre. Infatti:
"Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell'alba".
"Fremettero le genti, vacillarono i regni;
egli tuonò: si sgretolò la terra.
Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe".
La memoria del salmista va all'esperienza del Sinai: il Signore si fa sentire e vedere come un vulcano fumante e tremante. Ma da quella teofania, a prima vista terribile, il popolo aveva imparato che la roccia della sua salvezza era solo il Dio dei padri.
Il mondo è in subbuglio, i regni della terra sono sempre a rischio di crollare, ma il Signore domina ogni cosa ed è il baluardo sicuro, la protezione totale davanti a tutti i nemici dell'uomo.
"Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra".
Ecco l'invito: chi fa esperienza dell'unicità della potenza di Dio invita gli altri a fidarsi e a farla.
Anche il Salmo 18 è l'annuncio in immagini dell'esperienza di protezione del Signore, tremendo sì, ma solo verso i nemici del suo popolo:
"Il Signore tuonò dal cielo,
l'Altissimo fece udire la sua voce:
grandine e carboni ardenti.
Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgori e li sconfisse" (Sal 18, 14-15).
"Farà cessare le guerre sino ai confini della terra,
romperà gli archi e spezzerà le lance,
brucerà nel fuoco gli scudi".
Finalmente la promessa più attesa: il Signore farà cessare ogni guerra distruggendo per sempre le armi che portano tanta morte!
Le guerre sono il male dell'uomo sull'uomo; nascono dalla paura più subdola che deturpa il volto di coloro che sono compagni di cammino, mostrandoli ai nostri occhi come nemici da distruggere!
Il Signore toglierà questa cecità e disarmerà i nostri artigli che ghermiscono, ridandogli la tenerezza di braccia che accolgono.
Anche Isaia guarda al giorno in cui finalmente non si lavorerà più per la morte, ma per la vita:
"Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada
contro un'altra nazione,
non impareranno più l'arte della guerra" (Is 2, 4).
"Fermatevi! Sappiate che io sono Dio,
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra".
È necessario fermarsi, riconoscere la presenza e l'opera del Signore che è esperienza di salvezza per l'intera umanità.
La vita non è nelle nostre mani e la mania di onnipotenza, che è follia e illusione, è distruttiva per noi e per tutti!
Nessuno riesce a reggere un potere mettendolo al servizio di tutti i fratelli. E' il nostro peccato, la nostra crepa originaria che ci vuole fare dei!
"Fermatevi"! E' il grido continuo del Padre che blocca i nostri tragitti verso la distruzione.
Neanche un evento catastrofico per l'intero pianeta, come una pandemia, sembra fermare le potenze, cieche e illuse di potersi salvare a scapito degli altri!
Solo la solidarietà tra gli uomini, gesti e fatti di compassione e condivisione sintonizzati sulla volontà del Signore, possono fermare il tragitto mortale che è sotto gli occhi di tutti ma che non sappiamo arrestare da soli.
"Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe".
Col ritornello del Salmo, che scopriamo nell'incipit essere un canto di lode, la Scrittura ci affida alla vera roccia della nostra vita.
Proprio adesso che le angosce sembrano affogarci, ci rivolgiamo a colui che è Padre e Madre di ogni uomo: Signore nostro rifugio e aiuto infallibile, salvaci!
La memoria del salmista va all'esperienza del Sinai: il Signore si fa sentire e vedere come un vulcano fumante e tremante. Ma da quella teofania, a prima vista terribile, il popolo aveva imparato che la roccia della sua salvezza era solo il Dio dei padri.
Il mondo è in subbuglio, i regni della terra sono sempre a rischio di crollare, ma il Signore domina ogni cosa ed è il baluardo sicuro, la protezione totale davanti a tutti i nemici dell'uomo.
"Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra".
Ecco l'invito: chi fa esperienza dell'unicità della potenza di Dio invita gli altri a fidarsi e a farla.
Anche il Salmo 18 è l'annuncio in immagini dell'esperienza di protezione del Signore, tremendo sì, ma solo verso i nemici del suo popolo:
"Il Signore tuonò dal cielo,
l'Altissimo fece udire la sua voce:
grandine e carboni ardenti.
Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgori e li sconfisse" (Sal 18, 14-15).
"Farà cessare le guerre sino ai confini della terra,
romperà gli archi e spezzerà le lance,
brucerà nel fuoco gli scudi".
Finalmente la promessa più attesa: il Signore farà cessare ogni guerra distruggendo per sempre le armi che portano tanta morte!
Le guerre sono il male dell'uomo sull'uomo; nascono dalla paura più subdola che deturpa il volto di coloro che sono compagni di cammino, mostrandoli ai nostri occhi come nemici da distruggere!
Il Signore toglierà questa cecità e disarmerà i nostri artigli che ghermiscono, ridandogli la tenerezza di braccia che accolgono.
Anche Isaia guarda al giorno in cui finalmente non si lavorerà più per la morte, ma per la vita:
"Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada
contro un'altra nazione,
non impareranno più l'arte della guerra" (Is 2, 4).
"Fermatevi! Sappiate che io sono Dio,
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra".
È necessario fermarsi, riconoscere la presenza e l'opera del Signore che è esperienza di salvezza per l'intera umanità.
La vita non è nelle nostre mani e la mania di onnipotenza, che è follia e illusione, è distruttiva per noi e per tutti!
Nessuno riesce a reggere un potere mettendolo al servizio di tutti i fratelli. E' il nostro peccato, la nostra crepa originaria che ci vuole fare dei!
"Fermatevi"! E' il grido continuo del Padre che blocca i nostri tragitti verso la distruzione.
Neanche un evento catastrofico per l'intero pianeta, come una pandemia, sembra fermare le potenze, cieche e illuse di potersi salvare a scapito degli altri!
Solo la solidarietà tra gli uomini, gesti e fatti di compassione e condivisione sintonizzati sulla volontà del Signore, possono fermare il tragitto mortale che è sotto gli occhi di tutti ma che non sappiamo arrestare da soli.
"Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe".
Col ritornello del Salmo, che scopriamo nell'incipit essere un canto di lode, la Scrittura ci affida alla vera roccia della nostra vita.
Proprio adesso che le angosce sembrano affogarci, ci rivolgiamo a colui che è Padre e Madre di ogni uomo: Signore nostro rifugio e aiuto infallibile, salvaci!
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apocalisse 21:3-4
Apocalisse 21:3-4
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" E udii una gran voce dal trono, che diceva: Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini; ed Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio; e asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro......." Ap21,3.4
O Altissimo, che nella tua Chiesa hai fissato la tua dimora tra gli uomini, soccorrila perché non vacilli fra il tumultuare delle nazioni, e tutti i popoli conoscano, così, che tu sei Dio.
RispondiEliminaIl caos è ancora e sempre reale,- e sempre più si scatenano guerre per la terra intera. Eppure egli sarà sempre l'Emmanuele, anche se ora non ha più una città, ma l'ultimo di tutti gli uomini sarà il suo vero santuario,- e il cuore del fedele è la sua barca ove egli riposa, pure nell'infuriare delle bufere.turoldo
RispondiEliminaContro la frenesia della pigrizia motoria, come si fa a fermarsi?
RispondiEliminaCi pensa LUI!
E’ gioiosa la pace che Dio dona al suo popolo, un popolo fragile che conosce le fatiche della storia e che le deve affrontare in mezzo a tante difficoltà: Ma “Dio è per noi rifugio e forza, aiuto infallibile….”(ver.2). Questa è l’esperienza del credente come dell’intero popolo del Signore. Non possiamo puntare sulle nostre forza, tuttavia “non temiamo”(ver.3). Due volte viene ripetuto, ai vers.8 e 12, come un ritornello: “Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe”.
RispondiElimina(Giovanni Nicolini)
Gerusalemme è il segno forte della presenza del Signore in mezzo al suo popolo, e viene descritta efficacemente ai vers.6-7: “Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell’Altissimo. Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. Dio la soccorre allo spuntare dell’alba”.
RispondiEliminaSembra allora di cogliere due tesi “apocalittiche” opposte tra loro: il vacillare e lo sgretolarsi delle genti e dei regni (ver.7), e il dono della pace sino ai confini della terra (ver.10). Ma non è contradizione! E’ un vecchio mondo che deve finire e la nuova creazione che viene avanti. In tutto questo non c’è il dato di un compiersi fatale, ma la nostra responsabilità nella storia! Dice al ver.11: “Fermatevi! Sappiate che io sono Dio, eccelso tra le genti, eccelso sulla terra”.
(Giovanni Nicolini)
Quando tutti se ne vanno
RispondiEliminaTu resti Signore
La Tua presenza
mi dà forza
Passerà questa lunga "notte" e allo spuntar dell' alba ci soccorrerai... e sapremo che nella notte eri con noi...
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